Rosetti: "La tecnologia a supporto degli arbitri è ben accetta"

25.06.2011 08:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tuttomercatoweb.com
Rosetti: "La tecnologia a supporto degli arbitri è ben accetta"
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© foto di Federico De Luca

Abbiamo intervistato in esclusiva Roberto Rosetti, responsabile della Commissione Arbitri Nazionale di Serie B, e con lui analizzato la stagione arbitrale che si è da poco conclusa. Stagione di grandi soddisfazioni. Gli arbitri hanno come obiettivo primario l’uniformità di giudizio e per ottenerla lavorano molto. La tecnologia può supportare gli arbitri, ma i regolamenti e le loro modifiche sono stabiliti dall’Ifab. Il rapporto fra arbitro e assistenti si basa sulla fiducia incondizionata. Scommettere su una partita di calcio è inconcepibile.

Faccia il punto sulla stagione degli arbitri
“Fondamentalmente è stata una stagione veramente di grandi soddisfazioni e per questo bisogna ringraziare due persone: il primo è il presidente dell’associazione italiana arbitri Marcello Nicchi, che mi ha dato l’opportunità di guidare questo gruppo di arbitri, e il secondo è il Presidente della Lega Bwin Andrea Abodi, che ci ha sempre e comunque supportato in modo veramente importante”.

Spesso gli arbitri sono accusati di sanzionare in modo differente episodi simili. E’ difficile comportarsi uniformemente o episodi che all’apparenza  sono simili in realtà non lo sono?
“Questo è stato uno degli obiettivi della stagione, perché io ritengo che l’uniformità arbitrale sia veramente il nostro obiettivo tecnico primario. Sotto questo punto di vista noi abbiamo lavorato tantissimo e ritengo che abbiamo anche ottenuto dei buoni risultati. E’ chiaro che l’unico modo per migliorare ancora è quello di continuare un percorso tecnico fatto di una serie di incontri e riunioni, al fine proprio di migliorare questo impatto sull’uniformità arbitrale”.

Si parla spesso della tecnologia che potrebbe supportare arbitri e assistenti, un valido aiuto o ulteriore fonte di polemiche, se fosse utilizzata?
“La vera risposta è che purtroppo non sono gli arbitri che scrivono i regolamenti, ma un organismo internazionale che si chiama Ifab (International Football Association Board composto da otto membri e integrato nella struttura della Fifa, ndr) che determina le nuove interpretazioni e le nuove regole che vengono apportate al regolamento del gioco del calcio. Per cui anche l’aspetto delle nuove tecnologie non è inerente al settore arbitrale, ma è un aspetto che riguarda questo organismo internazionale. In realtà gli arbitri devono applicare i regolamenti e non hanno la possibilità di modificarli ed è chiaro che tutto quello che può aiutare l’arbitro sul terreno di gioco, per il sottoscritto e per un arbitro, è sempre bene accetto”.

Il rapporto fra arbitro e assistenti deve essere basato sulla reciproca fiducia o basta la professionalità?
“Nell’arbitraggio moderno ci sono degli aspetti tecnici dove deve esserci una fiducia incondizionata e mi riferisco, ad esempio, al fuori gioco. E’ chiaro che su certi elementi regolamentari l’arbitro deve assolutamente fidarsi dell’assistente ed è per questo che noi cerchiamo di migliorare l’affiatamento della squadra arbitrale perché gli arbitri da soli sul campo non possono più arbitrare. Ormai quello che conta è la squadra arbitrale e l’introduzione nelle partite di Champions League degli arbitri di porta, che servono proprio a creare delle prospettive diverse e numericamente maggiori per cercare di sbagliare il meno possibile, va proprio in questa direzione”.

La nuova inchiesta sul calcio scommesse, gli arbitri non ne sono coinvolti, ma per sua esperienza ha mai notato se in campo le squadre o alcuni giocatori hanno avuto atteggiamenti diciamo “amichevoli”?
“Per quanto mi riguarda il mio unico obiettivo, quando arbitravo, era quello di arbitrare bene cercando di sbagliare il meno possibile, non mi interessava null’altro. Poi personalmente posso dire che non concepisco proprio che si possa scommettere su una partita, ma questa è una mia interpretazione”.