Povero Toro: squadra in difficoltà, falcidiato dagli infortuni e ambiente in subbuglio
Dalle stelle alle stalle, dall’entusiasmo alla delusione e alla rabbia in meno di sei mesi. Il Torino, infatti, è passato da un girone di ritorno che lo aveva visto protagonista, ma senza riuscire a raggiungere i preliminari d’Europa League, pur avendo sfiorato la zona Champions, al trovarsi comunque a lottare per entrare in Europa grazie all’esclusione del Milan e al veder sfumare il sogno per mano del Wolverhampton. Poi è stato solo campionato, ma anche qui dopo un avvio positivo, le due vittorie con Sassuolo e Atalanta, e l’aver accarezzato la possibilità di insediarsi nei primi posti la repentina caduta, sconfitte con Lecce e Sampdoria, seguita da un’alternanza di risultati che ha portato la squadra di Mazzarri a ridosso della zona dove si lotta per non retrocedere e poi a risalire la china fino all’attuale ottavo posto in coabitazione con Napoli e Milan, ma dando la sensazione di essere sempre in equilibrio precario. Esempio lampante, l’ultima partita con il Verona con vantaggio di tre a zero e partita terminata con rimonta degli scaligeri e pareggio che sapeva di sconfitta. L’ambiente inevitabilmente è in subbuglio, anche per il noto caso Curva Primavera, e se non bastasse tutto questo i giocatori s’infortunano spesso, l’ultimo in ordine di tempo Baselli, trauma distorsivo al ginocchio destro alla fine dell’allenamento di martedì, che terrà fuori il centrocampista per una quindicina di giorni, quindi, per lui, calcisticamente parlando, il 2019 è già terminato.
Già, si susseguono gli infortuni. Ormai da inizio preparazione estiva, dove in infermeria c’erano Djidji, Parigini e Edera per acciacchi pregressi, a causa di piccoli o grandi problemi fisici sono stati costretti a stop forzati, più o meno lunghi e in alcuni casi ripetuti: Lyanco, Falque, Lukic, Baselli, Izzo, Ansaldi, Zaza, Aina, Berenguer, Bonifazi, Rincon, Parigini, Laxalt, Millico, Belotti, De Silvestri, Edera. Ben 17 giocatori su una rosa di 27, comprendendo anche nel totale del gruppo Singo e Rauti. Sfortuna, certo, ma non può essere ascritto solo a questo il ripetersi degli infortuni. Ci deve essere dell’altro. Magari qualche giocatore ha una fragilità fisica un po’ superiore alla media, ma pur tenendo conto di questo non basta a spiegare esaustivamente il problema infortuni, che negli anni in generale nel calcio si è ingrandito a causa di allenamenti più intensi e gare nelle quali la velocità delle azioni si è elevata e di un numero maggiore di partite giocate in taluni casi anche temporalmente ravvicinate. Il Torino deve indagare sul perché la maggior parte dei giocatori si fa male, tanti sono stati anche gli infortuni muscolari, e una volta individuata la causa agire. Sarà il campo d’allenamento, sarà il tipo di preparazione, qualunque cosa sia va risolta e nel più breve tempo possibile.
Per concludere l’anno solare senza portarsi nel periodo natalizio troppe scorie ci vorrebbe una vittoria convincente con la Spal, fanalino di coda della Serie A. Convincente vittoria, sia chiaro perché solo conquistare i tre punti non basterebbe a sopire dubbi e polemiche. Poi il due gennaio quando aprirà i battenti la sessione di mercato invernale servirebbe almeno l’arrivo di un centrocampista d’esperienza, di comprovata qualità, integro fisicamente e che non giunga in granata per rilanciarsi. Difficile trovarne uno con tutte queste caratteristiche a metà stagione, ma questo sarebbe sicuramente uno sforzo economico ingente, ma utile a rasserenare un po’ l’ambiente trattandosi di fatto concreto e non di parole, spesso mal usate, e che sarebbe anche molto utile a Mazzarri e darebbe indubbiamente una mano concreta alla squadra. La squadra, infatti, grazie a qualche inciampo di altre formazioni nonostante tutto può con un girone di ritorno strepitoso, forse ce ne vorrebbe uno anche migliore di quello dell’anno scorso, tornare a lottare per l’Europa e allora sì che la serenità tornerebbe. Tutto servirebbe tranne che un mercato fermo e nullo in entrata, come gli ultimi due a gennaio, con voci che destabilizzano i giocatori che hanno mercato e solo qualche uscita di giovani che hanno trovato poco o nessuno spazio. Povero Toro, speriamo che qualcuno ti voglia veramente bene e che si prenda cura di te.