Per il Torino mettersi l’anima in pace e archiviare questa stagione già a gennaio
Il record fatuo dei punti nel girone d’andata, ventinove, da quando se ne assegnano tre per la vittoria questo resterà negli annali della stagione in corso, per il resto sogni svaniti già a gennaio, anche se il girone di ritorno è appena iniziato. Il Torino oggi ha trenta punti ed è nono, ma con l’Inter che è quinta e ne ha nove in più e l’Atalanta sesta a più otto arrivare a un piazzamento utile per l’Europa League dovendo scavalcare anche Milan e Fiorentina, che devono recuperare una partita con avversari assolutamente alla loro portata, rispettivamente Bologna e Pescara, non può essere più considerato un sogno perché si è trasformato in un’impresa ai limiti dell’impossibile. Ci vorrebbe un miracolo, ma è meglio lasciare, per chi ci crede, l’intervento divino per cose più importanti del calcio.
Il mercato di riparazione avrebbe dovuto e potuto aggiungere qualità alla rosa, ma a parte Iturbe, attaccante da rigenerare, arrivato tempestivamente il quattro gennaio e poi Carlão, trentunenne difensore tutto da scoprire, approdato il dieci si sono fatte solo chiacchiere per centrocampisti vari che poco alla volta sono fumati perché accasati altrove come Hiljemark in procinto di andare al Genoa, sembra che manchi solo l’ufficialità, oppure Castro e Donsah considerati dal club granata troppo cari poiché valutati da Chievo e Bologna dieci e otto milioni. E’ vero che questi ultimi due potrebbero ancora approdare in granata in questi ultimi sei giorni di mercato, ma obiettivamente è difficile da credere che questo avverrà. Al più una new entry last minute tutta da scoprire. Sia chiaro non si aspetta altro che essere smentiti, però, i precedenti sono eloquenti in tal senso.
Archiviare la stagione già a fine gennaio è triste perché per l’ennesima volta sfuma la possibilità di fare quel famoso salto di qualità sbandierato a parole in più occasioni, ma mai concretato. Fa molta rabbia perché sembrava proprio che questo fosse l’anno calcistico buono e l’arrivo di Mihajlovic sulla panchina granata aveva fatto ben sperare tutti, soprattutto dopo un avvio di stagione, con qualche scivolone, ma sostanzialmente in linea con la voglia del mister serbo di provare ad agguantare l’Europa subito. Gli obiettivi adesso sono di riuscire a fare crescere giocatori come Zappacosta, Barreca, Benassi e Baselli in modo che per la prossima stagione siano completamente sgrezzati e pronti a essere reali colonne portanti della squadra, consolidare le potenzialità di Falque e sperare che Ljajic cambi testa e diventi sempre affidabile. Hart a fine stagione tornerà al Manchester City per fine prestito e sarà rivenduto al miglior offerente per 12-14 milioni e Belotti potrebbe andare a cercare gloria altrove garantendo a Cairo una plusvalenza sontuosa, grazie alla clausola rescissoria monstre da cento milioni valida per l’estero. Mihajlovic se ne faccia una ragione questo è il Torino, era già accaduto a Ventura: via i giocatori più pregiati e puntare su giovani di prospettiva che possono trasformarsi in altre plusvalenze e la squadra che resta incompiuta e con i sogni di gloria che si perpetrano di anno in anno senza concretarsi. I tifosi lo sanno eppure ogni anno sperano che sia la volta buona … già magari lo sarà la prossima stagione, questa purtroppo ormai può essere archiviata.