Patrizio Sala: "Il Toro ha fame di vincere sempre"

02.10.2011 12:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tuttomercatoweb.com
Patrizio Sala: "Il Toro ha fame di vincere sempre"
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Abbiamo intervistato in esclusiva Patrizio Sala, mediano del Torino dal 1975 all’81 e attualmente impegnato con la sua scuola calcio di perfezionamento tecnico individuale “Individual Football Coaching” di Collegno alla quale possono accedere ragazzi e ragazze, oltre ad essere commentatore televisivo. Al Torino c’è serenità, consapevolezza e positività. I granata sono equilibrati e non fa differenza chi parte titolare e chi no. Ventura non guarda l’età dei giocatori e ha il coraggio di far giocare i giovani ed è riuscito a rigenerare Stevanovic. Iori una piacevole sorpresa. A centrocampo servono due giocatori che fatichino, ma che abbiano anche qualità.

 

Il Torino batte la Samp a Marassi, è in testa alla classifica e non ha perso in sette gare, non si era più abituati a un inizio così positivo.
“Effettivamente si respira un’aria nuova. Anche se con la Sampdoria nel primo tempo ha sofferto, poi si è visto che c’è un’aria positiva e la squadra è molto serena e consapevole infatti alla fine ha portato a casa i tre punti. Bisogna dare atto a Ventura che ha trasmesso equilibrio e positività e questo lo si vede dal modo ordinato di giocare e in più c’è la voglia di vincere tutte le partite”.

 

Il turnover è una caratteristica di questo Torino e tutti i giocatori lo accettano di buon grado.
“La motivazione soprattutto per chi gioca nel reparto offensivo è molto importante e lo dimostra il campo, infatti chi entra o chi esce non crea problemi e fa la prestazione, finora nel Toro chi a giocato ha fatto sempre del suo meglio sia da titolare sia da subentrato. Un ambiente così erano anni che non si vedeva e la squadra è equilibrata e serena e ben guidata con mano positiva, lo dico anche se personalmente non conosco Ventura perché queste caratteristiche traspaiono non solo da quello che si legge o si sente, ma anche dal campo”.

 

Ventura è uno che non ha problemi a mandare in campo i giovani, lo ha fatto con tutti quelli che ha a disposizione da Verdi a Oduamadi, da Suciu a Stevanovic. Lei che ha una scuola di perfezionamento come valuta l’utilizzo dei giovani?
“Io mi sono reso conto del coraggio di Ventura e poi forse è stato anche, tra virgolette, costretto a farlo a causa degli infortuni di altri calciatori, sicuramente è un allenatore che non sta tanto a guardare l’età, ma la condizione dei giocatori che manda in campo, infatti tutti i giovani hanno fatto bene. Pensando a come Stevanovic è cambiato dall’anno scorso io credo che ci sia una parte psicologica in ogni individuo e l’allenatore bravo è quello che riesce a tirare fuori il meglio da ogni giocatore e da come il ragazzo sta in campo si vede che c’è stato un lavoro importante a livello morale. Tutti i calciatori sentono e avvertono la fiducia dell’allenatore e di conseguenza esprimono qualche cosa in più. Nel caso specifico penso che sia stato fatto su di lui un lavoro da parte di tutti, c’è stato un credere nelle sue enormi potenzialità e la conferma sono le sue prestazioni in campo, anche se con la Samp non ha brillato, però bisogna ricordare che fisicamente non è al top della forma e comunque c’è stato il suo zampino con il traversone che ha portato al pareggio di Suciu. Questo vuol dire che è un giocatore sul quale si può contare, anche se un giudizio più articolato lo si potrà dare con il proseguimento del campionato, comunque è un giocatore ritrovato e sembra trasformato”.

 

Lei che per mestiere perfeziona i giocatori questo Torino dove ha ancora bisogno di crescere?
“Se vogliamo trovare un ruolo da perfezionare forse lo si può individuare in mezzo al campo dove ci vorrebbe un giocatore più playmaker o metodista o comunque un uomo che giochi davanti alla difesa o uno dei due centrocampisti con un po’ più di qualità. Però devo dire che Iori mi ha stupito in positivo. Questa squadra, per l’atteggiamento tattico che ha giocando con due punte e alle volte tre più un tornante e un esterno offensivo, credo che abbia bisogno di avere in mezzo al campo due giocatori di fatica che abbiano anche qualità, perché chi ha giocato finora ha dimostrato di essere più portato alla rottura che alla costruzione, però con una qualità accettabilissima”.