Non è neppure iniziato il calciomercato e i potenziali obiettivi del Torino rischiano già di sfumare
Tra gioco delle parti e necessità di accontentare i propri allenatori il prima possibile spendendo poco per gli acquisti e incassando tanto per le cessioni il calciomercato sulla carta è già nel vivo, anche se quello reale inizierà ufficialmente il 1 luglio però è già possibile siglare pre-contratti quindi di fatto comprare e vendere. Ed è in questo scenario che si dibatte anche il Torino. Juric ha compilato le liste, quella della spesa e quella di chi non rientra nei suoi piani, e le ha consegnate come promemoria a Vagnati e Cairo dopo averle dette a voce. Il primo passo è stato fatto ed ora l’allenatore è in attesa che i due massimi dirigenti lo chiamino per confermargli di aver preso Tizio e venduto Caio.
Al momento a Juric non sono pervenute telefonate ufficiali, ma se anche è in vacanza sa benissimo cosa sta succedendo. Messias, Gunter, Simeone, Vazquez, Kouamé, Dimarco, Belotti, Verdi, Zaza, Lyanco, Meïté, Aina, Djidji sono nomi che gli fanno fischiare le orecchie. A lungo il fischio delle orecchie è molto fastidioso e intano i giorni passano e neppure si attutisce, anzi aumenta di volume.
Per i potenziali obiettivi del Torino si stanno facendo sotto altri club. Gunter piace alla Dinamo Mosca, la Fiorentina è interessata a Messias e al Cagliari non dispiacerebbe Dimarco, come riportato anche da Tuttosport. Con la concorrenza che aumenta il rischio di vedersi soffiare via i giocatori chiesti da Juric aumenta. Per il momento al Verona, al Crotone e all’Inter non sono ancora pervenute offerte che possano far decollare le trattative, ma potrebbero arrivare da un momento all’altro e se anche il Torino non farà altrettanto si troverà fuori dai giochi o costretto a dover sborsare di più per sorpassare gli altri. Anche sul fronte delle uscite tutto è fermo. A parte la questione Belotti che è più complessa, di club che siano venuti a bussare alla porta del Torino per gli altri giocatori che sono sul mercato non c’è traccia. I pour parler impazzano e non si tratta solo di chiacchiere da bar perché fra le tante voci di procuratori, intermediari, dirigenti, allenatori e calciatori di tasselli del puzzle già collocati al posto giusto ce ne sono e s’intravede discretamente l’immagine che va composta. In casa Toro c’è stallo su tutti i fronti e si sta delineando uno scenario già visto troppe volte negli anni precedenti: poco interesse per chi si vuole vendere e tanta concorrenza per chi si vuole comprare e nessun affondo preventivo per sbaragliarla. Si attende con trepidazione di essere smentiti con fatti concreti.