Se solo il Torino fosse completo come chiede Juric di soddisfazioni se ne toglierebbe eccome

04.08.2023 12:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
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Le amichevoli d’agosto contano relativamente, ma danno indicazioni soprattutto se la squadra ha già una sua struttura e un impianto di gioco che conosce bene. E’ il caso del Torino che mercoledì ha tenuto testa al Lens, che lo scorso campionato è arrivato secondo in Ligue 1 a un solo punto dallo stellare Paris Saint Germain pur tenendo conto che i rosso-oro hanno cambiato più di un elemento di primo piano: in particolare hanno ceduto Openda (per 43 milioni al Lipsia) e Fofana (per 25 all’Al-Nassr). Uno zero a zero quello della squadra di Juric che ha confermato la solidità della difesa granata e, purtroppo, le troppe difficoltà dell’attacco.

Schuurs, Buongiorno, Rodriguez sono una linea difensiva più che affidabile, che ha retto sui contropiedi veloci del Lens e ha protetto bene Gemello, Vanja Milinkovic-Savic è stato convocato per le due amichevoli in Francia però non era neppure in panchina  a causa della distrazione di basso grado del bicipite femorale sinistro che lo aveva già messo out nel ritiro di Pinzolo. Il giovane portiere, è un classe 2000, aveva difeso con successo la porta del Torino contro la Fiorentina in campionato il 10 gennaio 2022 e da allora fra i pali si è trovato solo per qualche spezzone in amichevole e scendere in campo contro i vice campioni di Francia, anche se sempre in amichevole, non è stato un test da poco. Ha fatto alcuni interventi importanti (34’ Da Costa, 62’, 66’ e 81’ Guilavogui) dimostrando buona reattività e pure fatto vedere che non gli manca la personalità dirigendo i compagni anche sui calci piazzati e nella gestione della palla con i piedi se l’è cavata discretamente. Indubbiamente deve migliorare nelle uscite, un paio a vuoto contro i transalpini le ha fatte (42’ e 74’ Guilavogui), e nella lettura di certe situazioni, ma è di certo un elemento sul quale si può contare e che ha margini di miglioramento. La fase difensiva resta un punto di forza del Torino, da due stagioni è la quinta della Serie A, sia per la copertura che fanno i centrocampisti (con il Lens 10’ Ricci, 24’ Vojvoda, 27’, 42’ e 52’ Singo e 70’ Vojvoda) sia per gli interventi, alle volte provvidenziali, dei difensori (21’, 32’, 52’ e 71’ Schuurs, 39’ Buongiorno, 41’ Rodriguez) e anche dei calciatori più giovani quando subentrano (76’ Bayeye e 91’ Dembele). E nel reparto arretrato ci sono anche Djidji e Zima, entrambi alle prese con problemi fisici, e il giovane N’Guessan, altro ragazzo di prospettiva.

Il punto debole del Torino invece resta la fase offensiva: problema che persiste ormai da tempo e che negli scorsi due campionati ha penalizzato i granata, che pur avendo un gioco votato all’attacco troppo spesso fanno un possesso palla sterile e quando arrivano dalle parti dell’area avversaria non riescono a portare a termine positivamente l’azione.  Lo si era già visto nelle due precedenti amichevoli a Pinzolo con la Feralpisalò, neo promossa in Serie B, e con il Modena, che era arrivato 10° nel campionato scorso cadetto, i 4 gol segnati infatti non sono stati un grande bottino, e c’è stata la conferma con il Lens, in un test con un avversario che è sì un po’ più avanti nella preparazione poiché inizierà una settimana prima il suo campionato e che ha qualità superiori ai precedenti visto che disputerà la Champions, ma che ha comunque concesso qualche occasione da gol che doveva essere sfruttata meglio. Sanabria non è ancora al top della condizione e infatti mercoledì, seppur si tiene conto che ha ricevuto ben pochi palloni, si è fatto trovare non prontissimo (27’ in fuorigioco, 36’ ha sbagliato il controllo) e si è clamorosamente mangiato un gol (54’ a tu per tu con il portiere gli ha tirato addosso). Pellegri, anche lui poco servito, è persino stato troppo voglioso di fare e ha finito per essere meno efficace di quanto avrebbe potuto (76’ in fuorigioco, 94’ su una palla lunga, forse toccato da un avversario, cade però avrebbe potuto cercare di restare in piedi) e poi per questo è risultato un po’ nervosetto (ha avuto da ridire, sfiorando lo scontro fisico, prima con Medina e poi con Danso e l’arbitro lo ha graziato ammonendolo una sola volta ed evitando di espellerlo). Karamoh si è messo in mostra solo al 43’ grande sinistro deviato in angolo dal portiere e per il resto ha perso un paio di buoni palloni ed è anche incespicato sul pallone (5’). Seck si è dato da fare (alcune buone sgroppate ed è stata interessante l’imbucata per Sanabria al 54’), ma sembra tante volte sul punto di fare una grande azione e poi la cosa sfuma, come quando è entrato in area e non è riuscito a saltare l’avversario (44’).  Radonjic si sa che le qualità le ha (88’ bella la palla che ha dato a Pellegri), ma quando non entra veramente in partita e non mette in mostra le sue doti risulta una presenza ininfluente in campo (62’ azione personale sfumata). Verdi  non ha lesinato l’impegno svariando e provando a creare occasioni, però deve essere più preciso sotto  porta (92’ tiro dal limite murato). Qualche tentativo di costruire o fare gol è arrivato anche dai difensori e dai centrocampisti, ma senza fortuna anche per la bravura degli avversari (9’ Ilic calcio d’angolo teso che su una deviazione ha costretto il portiere Samba a un grande intervento, 12’ Rodriguez tiro dalla distanza deviato, 59’ Vojvoda tiro senza inquadrare lo specchio della porta, 76’ interessante filtrante di Tameze per Pellegri, 88’Dembele dopo aver ricevuto da Pellegri e ha provato l’incursione in area però fatto anticipare dal portiere Leca in uscita e involontariamente ha finito per colpirlo in faccia).

E’ evidente che sulla trequarti al Torino manca un pitbull come Vlasic e qualcuno che inventi la giocata d’artista, così come sulla sinistra un Ansaldi giovane. Con Schuurs e Ricci la difesa e il centrocampo sono reparti affidabili e completi grazie anche agli innesti di Bellanova e Tameze. Per quanto si è intravisto con Bellanova, con il Lens non ha giocato per un affaticamento muscolare, a destra c’è un uomo di gamba, di dribbling, di cross e di gol (ha segnato nell’amichevole con il Modena) e con Tameze il centrocampo ha un uomo non solo con muscoli, ma anche con i piedi come si suole dire "educati" per cui per fare il famoso salto di qualità servono due trequartisti, un terzino sinistro e come ciliegina sulla torta anche un’altra punta. Arrivassero di soddisfazioni il Torino se ne toglierebbe eccome.