Torino-Udine, asse quadripartito. Tra puri sogni e obiettivi realistici
Come ipotizzato sulle nostre pagine ormai quasi due mesi fa, il laterale destro della nazionale danese Jens Stryger Larsen, 29 anni compiuti lo scorso 21 febbraio, è finito nel mirino del Torino, come alternativa plausibile a Lorenzo De Silvestri. Con Ola Aina, ammesso rimanga, dirottato a sinistra in via definitiva, come alter ego di Cristian Ansaldi. Tre stagioni nel calcio italiano, che lo hanno reso un esterno propenso soprattutto al 3-5-2, votato innanzitutto all'equilibrio tattico; un giocatore nel complesso affidabile, con qualche picco qua e là, sia in termini di fase difensiva, sia nel proporsi sul fronte d'attacco, e rare prestazioni molto al di sotto della sufficienza. Contratto in essere con l'Udinese valido fino al giugno 2022, valore del cartellino stimato al di sotto dei 3 milioni di euro, anche se i friulani contano di chiedere circa il triplo. Prospettiva, quest'ultima, decisamente ottimistica, considerata l'inevitabile crisi di liquidità che seguire la pausa forzata del calcio. In definitiva, a meno che non sia il giocatore stesso a forzare in direzione di una cessione, un prosieguo del sodalizio tra Stryger e le Zebrette è una possibilità concreta. Ciò non toglie che, se i vertici granata fossero davvero convinti di proporgli almeno un triennale, magari con un leggero aumento di stipendio rispetto agli emolumenti attualmente percepiti dal danese (400mila euro a stagione), i margini per forzare la mano vi sarebbero.
Ma in casa Udinese sono altri tre i nomi che suscitano l'attenzione dei vertici granata. C'è naturalmente Rodrigo De Paul: pari pressoché a zero le possibilità di assicurarselo, a meno di un progetto principesco da proporgli. Presentandosi alla porta del trequartista argentino con 27 milioni di euro per le casse friulane, una proposta d'ingaggio almeno doppia rispetto agli 800mila euro annui attualmente guadagnati dal calciatore, e una qualificazione all'Europa League conseguita anziché sfumata, il Toro, qualche piccola chance, l'avrebbe anche avuta. Ora, con il giocatore sul piede di partenza, dopo quattro anni in bianconero, e la maggior parte delle sfidanti alla Juve a contenderselo, lo spazio di manovra proprio non sembra esserci.
Qualche chance in più per quanto riguarda Seko Fofana: riguadagnatosi il posto da titolare lungo la gestione Gotti, il quasi 25enne centrocampista tuttofare franco-ivoriano, al Toro, a prescindere dal tecnico in carica, piace da molto tempo. Contratto valido ancora per due stagioni, valutazione del cartellino appena al di sotto dei 10 milioni di euro (ma, anche in questo caso, la famiglia Pozzo ne chiederebbe almeno 15), molto starebbe nelle garanzie tecniche, e nell'invogliare il giocatore a pressare il club in direzione di una cessione. Senza escludere la possibilità di uno scambio: Djidji, Meité, Edera, magari persino Zaza, potrebbero essere nomi spendibili.
C'è infine Stefano Okaka, anch'egli nome di lungo corso nella lista di mercato granata. Ritrovatosi a Udine, fin dai primi frangenti del suo ritorno nel calcio italiano, risalente al gennaio 2019, il 30enne attaccante, pur non esattamente un goleador, si era guadagnato, tra 2014 e 2016, anche un breve passaggio nel giro della nazionale azzurra (con quattro presenze e una rete segnata), grazie al suo eccellente impatto in termini di contributo tattico, di capacità di tener palla e far salire la squadra. Un po' come quell'Andrea Petagna che tanto piace a Cairo e Bava. Qualora partisse Simone Zaza, in particolare, un'offensiva in direzione di Okaka, come alternativa a Belotti (ammesso che il capitano rimanga), o addirittura come suo partner, qualora il modulo di riferimento lo consenta (in questo senso un mantenimento del 3-5-2 ne agevolerebbe la convivenza, come anche un 3-4-1-2 con Verdi o Berenguer a supporto), non sarebbe da escludere. Anche per Okaka contratto con l'Udinese valido fino al giugno 2022; valutazione di Transfermarkt.de appena sopra i 3 milioni di euro, 700mila euro lo stipendio stagionale attualmente percepito.