Senza Quagliarella e Maxi Lopez no party. Europa sfumata
Il Torino non ha mai dato l’impressione di essere sceso sul campo del Meazza con la convinzione che aveva ancora una piccolissima chance di agguantare in extremis l’ultimo posto utile per l’Europa League. Peccato perché sabato sera l’Inter aveva perso con il Genoa, domenica all’ora di pranzo la Sampdoria non era andata oltre il pareggio con l’Empoli e il Genoa continua a non avere la licenza Uefa, respinto anche il secondo ricorso. Ormai per la squadra di Ventura è certo che nella prossima stagione non giocherà in Europa League poiché la Sampdoria ha quattro punti in più e rimane un’ultima gara da disputare, quindi solo tre punti in palio. Il Milan non aveva più nulla da chiedere al campionato e doveva solo chiudere la stagione davanti al suo pubblico senza fare figuracce e ci è riuscito: disputando una partita senza commettere particolari errori e sfoderando la determinazione necessaria alla conquista dei tre punti. Se i rossoneri avessero giocato più gare come quella di ieri sera non avrebbero, per il secondo campionato consecutivo, deluso ottenendo meno di quello che avrebbero potuto.
Il Milan ha iniziato la gara pressando il Torino che si è difeso con ordine attendendo il momento giusto per ripartire, ma le assenze per infortunio di Quagliarella e Maxi Lopez in attacco si sono fate sentire e Darmian utilizzato come difensore centrale è apparso un po’ arrugginito in quel ruolo e, infatti, in occasione del primo gol rossonero (18’), in concorso di colpa con Glik, non ha marcato a dovere El Shaarawy, che servito dalla trequarti da Zaccardo ha potuto stoppare la palla e girarla in rete. La difesa del Torino avrebbe potuto leggere meglio la traiettoria del cross, ma per tutta la partita in troppe occasioni non è apparsa solida come di consueto e ha sbagliato troppi disimpegni. Ventura doveva sopperire alla squalifica di Maksimovic e all’infortunio di Bovo e ha scelto di arretrare la posizione di Darmian e lasciare in panchina Jansson, magari mandando in campo lo svedese e tenendo Matteo nel suo consueto ruolo di esterno la partita non avrebbe comunque preso una piega differente e sarebbe stata ugualmente persa, ma un dubbietto rimane, anche perché quando Darmian è tornato sulla fascia, dopo l’espulsione di Molinaro, ha giocato meglio. Il Torino non ha saputo reagire sufficientemente al gol subito, anche se nel corso del primo tempo è cresciuto alla distanza, ma non abbastanza e in più non ha sfruttato la superiorità numerica dal 42’, espulsione di Zaccardo per fallo al limite dell’area su Molinaro. Episodio, l’espulsione, viziato però da un fuorigioco di Amauri che con un bel colpo di tacco aveva servito il terzino che stava involandosi in una chiara occasione da gol per arrivare a tu per tu con Abbiati. Proprio quest’episodio nell’intervallo è costato l’espulsione anche a Inzaghi che aveva protestato con l’arbitro. I granata sono rimasti in superiorità numerica fino al cinquantaseiesimo 56’ quando Molinaro ha steso in area Van Ginkel e propiziato il rigore realizzato da Pazzini, che così ha siglato il suo centesimo gol in serie A. Dopo la seconda rete subita il Torino ha proprio mollato definitivamente, così per il Milan è stato facile segnare anche il terzo gol (65’) ancora con El Shaarawy e chiudere la gara. Martinez e Amauri sono stati poco supportati dalla squadra, ma anche loro non sono riusciti a incidere, soprattutto Josef poi sostituito dal Primavera Rosso, che purtroppo per lui ha esordito in una gara non felice per il Torino e in un momento (71’) in cui ormai il risultato era compromesso, infatti, non ha avuto occasione per mettersi in luce. Esordio decisamente migliore per il rossonero Mastalli che appena ha messo i piedi in campo (76’) ha avuto l’occasione per andare al tiro e solo una provvidenziale deviazione di Moretti gli ha impedito di segnare. Il Torino non è riuscito neppure a segnare il gol della bandiera, anche se ci ha provato prima con El Kaddouri (86’), ottimo Abbiati a intervenire di piede e respingere, e poi con Amauri (88’) che non è riuscito a schiacciare la palla che è finita alta sopra la traversa.
Al termine della stagione manca una partita e il Torino raccoglierà gli applausi del suo pubblico domenica nella gara con il Cesena, già retrocesso. Il ritorno in campo internazionale con la cavalcata fino agli ottavi d’Europa League, la vittoria nel derby che mancava da vent’anni e la striscia di dodici risultati utili consecutivi hanno reso importante e positiva quest’annata, ma i rimpianti per un mercato estivo e invernale che potevano essere condotti meglio e punti lasciati per strada con squadre assolutamente alla portata lasciano inevitabilmente un po’ di rimpianto. Ora il Torino deve da subito concentrarsi sul futuro e impostare il prossimo campionato in modo da poter competere un posto in Europa League. La società dovrà effettuare scelte magari anche impopolari, ma se saranno ben spiegate ai tifosi e coerenti con l’obiettivo, che va fissato in modo chiaro, potranno essere accettate, forse all’inizio con qualche mugugno che svanirà se arriveranno anche i risultati auspicati. I tifosi del Toro non fanno mai mancare il supporto se sono trattati con il dovuto rispetto e se la maglia granata è onorata come merita.