Sabato sera tra Torino e Bologna chi vince è quasi salvo
Il Bologna finora ha disputato quattordici partite con squadre che come lui lottano per la salvezza ottenendo sette sconfitte (Chievo, Siena, Cagliari, Torino, Sampdoria, Parma e Genoa) tutte nel girone d’andata, cinque vittorie (Palermo, Atalanta, Chievo, Pescara e Cagliari) e due pareggi (Pescara e Siena); mentre con le squadre che lottano per i primi posti della classifica su dodici incontri è uscito sconfitto in sei (Milan, Fiorentina, Inter, Juventus e ancora con Milan e Juventus), ne ha vinti quattro (Roma, Napoli, Fiorentina e Inter) e ne ha pareggiati due (Lazio e Roma). In linea di massima avendo perso la metà dei match con squadre alla portata e avendone vinti un terzo con le più forti del torneo non stupisce che sia in una posizione tutto sommato di relativa tranquillità e a quattro punti dalla famosa soglia dei quaranta indicata come certezza per restare nella massima divisione. Oltretutto nelle prossime quattro partite gli emiliani dovranno incontrare sei squadre alla portata (Torino, Palermo, Sampdoria, Atalanta, Parma e Genoa) e all’andata fecero sei punti più Lazio e Napoli con le quali ne incamerarono altri quattro, quindi se il Bologna dovesse ripetere le stesse performance ottenendo i medesimi risultati chiuderebbe la stagione a quota quarantasei, decisamente più che salvo.
Il Torino negli scontri con formazioni che in classifica hanno una condizione simile e lottano per lo stesso obiettivo è messo meglio del Bologna perché su diciassette partite ne ha vinte sette (Pescara, Atalanta, Bologna, Chievo, Siena e ancora Pescara e Atalanta), pareggiate sei (Siena, Sampdoria, Palermo, Genoa, e ancora Sampdoria e Palermo) e perse quattro (con Cagliari e Parma sia all’andata sia al ritorno); mentre con le squadre che lottano per i traguardi più ambiziosi di vittorie ne ha collezionate soltanto una con la Lazio, i pareggi sono stati quattro (Lazio, Napoli, Fiorentina e Inter) e le sconfitte ammontano a cinque (Inter, Roma, Juventus, Milan e Napoli). Tirando le somme i punti del Torino, in quelli che si possono considerare scontri diretti, sono stati ventisette su cinquantuno, quindi un po’ più della metà di quelli che erano in palio; mentre con le formazioni più forti il bottino si ferma a sette su un totale di trenta, pochi in assoluto, ma in linea con quanto può ottenere una squadra che lotta per salvarsi dopo aver trascorso tre stagioni in serie B. Prima della fine del campionato il Torino deve affrontare un ciclo di fuoco (Roma, Fiorentina, Juventus e Milan) e solo tre gare con squadre alla portata a iniziare proprio dal Bologna e in seguito con Genoa e Chievo per chiudere con il Catania, se la squadra di Ventura otterrà gli stessi punti che aveva fatto all’andata finirà la stagione con nove in più degli attuali e con un totale di quarantaquattro, quindi avendo raggiunto un traguardo che va oltre la mera salvezza.
Non c’è dubbio che sabato sera Torino e Bologna non penseranno tanto a fare calcoli, ma piuttosto ad aggiudicarsi l’intera posta in palio in modo da mettersi nella condizione di aver quasi definitivamente archiviato, con sette turni d’anticipo, il discorso salvezza per non avere assilli nelle ultime giornate, dove nessuno può permettersi passi falsi poiché l’andamento del campionato non ha portato a situazioni ben delineate e ci sono ancora tante squadre in piena lotta per gli obiettivi stagionali. L’essere risucchiati verso la parte più bassa della classifica potrebbe innescare meccanismi deleteri che portano ad acuire le problematiche che nell’arco della stagione sia il Torino sia il Bologna hanno avuto e che non sono riusciti del tutto a superare, ma solo a tamponare e anche questo è un merito che va riconosciuto, però non è garanzia che gli equilibri raggiunti siano così saldi da non venire scossi in caso di difficoltà.
All’andata il Torino affrontò il Bologna con il cosiddetto 4-3-3 camuffato. In difesa a fare da diga davanti a Gillet Ventura schierò Darmian, Glik, Rodriguez e D’Ambrosio, sicuramente al Dall’Ara Rodriguez non ci sarà, in quanto deve scontare un turno di squalifica per somma di ammonizioni, e al suo posto si rivedrà Ogbonna che ha avuto una stagione decisamente tormentata a causa degli infortuni e ha bisogno in questo fine campionato di dimostrare a tutti che ha superato i problemi fisici e che è ritornato quello di un tempo. In ballo c’è il suo futuro che era proiettato verso squadre di primo livello e aveva conquistato la maglia della Nazionale. Oggi Ogbonna suo malgrado deve recuperare le posizioni perdute e il Torino ha bisogno del suo difensore centrale capace di anticipare gli avversari e impostare la manovra sfruttando la sua attenta visione del gioco, chi lo ha sostituito non lo ha fatto rimpiangere e ha contribuito a portare la squadra a un passo dal restare in serie A, ma non ha la stessa classe cristallina di Angelo e questo può essere il valore aggiunto per le otto partite finali. A centrocampo nella gara con il Bologna inizialmente si videro sul terreno dell’Olimpico Basha, Gazzi e Vives, nella ripresa mister Ventura tolse Vives per inserire Santana e passare al 4-2-4 e questo portò al gol partita di D’Ambosio e poi gli altri cambi furono Basha per Brighi (sicuro assente sabato come Birsa perché infortunati) e Meggiorini per Bianchi, quest’ultimo in campo all’inizio con Cerci e Sansone. Spesso Ventura sia all’andata sia al ritorno affronta l’avversario utilizzando lo stesso modulo, ma sabato potrebbe anche partire con il consueto 4-2-4, al momento il ballottaggio in mediana è fra Basha e Vives, dando per assodata la presenza di Gazzi, e in attacco le punte potrebbero essere Barreto e Meggiorini con capitan Bianchi ancora una volta in panchina e sempre più distante dal vestire la maglia granata anche la prossima stagione, mentre Jonathas sarebbe il jolly da calare nella ripresa visto che è in via di guarigione dall’affaticamento muscolare accusato lunedì nella partitella d’allenamento e che se vale la legge del “non c’è il due senza il tre” potrebbe mettere a segno la sua terza rete in granata appena entrato in campo come ha fatto con Lazio e Napoli.
In questa fase del campionato i sentimentalismi devono essere banditi così come inseguire la gloria personale: il bene del Torino va messo al primo posto e tutti gli sforzi incanalati per conquistare al più presto il traguardo stagionale.