Torino, quando il gioco e la corsa non bastano
L’aria è pesante e uggiosa all’Olimpico. Non per la pioggerella di giugno, ma per il clima d’attesa e d’ansia che aleggia tra i tifosi e gli stessi giocatori. Torino e Brescia danno il via così alla prima delle due frazioni di gioco che aprono la porta numero 3 per la Serie A. Cambia la formazione tipo Colantuono e lo fa all’ultimo minuto, niente 4-4-2 solito. Il cambio che non ti aspetti, ma che ti può regalare emozioni dal primo al 90’. L’indisponibilità anche di Salgado non ci voleva proprio. Si percepisce da subito che è una partita con la p maiuscola questa. Calci e gomiti si sprecano, soprattutto da parte della formazione di Iachini. Le azioni risentono della spigolosità e della durezza del gioco soprattutto da parte del Brescia, che non dimentichiamoci ha 5 diffidati. Due di questi hanno rimediato nel primo tempo il secondo cartellino giallo, Budel (poi addirittura espulso) e Mareco e salteranno per diffida la gara di domenica. Occhi aperti anche sulla situazione disciplinare del Torino: erano 5 infatti i giocatori che avrebbero dovuto fare attenzione più degli altri, i 5 che hanno saputo dire la loro e che ci aiutano a capire lo stravolgimento di formazione. Ci prova il Toro, ci prova il vecchio cuore granata. Ha quasi 25 mila tifosi che urlano e cantano solo per lui. E’ da brividi sentire l’amore che corre sulle corde vocali della gente, come per dire: non importa come andrà, io ti vorrò sempre bene. Stasera non si pensa ai singoli, si pensa alla squadra, tutti hanno voglia di fare, tutti giocano per tutti. Barusso e Loria ci provano dalla distanza. Bianchi ha la palla dell’1-0 a pochi minuti dall’inizio: è Arcari a dire di no al bomber granata. 0-0 al termine dei primi 45’ di gioco.
Il Toro ha corso, ha corso davvero tanto, ha corso solo lui. Al rientro in campo dopo l’intervallo, le rondinelle sembrano avere ricevuto un’iniezione di vita. Corsa e gioco sono aumentati a discapito dei granata. Morello fa il solito miracolo su tiro dalla lunetta di Budel che domenica dovrà godersi la partita dalla tribuna del Rigamonti. La partita stenta ancora a decollare e il primo cambio di Colantuono è per la staffetta Antonelli-Statella: forse vuole più corsa e adrenalina per il secondo tempo. Cambia ancora modulo il tecnico romano e si affida al 3-4-1-2 con Scaglia a dare man forte alle manovre di Bianchi in attacco. Vola tra i pali Arcari, sembra Superman e lo fa dicendo NO prima a Gasbarroni, poi a Barusso: se il Brescia non è sotto di almeno 2 gol è tutto merito suo. Gli ultimi minuti che dividono i granata dalla fine momentanea dei giochi corrono lenti e sul filo di un rasoio. La voce che annuncia i 3 minuti di recupero è come una lama tagliente, il tempo è tiranno anche nel calcio. Poi la bomba, il fattaccio. Un gol annullato ad Arma a 30 secondi dal triplice fischio finale. Un fatto inspiegabile e devastante per il popolo granata che aveva già cominciato ad annusare la Serie A. Non importa, il saluto dello Stadio è all’unisono, tutti urlano: “uccideteli!”.0-0 anche al termine degli ultimi 45’ di gioco. Il to be continued..continua.