Torino che vince non si cambia o … provare con il tridente?

Il Chievo subisce tanti gol e fatica a realizzarne. Il Torino ha una difesa solida, pero, segna relativamente poco per essere una squadra che lotta per l’Europa League.
28.02.2019 13:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
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Walter Mazzarri
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Affrontare l’ultima in classifica dovrebbe essere facile poiché la suddetta squadra è purtroppo per lei solita prendere tanti gol e farne pochi. Per il Torino, quindi, cimentarsi domenica all’ora di pranzo con il Chievo dovrebbe essere ordinaria amministrazione, anche in virtù del fatto che è reduce dalla vittoria sull’Atalanta e dal pareggio con il Napoli, formazioni che hanno tutt’altra caratura tecnica rispetto ai veneti. La teoria, però, potrebbe essere un po’ diversa dalla pratica soprattutto se il Torino penserà che sarà tutto facile. Il Chievo ormai non ha praticamente più nulla da perdere avendo soli dieci punti dopo venticinque giornate, quindi, non dovrebbe puntare al pareggio con l’intento di conquistare almeno un punticino. E’ vero che l’aritmetica non l’ha ancora condannato alla serie B, ma ragionando realisticamente ha pochissime possibilità di salvarsi, infatti, l’Empoli che è quartultima ha undici punti in più e alla fine del campionato mancano tredici giornate per cui il Chievo per risalire la classifica dovrebbe inanellare una sequela di vittorie, i pareggi ormai non servono quasi a niente, ma riuscire a vincere più partite pare difficile da realizzarsi poiché finora ne ha vinta una sola con il Frosinone, altra squadra vicina al tornare in cadetteria e che sarà il successivo avversario del Torino.

La squadra di Mazzarri è in un periodo positivo, infatti, non perde dal diciannove gennaio e da allora non ha più subito gol pur avendo affrontato Inter, Napoli e Atalanta più Spal e Udinese, ha vinto tre partite (Inter, Udinese e Atalanta) e pareggiato le altre due conquistando undici punti sui quindici disponibili. La difesa era già solida anche prima di questi cinque match con la porta inviolata. L’unico problema è che il Torino in queste cinque partite ha segnato solo quattro gol, meno di uno a gara: un po’ poco per chi sta lottando per andare in Europa League. Dal Torino con il Chievo ci si aspetta non solo che vinca, ma che segni più di una rete. Cosa che sulla carta è assolutamente fattibile, quindi, doverosa da farsi.

Mazzarri dovrebbe riproporre la stessa formazione che ha vinto due a zero con l’Atalanta, quindi, dovrebbero essere destinati alla panchina Djidji, da martedì è tornato ad allenarsi con i compagni, ma ha la spada di Damocle del menisco del ginocchio destro rotto e sta cercando di procrastinare l’operazione a fine campionato. Rincon che con gli orobici era squalificato. Ansaldi che era subentrato al 66esimo al posto di Meïté. E soprattutto Zaza che non è più entrato in campo dopo la gara con la Spal, saltando il match con l’Udinese perché squalificato e le successive stando in panchina per scelta tecnica. Mazzarri, però, potrebbe anche cambiare formazione. Ad esempio, proporre il tridente con Falque, Belotti e Zaza tenuto conto che di fronte c’è l’ultima in classifica. Avere tutti e tre gli attaccanti in campo, magari, incrementerà il numero di gol, anche se finora le pochissime volte che Falque, Belotti e Zaza sono stati in campo contemporaneamente non hanno fatto chissà che cosa, ma riprovare non sarebbe così insensato vista la forza dell’avversario. Potenzialmente i tre dovrebbero seminare il panico nella difesa del Chievo sia che i gialloblu si chiudano nel tentativo di strappare almeno un punto, ognuno di loro con i movimenti giusti è in grado di creare un varco per l’inserimento di un compagno, sia che giochino a viso aperto e quindi ci sia più spazio per Falque, Belotti e Zaza per arrivare al tiro. Con il Chievo utilizzare il tridente potrebbe anche essere l’occasione per testare definitivamente i tre in ottica futura in modo da capire se per la prossima stagione siano da confermare oppure se è meglio che qualcuno faccia le valige e vada altrove.