Se il Torino non oserà adesso quando mai potrà farlo?
Con l’Udinese ci sono tutte le condizioni favorevoli perché il Torino osi di più. Infatti, giocherà in casa, quindi, con l’immancabile sostegno dei propri tifosi. Affronterà una squadra che è in oggettiva difficoltà poiché oltre ad essere quint’ultima in classifica, con diciannove punti e a sole due lunghezze in più dal Bologna, sarà anche priva degli infortunati Samir, Sandro Ranieri Cordeiro, Badu e Barak, forse l’unico recuperabile. L’Udinese inoltre segna poco, ha diciotto gol all’attivo, e subisce parecchie reti, è a quota trenta, pur praticando un gioco decisamente difensivo. Il Torino, invece, è al nono posto insieme alla Fiorentina, a sole quattro lunghezze di distacco dal quinto che vuol dire Europa League, e di punti ne ha trentuno, ben dodici in più, e pur non segnando tanto comunque di gol ne ha fatti ventisette, nove in più dei friulani, ed ha una difesa più solida poiché di reti ne ha incassate otto in meno.
E’ vero che il Torino non avrà in difesa N’Koulou e in attacco Zaza, entrambi squalificati, e che Djdji ancora ieri ha svolto un lavoro differenziato a causa della lieve distorsione al ginocchio destro rimediata nel match con l’Inter e che Parigini anche lui ieri ha dovuto limitarsi a sole terapie a seguito dell’infiammazione al muscolo retto addominale, ma per l’organico che ha disposizione Mazzarri e per quello alle dipendenze di Nicola c’è qualcuno che in tutta onestà si sente di affermare che le assenze nel Torino possano pesare più di quelle nell’Udinese? Oppure c’è qualcuno che sostiene che i vari Musso, Gasparini, Andrade, Opoku, Ekong, Nuytinck, Ter Avest, Larsen, Fofana, De Paul, Berhami, Ingelsson, Micin, Mandragora, D’Alessandro, Lasagna, Pussetto e Teodorczyk e i nuovi arrivati a gennaio Okaka, De Maio, Wilmot, Zeegelaar e Perisan siano, senza nulla voler togliere a questi giocatori e con il massimo rispetto, di qualità superiore a Sirigu, Ichazo, Rosati, Izzo, Moretti, Bremer, Ferigra, Meïté, Rincon, Ansaldi, De Silvestri, Aina, Baselli, Lukic, Berenguer, Belotti, Falque, Millico e Damascan?
E’ evidente, quindi, che se il Torino non ha il coraggio di osare di più con l’Udinese, in modo da riuscire ad essere più incisivo in fase offensiva e smettere di pareggiare partite che possono essere vinte, quando mai potrà provarci? Osare di più non significa alterare gli equilibri della squadra e neppure modificarne più di tanto l’assetto. Per segnare più gol, il vero difetto della squadra di Mazzarri in relazione all’obiettivo Europa, serve da una parte far sacrificare un pochino meno gli attaccanti in fase di copertura e rifornirli di più in modo che stando maggiormente vicini all’area avversaria creino superiorità numerica e siano lucidi sotto porta. Pensare quindi a un attacco a tre non sarebbe un’eresia e se anche non ci sarà Zaza c’è il giovane Millico. Il ragazzo nel campionato Primavera, pur con le enormi differenze che ci sono rispetto alla serie A, ha comunque realizzato 23 gol, di cui 5 su rigore e con 2 triplette e 5 doppiette, in 16 partite, nell’ultima non era convocato perché aggregato alla prima squadra, e non si segna così tanto per caso. Millico per caratteristiche tecniche può giocare sia in coppia con un’altra punta sia da esterno sinistro. Sarebbe dunque perfetto insieme a Belotti e Iago Falque e con loro potrebbe formare il classico tridente offensivo: con lui a sinistra, Belotti al centro e Falque a destra e così nessuno dei tre si troverebbe a giocare in una posizione che non gli è del tutto congeniale. Oppure Falque può fare il trequartista alle spalle di Belotti e Millico. Mazzarri dovrebbe sacrificare un centrocampista, ma con De Silvestri oppure Ola Aina e Ansaldi in qualità di esterni e Rincon e Meïté nel mezzo della mediana, con Baselli e Lukic pronti a subentrare così come Berenguer, e con Izzo, Bremer o Ferigra e Moretti in difesa davanti a Sirigu si potrebbe sopperire alle assenze di N’Koulou e Zaza e anche a quelle di Djidji e Parigini mantenendo una squadra equilibrata, con tutti i giocatori nel proprio ruolo e, soprattutto, con una squadra che ha una propensione al gioco offensivo. Per conquistare l’Europa si deve osare!