Nulla si distrugge tutto si trasforma … se non si smantella troppo

Darmian, Glik, Peres, Maksimovic, ma anche Maxi Lopez e Quagliarella faranno parlare di loro nel calciomercato estivo. Starà al Torino resistere e costruire su di loro una squadra sempre più competitiva.
04.03.2015 11:29 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Nulla si distrugge tutto si trasforma … se non si smantella troppo
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

E’ antica la legge della conservazione della massa già Empedocle (490-430 a.C.), ma anche Anassagora (496-428 a.C.) e Democrito (460-370 a.C.), e avanzando nei secoli Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794) hanno evidenziato che gli elementi, ossia l’essere, non si creano e non si distruggono, ma soltanto si trasformano. Il Torino nei secondi due aspetti del postulato “nulla si distrugge, tutto si trasforma” è l’emblema della proposizione che per definizione non è dimostrabile, ma che è accettata come presupposto di un ragionamento. Darmian, Glik, Peres, Maksimovic, ma non sono da escludersi Maxi Lopez e Quagliarella, sono gli elementi del Torino che interessano maggiormente le altre società, quindi è più che scontato che nel calciomercato estivo saranno fatte offerte da club italiani ed esteri per questi giocatori.

 

Il Torino grazie a questi calciatori, ma anche ad altri non meno importanti nell’economia del gioco, è passato da un inizio di stagione altalenante nei risultati e con innegabili problemi di equilibrio fra i reparti e all’interno dei reparti stessi, difesa esclusa, a essere una squadra che ha trovato il suo assetto e di conseguenza ottiene in serie risultati utili e scala la classifica e prosegue il suo cammino in Europa League. Da quando i granata sono tornati in serie A, è la terza stagione, i giocatori che si erano messi in mostra maggiormente sono sempre stati ceduti, Ogbonna, D’Ambrosio, Immobile e Cerci. Poco importa se poi nelle nuove squadre non hanno ripetuto quanto fatto al Torino perché i loro addii hanno costretto a cambiamenti non tanto quello di Ogbonna perché in difesa Glik è migliorato tantissimo e sono arrivati Moretti, Maksimovic e Bovo e in ultimo anche Jansson, un ragazzo di belle speranze, ma sono state le altre tre cessioni a costringere Ventura a correre ai ripari. Per fortuna Darmian, il gioiello più pregiato, ha avuto una crescita esponenziale ed è stato capace di adattarsi perfettamente anche alla fascia sinistra non facendo pesare così la cessione di D’Ambrosio e poi è arrivato quest’anno anche Peres che permette di non avere un buco sulla fascia destra quando Darmian è dirottato sull’altra e c’è anche Molinaro, altro arrivo estivo, che soprattutto in Europa League, ma anche come alternativa in campionato, presidia il lato sinistro del campo. Più problematiche nell’economia del gioco sono state le cessioni di Immobile e Cerci che avevano letteralmente trascinato a suon di gol e assist il Torino al settimo posto la scorsa stagione e di conseguenza a riassaporare dopo vent’anni una coppa internazionale. A Ventura c’è voluto buona parte del girone d’andata per sopperire a queste due partenze e l’arrivo di Maxi Lopez a gennaio oltre a quelli di Quagliarella e Martinez già in estate.

 

Finora nel Torino nulla si è distrutto nonostante le cessioni eccellenti e tutto si è trasformato riportando la squadra agli stessi livelli di quella dell’anno scorso, ma a giugno che cosa accadrà? Quanti fra Darmian, Glik, Peres, Maksimovic, ma anche Maxi Lopez e Quagliarella andranno via? Riuscirà il Torino a ritrasformarsi raggiungendo comunque risultati non inferiori anche senza alcuni di loro? Sono quesiti ai quali solo il tempo risponderà, ma se la società provasse a trattenere i suoi gioielli e su di loro costruisse il Torino di domani proseguendo nel consolidamento della squadra con altri innesti mirati e di qualità e innalzando per i suoi campioni i tetti degli ingaggi in modo che non siano allettati da lauti guadagni altrove non sarebbe meglio? Mantenere i conti in ordine e non avere debiti è fondamentale, ma investire un po’ di più per far si che il Torino stia stabilmente nella parte sinistra della classifica e frequenti normalmente i campi europei vorrebbe dire innalzare quel tantino che basta l’asticella per far tornare il Torino a essere Toro.