Toro, è tutta questione di mentalità da B
63 minuti di supremazia sabato a Piacenza buttati via per un attimo di disattenzione. Nelle ultime occasioni il Torino ci aveva abituato a rincorrere il risultato, non a farsi rimontare quando la parola fine stava per essere scritta sulla partita. Il Toro è sprecone, il Toro non conclude, il Toro non è cinico e non sa approfittare della giornata baciata dalla buona sorte. Tutte giuste indicazioni, anche se non è un Toro tutto da buttare. Pensare che neanche lo scorso anno si era riusciti ad arrivare a sei risultati utili consecutivi: il massimo risultato raggiunto si era fermato a quota cinque nell'ultima fase di campionato, quella che poi ha detto playoff. La striscia positiva rischia di interrompersi domenica contro il Siena? Non è certo, anche perchè se sulla carta la squadra allenata da Antonio Conte ha tutte le carte in regola per battere i granata, la realtà è che i bianconeri hanno sotto i loro piedi un percorso decisamente altalenante dall'inizio del campionato. Gara quindi alla pari, che rivedrà anche il capitano Bianchi con in mano le redini del reparto offensivo.
Secondo il ds Petrachi però, i granata non sono ancora entrati nella mentalità della Serie B. E' la competizione dei ribaltoni, della velocità, delle sorprese, dei tanti gol e della fame di gloria che contraddistingue tutte quelle squadre che vogliono sulla propria testa la scritta luminosa "Promossi". "Ci vuole un Toro più spietato" ha spiegato Petrachi, "perché se non chiudi le partite, prima o poi subisci ed alla fine emerge il rammarico. Non abbiamo ancora completamente la mentalità della cadetteria che ti fa vincere partite così, dove se passi in vantaggio non concedi nulla oppure castighi alla prima occasione utile". Il Torino deve imparare a sfruttare le occasioni e chiudere la pratica prima del triplice fischio finale. Basta tirare sospiri di sollievo, basta pensare a cosa si poteva fare di più. La classifica dice ancora picche e solo la squadra può trasformare le carte in un bel poker d'assi.