Si può vincere il derby: lo dimostra la storia granata
Il derby non è una partita come tutte le altre e perciò capita che la squadra più forte non riesca ad avere la meglio sulla più debole e allora si scrivono pagini memorabili della storia del calcio, che a distanza di decenni sono ancora vivissime nella mente di chi le ha vissute e sono ben conosciute anche da chi neppure era nato quando avvennero certi epici accadimenti. Il più delle volte il Torino si è presentato all’appuntamento del derby con il pronostico sfavorevole, ma non sempre ha finito per uscire dal campo sconfitto, anzi. Ci sono state delle volte che il Toro ha ribaltato il risultato trionfando nella stracittadina e nella memoria dei tifosi, sia granata sia bianconeri, sono rimaste scolpite giornate campali che hanno reso ebbri di gioia gli uni e vogliosi di dimenticare gli altri.
L’esempio più facile da ricordare e anche relativamente vicino ai giorni nostri è il derby del 3 a 2, era il 27 marzo 1983 e Paolo Rossi al 15’ e Michel Platini al 65’ avevano indirizzato la partita verso una tranquilla vittoria juventina, ma Giuseppe Dossena al 70’, Alessandro Bonesso al 72’ e Fortunato Torrisi al 74’ capovolsero la situazione fulminando per tre volte in poco più di tre minuti Dino Zoff. Altro ribaltone che non si concluse con la vittoria del Torino, ma con un pareggio del tutto inaspettato per come si erano messe le cose in campo fu quello del 14 ottobre del 2001 ad aprire le marcature ci pensò Alessandro Del Piero al 9’ seguito da Igor Tudor al 12’ e poi ancora Del Piero al 26’, ma nella ripresa il Torino dimostrò che seppur ferito non era spacciato e prima Cristiano Lucarelli al 57’ poi Marco Ferrante su rigore al 70’ ed infine Riccardo Maspero all’83’ riportarono in parità il risultato che non mutò, poiché Salas all’87’ spedì alle stelle la palla in occasione del calcio di rigore, assegnato per un fallo di Delli Carri su Tudor, complice anche la buca scavata da Maspero sul dischetto del rigore.
Non ci sono solo questi due episodi a ricordare che il Torino è stato capace di ribaltare il risultato e di regalarsi e regalare ai suoi tifosi pura gioia. Il campionato di calcio come lo conosciamo oggi nacque nel 1929, quindi è da quell’anno che si conteggiano anche i derby tra Torino e Juventus, seppur in precedenza ce ne siano stati di non meno belli e rocamboleschi. Il 18 febbraio 1968 Virginio De Paoli al 13’ portò in vantaggio i bianconeri, ma Carlo Facchin (33’) e Aldo Agroppi (37’) diedero la vittoria ai granata. Stessa cosa accadde il 12 ottobre 1969 in quell’occasione fu Gianfranco Zigoni a segnare il gol della Juventus al 19’ e Alberto Carelli (67’) e Giorgio Ferrini (88’) capovolsero la situazione. Così avvenne anche il 26 marzo 1972 quando Pietro Anastasi al 20’ fece esultare i suoi e ci pensarono poi Claudio Sala (30’) e Aldo Agroppi (64’) a far sorridere il Torino. L’ultimo ribaltone favorevole ai granata avvenne il 26 ottobre 1980 fu Franco Causio al 18’ a sbloccare il risultato, ma Francesco Graziani con una doppietta (60’ e 76’) permise al Torino di aggiudicarsi i tre punti.
Anche nel derby di domenica il Torino non parte con il favore del pronostico però ha la possibilità, come non mai l’ha avuta nell’ultimo decennio, di provare ad espugnare lo Juventus Stadium. Poco conta se la Juventus ha ventisette punti in più in classifica e se in questo campionato in casa non ha mai perso, se il Torino scenderà in campo determinato e con la ferocia di chi vuole a tutti i costi ottenere la vittoria qualunque divario può essere colmato e anche superato. Cicerone ha detto “historia magistra vitae” e la storia del Toro ha dimostrato che persino quando si è in svantaggio si può ribaltare la situazione.