Petrachi si è esposto ora tocca ai giocatori e a Mazzarri far vedere quanto valgono
“La squadra è forte e deve solo stare più attenta a qualche dettaglio. E’ vero che abbiamo perso le ultime due partite (Fiorentina in Coppa Italia e Roma in campionato, ndr) per errori in fase difensiva e ci è mancata la sana cattiveria che avevamo prima, ma in questa sessione di mercato il Torino farà poco. Abbiamo mandato via qualcuno in modo che giocasse di più. Il mercato lungo non è una cosa positiva perché i giocatori stanno sempre con la testa altrove”. Sono queste le parole relative al calciomercato del direttore sportivo Torino in occasione della presentazione del Torneo Amici dei Bambini, dove Petrachi ha ricevuto il premio “Amico dei Bambini … Un Esempio per loro”.
Si potrebbe dire che Petrachi da ex centrocampista ha fatto un passaggio filtrante ai giocatori e a Mazzarri e di conseguenza ora tocca a loro andare in porta e segnare, ovvero rimanere in corsa per un posto in Europa League. Chi volesse pensare male potrebbe dire che il direttore del Torino ha messo le mani avanti per salvare il suo operato e scaricare le responsabilità su giocatori e allenatore. Oppure che non avendo un budget a disposizione congruo per prendere almeno un rinforzo che rinforzi davvero la rosa cechi di evitare critiche al presidente Cairo per non aver fatto uno sforzo economico. Tutto è possibile, ma in campo ci vanno i giocatori mandati dall’allenatore e di conseguenza anche loro devono fare il possibile per raggiungere l’obiettivo, non sbandierato pubblicamente, però, risaputo come il segreto di Pulcinella.
Sicuramente Petrachi non ha torto quando afferma che il Torino ha perso le ultime due partite per errori in fase difensiva ed è mancata la sana cattiveria e neppure quando dice che il mercato lungo non è una cosa positiva perché i giocatori stanno sempre con la testa altrove. Se a questo si aggiunge che Mazzarri spessissimo quando deve commentare i gol subiti dalla sua squadra parla di “ingenuità”, di reti evitabili ponendo maggiore attenzione e senza voler forzare il suo pensiero o mettere in bocca al mister parole che non ha pronunciato si può affermare che i giocatori del Torino hanno commesso errori dovuti solo a loro e che stridono con l’essere professionisti che militano in serie A e per giunta in una squadra di centro classifica, a prescindere dall’età e dall’esperienza. Stesso discorso vale per i gol mangiati sotto porta. Detto tutto questo, però, se i giocatori e l’allenatore devono fare di più in modo da fruttare appieno il loro potenziale resta comunque il fatto che se ci sono due sessioni di calciomercato andrebbero sfruttate entrambe e no solo quella estiva. Il mercato di gennaio è detto appunto di riparazione e se nella prima parte della stagione il campo ha evidenziato delle criticità e nel caso del Torino le ha evidenziate eccome allora bisogna intervenire e non solo per mandare via qualcuno in modo che giochi di più o, come dice il presidente Cairo, si crei un’occasione particolare o la possibilità di effettuare uno scambio e non tanto per prendere un elemento in più.
Che chi già c’è debba dare il massimo è un assioma come il fatto che l’allenatore debba trovare soluzioni per mettere nella condizione tutti i giocatori, titolari e riserve, di rendere al cento per cento e magari anche dare più spazio ai giovani, ma se serve un calciatore che si riveli un valore aggiunto per la squadra bisogna individuarlo e prenderlo