Si può dare di più per essere padroni del proprio destino
Il primo tempo con la Reggina è finito con il Torino in vantaggio per uno a zero, ma la squadra ha convinto fino al gol di Glik, poi inspiegabilmente ha arretrato il baricentro quasi temesse gli avversari e avesse deciso di proteggere il vantaggio. Peccato che alla fine della gara mancavano ancora un tempo e mezzo e quindi un atteggiamento così conservativo lanciava un chiaro segnale agli avversari che ne approfittavano subito; alla squadra di Gregucci, che non era in panchina in quanto doveva scontare due turni di squalifica, non sarebbe servito granché neppure il pareggio visto che è in lotta per accedere ai playoff e quindi doveva fare di tutto per ribaltare il punteggio e l’atteggiamento della squadra di Ventura li invitava indubbiamente ad essere più aggressivi e ad osare di più.
A fronte di questo atteggiamento abbastanza pavido, che nulla ha a che vedere con il carattere che i tifosi vorrebbero dal Toro, conforta il fatto che Ventura nelle interviste post partita ha detto: “Di positivo c’è stato che la squadra voleva a tutti i costi giocare il secondo tempo perché si era resa conto che aveva regalato metri agli avversari, ma aveva anche capito che poteva tornare ad essere quella dei primi venti minuti della partita”. Rimane però una domanda: perché i calciatori del Torino in più di un’occasione nell’arco di questa stagione si sono comportanti in modo opposto a quanto dovrebbero fare, visto che giocano in una squadra che dall’inizio del campionato staziona stabilmente nei primi posti della classifica? Spiegazioni dall’esterno sono difficili da dare, sarebbero gli stessi calciatori granata che dovrebbero porsi questa domanda e darsi una risposta. Si può ipotizzare che non siano del tutto certi dei loro mezzi o che sia subentrato un po’ di timore di non riuscire a farcela proprio sul più bello, ma in entrambi i casi verrebbe da dire: siete uomini o caporali? Come si fa a non credere nei propri mezzi quando fin qui si sono superati infortuni importanti che indubbiamente hanno pesato, però non inciso, sulla classifica? A inizio stagione ben pochi avrebbero scommesso che il Torino sarebbe riuscito ad iniziare a razzo il campionato e poi avrebbe continuato a marciare abbastanza spedito verso la meta, magari anche agevolato da demeriti delle altre concorrenti, però comunque rimanendo quasi costantemente al primo posto, quindi perché temere all’ultimo di non farcela?
Il fatto che nelle ultime giornate Pescara, Verona e Sassuolo non stiano più girando a mille dovrebbe essere motivo di conforto per la squadra di Ventura, che indubbiamente patirà i primi caldi e sentirà la stanchezza tipica della fine del campionato, ma suvvia questo capita anche alle altre formazioni, quindi mal comune mezzo gaudio. Animo ragazzi. Ormai si è in vista del traguardo e compiere l’ultimo sforzo vuol dire non solo riportare in serie A il Torino dopo tre stagioni di purgatorio, ma accrescere il proprio valore. Buona parte dei giocatori granata sono in prestito e in comproprietà e alcuni in scadenza di contratto, terminare bene il campionato sarebbe utile per invogliare sia il Torino sia le squadre di appartenenza a considerare che si può essere utili anche in serie A o comunque a squadre di B che hanno progetti ambiziosi. Non tutti i componenti di questa rosa potranno fare i titolari in A, ma anche fare le riserve nel massimo campionato non è disdicevole, sempre meglio che vivacchiare in formazioni di serie B che puntano al massimo a disputare una tranquilla e di conseguenza anonima stagione, pensare al proprio futuro non è un peccato, anzi. Lunedì sera ci sarà da affrontare il Sassuolo, quale miglior occasione per dimostrare di avere personalità e credere nei propri mezzi? Vincere non solo porterebbe a cinque la distanza dal Sassuolo, ma anche si toglierebbe una piccola parte dell’interesse dei risultati di Verona-Bari e Pescara-Livorno, calcolando che rimane sempre da giocare il secondo tempo con la Reggina partendo dal vantaggio, sarebbe un buon passo avanti che avvicinerebbe un po’ di più alla serie A e direbbe che il Torino è sempre più padrone del suo destino.