Per il Torino un 4 maggio diverso dagli altri e non solo per la rinascita del Fila

Il 68° anniversario della tragedia di Superga a due giorni dal derby e a ventuno dall’inaugurazione del nuovo stadio Filadelfia ha una squadra alla quale Mihajlovic ha dato una mentalità battagliera.
04.05.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Per il Torino un 4 maggio diverso dagli altri e non solo per la rinascita del Fila
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© foto di Alessio Bert

Per la prima volta in sessantotto anni la commemorazione del Grande Torino avviene a ridosso di un derby e vedrà fra tre settimane la riapertura del Filadelfia, dove gli Invincibili divennero i più grandi giocatori della loro epoca e a causa della loro tragica fine assursero a leggenda. Sarà una di quelle coincidenze che solo il Fato sa forgiare, ma a guidare l’attuale squadra granata c’è Mihajlovic l’allenatore che ha saputo ridare ai giocatori del Torino la mentalità che contraddistingueva quelli del Grande Torino: scendere in campo per vincere e non accontentarsi mai. L’attuale squadra è ben distante dai successi di Valentino Mazzola e compagni, ma è già un passo avanti che abbia assimilato la determinazione a conquistare sempre i tre punti a prescindere dall’avversario che ha di fronte e dalle circostanze.

Il Grande Torino non ha vinto tutti i derby che disputò, ma una buona parte sì e ci mise sempre il massimo per non concedere nulla alla Juventus. Magari con il derby che si disputerà due giorni dopo la commemorazione di oggi a Superga, celebrata dal cappellano del Torino Riccardo Robella, grazie alla mentalità inculcata ai giocatori da Mihajlovic e le strane coincidenze volute dal Fato potrebbe accadere che lo Juventus Stadium sia espugnato, cosa finora mai accaduta. Ci vorrà una partita perfetta come sapeva fare il Grande Torino, cosa non facile da replicare dall’attuale squadra, ma mai nulla è impossibile e c’è sempre una prima volta.

L’inaugurazione fra tre settimane del nuovo Filadelfia permetterà dalla prossima stagione al Torino di tornare ad allenarsi nella sua Casa. I tempi sono molto cambiati e ricreare quell’atmosfera che c’era quando quel prato era calcato dagli scarpini degli Invincibli è impensabile che possa esserci, ma pur con le distanze che oggi ci sono fra giocatori e tifosi il fatto stesso che il Torino abbia di nuovo un suo luogo, anzi il luogo per eccellenza, dove vivere la quotidianità potrebbe essere utile ad aumentare il senso dì appartenenza e un allenatore come Mihajlovic, che ne conosce il significato profondo, può trovare nel nuovo Fila un alleato utile a costruire una squadra che faccia propri i princìpi del Grande Torino. Questo 4 maggio è diverso dagli altri e può veramente essere l’inizio di un nuovo ciclo se anche dal prossimo mercato estivo arriveranno i giusti rinforzi e se Cairo come Novo riuscirà a trattenere i giocatori migliori e a innestare nel gruppo calciatori di livello adeguato allora quello che oggi è un auspicio si trasformerà in realtà e il Grande Torino da lassù sorriderà a questo nuovo Toro e gli Invincibili saranno i primi tifosi di una squadra nella quale c’è il loro spirito.