Radonjic la pietra che può diventare preziosa: Juric lo sta aiutando e lui faccia uno sforzo
Quando si vede giocare Nemanja Radonjic si ha sempre la sensazione che possa da un momento all’altro “spaccare la partita” e alle volte ci riesce eccome, ma anche quando fa bene capita, abbastanza spesso, che tanto quanto esalta altrettanto deluda perché si perde oppure sbaglia passaggio o lettura della situazione. Forse è anche per questo che finora è stato considerato un potenziale buon giocatore, ma non lo è ancora diventato e la sua carriera, fin dalle giovanili e in Italia è passato anche da Roma e Empoli, con il vagare da una squadra all’altra senza mai riuscire a “esplodere” lo dimostra ampiamente. Su di lui il Torino ha scommesso prendendolo in prestito dall’Olympique Marsiglia, che lo aveva spedito nella scorsa stagione al Benfica e in quella precedente all’Hertha Berlino. Un prestito che, come aveva detto il direttore tecnico Vagnati, “è nostro, non è a titolo definitivo ma sarà nostro” e basteranno 2 milioni di euro affinché diventi solo granata.
Sulle potenzialità di Radonjic non ci sono dubbi, come lo stesso Vagnati disse: “E’ un giocatore forte, anche se aveva un po’ buttato via il suo talento. Ma ha tutte le caratteristiche per essere importante, però se non lo ha dimostrato prima vuole dire che qualche passaggio a vuoto lo ha avuto. Prima di prenderlo gli ho parlato più di una volta, lui voleva venire al Torino e lo ha dimostrato soprattutto tagliandosi tanti soldi da quello che era il suo salario e nonostante avesse auto diciamo delle non positive referenze. Abbiamo deciso di prenderlo e tutti noi, da Specchia a Moretti e tutti gli altri collaboratori, siamo convinti ci possa dare tanto":
Anche Juric lo apprezza pur vedendone i limiti: "Lui dall’inizio ha grandissima fiducia da parte mia. E' un giocatore che per me va bene, come vi ho detto l’altro giorno sta lavorando e crescendo per eliminare i limiti che ha e che non gli hanno permesso di esprimersi fino adesso da nessuna parte. Sappiamo che ha caratteristiche che altri non hanno: questa è la verità” le parole del mister del Torino dopo la partita vinta con la Sampdoria grazie anche al gol di Nemanja che aveva sbloccato il risultato. E alla vigilia della gara con i blucerchiati sull’utilizzo di Radonjic Juric aveva detto: "Dipende dalle squadre che si affrontano e dai difensori avversari. Lo vedo anche in allenamento che quando affronta uno forte non tocca palla, ma con un altro si diverte. Anche in questo si vede la differenza. Secondo me, Radonjic non deve essere né esaltato né messo sotto pressione perché deve fare un percorso. Penso che sia la prima volta che si allena normalmente, in modo forte e poi gioca o non gioca. Fa bene per 20 minuti e poi fa male. S'impegna tantissimo per non perdere le caratteristiche che ha, ma diventare anche un giocatore del quale l’allenatore si può fidare. Che è presente. Penso che sia sulla strada giusta: ci vuole tempo, ma dimostrerà tutto il suo potenziale. Il potenziale ce l’ha indubbiamente".
Non ci sono dubbi che Juric e il suo staff stiano lavorando per rendere Radonjic non solo una pietra utile in determinate situazioni a “spaccare” le partite, ma affinché diventi una pietra preziosa è Nemanja a dover fare lo sforzo ulteriore eliminando la discontinuità dalle sue prestazioni, aumentando la precisione in campo e sforzandosi di leggere sempre bene le situazioni di gioco in modo da sfruttare al massimo l’imprevedibilità che ha a tratti più nell’accendersi che non nell’inventarsi la giocata, la rapidità e la potenza che indubbiamente non gli mancano. Al Torino sono disposti a concedere tempo a Radonjic, ma ha 26 anni, ne compirà 27 il prossimo 15 febbraio, e di tempo calcistico non ne ha più così tanto per fare il salto di qualità.