Se la piazza granata è difficile, le altre che cosa sono?

La difficoltà nell’accettare le critiche motivate dalle prestazioni in campo crea distacco fra il Torino e la sua gente.
23.12.2015 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Se la piazza granata è difficile, le altre che cosa sono?
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Mancini criticato perché vinceva uno a zero e adesso apriti cielo dopo la sconfitta con la Lazio e le entratacce di Melo da lui voluto o per la gestione di Icardi, eppure l’Inter è ancora prima in classifica e sta andando avanti in Coppa Italia. Allegri contestato e più d’uno chiedeva la sua testa perché la Juventus era nella parte destra della classifica, ma oggi è a tre punti dalla vetta, ha passato la fase a gironi della Champions League ed è in corsa in Coppa Italia. Sarri a inizio stagione bollato come provinciale che non sapeva gestire i grandi giocatori e oggi secondo alla pari con Sousa, ai sedicesimi d’Europa League e prosegue in Coppa Italia. Sousa arrivato e accolto con qualche perplessità non è stato esentato da giudizi negativi quando la Fiorentina ha giocato sotto le aspettative e l’eliminazione dalla Coppa Italia per opera del Carpi è stata mitigata solo dal secondo posto. Per non parlare di Garcia, Mihajlovic, Pioli, Gasperini, o dei già esonerati Zenga, Iachini, Delio Rossi, Castori poi richiamato, Sannino e Mandorlini o all’estero di Benitez e Mourinho. E anche Colantuono, Stellone, Reja e Maran non sono immuni dalle critiche, forse meno ne hanno ricevute solo Giampaolo e Di Francesco.

Dalle carote ai sacchi di letame, dagli striscioni agli sfottò, chiamiamoli così, sui social network, nessun allenatore di serie A e non solo vive senza essere criticato, così i dirigenti e anche i giocatori. Vogliamo ricordare che cosa non è stato detto a Galliani e anche a Marotta sul mercato estivo dopo i primi scivoloni? L’esempio di questi due dirigenti giusto per fare due nomi a caso. O calciatori del calibro di Morata, tenuti in panchina? E che cosa non si è detto su Balotelli? Non si è sentito le sue Bonucci per l’autogol con il Carpi? Forse Gervinho non è mai stato fischiato? E Pogba è sempre e solo stato applaudito? Hernanes nella considerazione dei tifosi juventini che posto occupa? Icardi, Jovetic e Ljajic mai ricevuto un voto negativo in pagella? Gilardino non ha fatto storcere più di un naso a Palermo? E l’elenco dei giocatori potrebbe continuare, ma è più che sufficiente fermarsi qui. Certo in più di un’occasione le critiche sono state attirate da comportamenti deprecabili e non-prestazioni, ma se uno se le va a cercare può solo recitare il mea culpa.  

Nel Torino si lamentano che la piazza è difficile, che contesta, che non è abbastanza riconoscente, che mette pressione e non permette di essere sereni. Bene, se lo credono veramente perché anziché rinnovare i contratti o accettarne di pluriennali non se ne sono andati altrove, dove sicuramente si sta meglio? Negli ultimi anni chi è andato via dal Torino che fine ha fatto, solo Darmian sembra non avere particolari problemi e gli altri? Tutti osannati e portati in palmo di mano? Equilibrio e pensare prima di parlare. I tifosi del Torino chiedono solo massimo impegno sempre e lottare su ogni pallone e sostengono sempre la squadra, che è fischiata o richiamata all’ordine solo quando viene meno al minimo sindacale. La critica non è peggiore che altrove, anzi non mancano gli sviolinatori sempre pronti a trovare attenuanti, e chi dissente lo fa sulla base delle prestazioni in campo e anche le scelte dei dirigenti o dell’allenatore sono valutate per gli obiettivi che sono raggiunti o mancati. Ah già, nel Torino ufficialmente non si fissano mai obiettivi, forse nei club che con continuità riempiono le bacheche di trofei si fa lo stesso? Questo sa di atteggiamento di comodo e sinceramente dà un po’ fastidio. Farsi amare dalla piazza granata è molto semplice: basta impegnarsi in campo onorando la maglia, mantenere in pubblico atteggiamenti che non eccedano nel fraternizzare con i rivali dichiarati e fare autocritica quando si sbaglia. Se è troppo, non si è da Toro.