Tornare a ragionare da squadra è quello che chiede Longo al Torino
Il Torino non può non tenere conto della classifica che dopo le quattro sconfitte consecutive in questo inizio di girone d’andata lo ha visto scivolare al quattordicesimo posto e i punti dal terzultimo sono scesi a cinque. Il trend negativo va invertito e lo sa benissimo mister Longo che ha una ricetta ben precisa in mente per provare a risollevare al più presto il Torino.
In conferenza stampa a chi gli chiedeva se l’aspetto più importante da risolvere fosse quello psicologico, visto che i calciatori non provano giocate particolari e che anche nei periodi migliori la squadra dopo vittorie importanti è caduta con le piccole per cui il problema è di testa al di là dell’aspetto fisico dei singoli e degli infortuni, Longo ha risposto: “Sì, concordo con questo tipo di analisi, anche perché é sempre sottile il filo che divide la condizione atletica da quella psicologica e sicuramente il fattore psicologico influisce. Quando si parla di condizione atletica si parla di dati oggettivi e non solo di sensazioni e quant’altro. Oggi, fortunatamente, la tecnologia ci permette di monitorare tutto. Credo che l’aspetto psicologico sia preponderante. Ho ereditato questa squadra non da un periodo solo negativo, ma da prestazioni, come dissi in conferenza al mio arrivo, dove appunto era mancata la prestazione, quindi, questi sono allarmi importanti, però, secondo me, stiamo lavorando bene. Credo che questa squadra debba a livello psicologico autostima e coraggio e debba iniziare a fare le cose da squadra come faceva prima. Perché oggi l’unico atteggiamento che ci può davvero far virare verso la strada giusta è quello di iniziare a ragionare tutti quanti insieme per il compagno. Sembrano frasi fatte, ma è la realtà. Quando c’è una cosa negativa bisogna fare quel qualche cosa in più che permette di capire che se si fa un errore c’è un compagno pronto a metterci una pezza e in caso ci sia un’opportunità offensiva si deve creare, osare in modo che con questo tipo d’atteggiamento si possa anche questi problemi”.
Giocare da squadra supportandosi l’un l’altro in ogni momento della partita vuole dire avere fiducia nei compagni e contare su di loro. L’individualismo deve essere bandito così come la diffidenza nell’altro, tutti possono sbagliare, ma se c’è chi è pronto a metterci una pezza si può rimediare. Se si sta attaccando non lo si può fare da soli andando contro il muro degli avversari serve il supporto dei compagni per avere la meglio. Il calcio non è un gioco individuale, ma collettivo e i calciatori del Torino devono ricordarselo e tornare appunto ad essere una squadra. Essere squadra basterà per tornare a vincere le partite? Sicuramente aiuterà e molto.