Quel timore che il campionato di calcio sia bloccato: tra raziocinio e incoerenza
Martedì ci sarà un Consiglio Federale straordinario per affrontare la questione Coronavirus e sarà deciso se il campionato di Serie A potrà continuare oppure se dovrà essere momentaneamente fermato, come accaduto già per altri sport o categorie, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero comprese quelle economiche visto che il calcio è una delle principali industrie del nostro paese per ricavi. Intanto ieri si sono disputati i recuperi della 26ª giornata, Parma-Spal 0-1, Milan-Genoa 1-2, Sampdoria-Verona 2-1, Udinese-Fiorentina 0-0 e Juventus-Inter 2-0 e sul far di questa sera dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, giocarsi Sassuolo-Brescia.
Ma alzi la mano chi seguendo l’evolversi della situazione e il rincorrersi delle notizie non si è trovato diviso tra il pensare che prima di tutto bisogna preservare la salute collettiva e che anche il calcio a tutti i livelli dovrebbe fermarsi e ritenere all’opposto, visto che le partite si disputano a porte chiuse e che i giocatori sono super controllati, che almeno il calcio professionistico dovrebbe andare avanti, anche per regalare un po’ di distrazione in questo periodo così difficile e perché no infondere così un po’ di speranza che presto si possa tornare alla normalità.
Da una parte il raziocinio e dall’altra l’incoerenza. Ma per chi ama il calcio già l’estate è un sofferenza senza patite, però, almeno dopo un mese, un mese e mezzo al più, iniziano i ritiri estivi, le amichevoli, i preliminari delle coppe internazionali, la Coppa Italia, magari c’è l’Europeo o il Mondiale, e comunque c’è il calciomercato. Adesso però c’è il rischio di restare forzatamente senza calcio, proprio nel periodo più avvincente perché si decidono le sorti di tante squadre. Una vera tortura, ma bisognerà farsene una ragione nel caso accadesse.