Molto del mercato granata girerà attorno a Cerci e Ogbonna
Dato al novantanove virgola novantanove per cento che Ventura continuerà ad essere l’allenatore del Torino e che quindi l’obiettivo per la prossima stagione sarà quello di posizionarsi nella prima parte della classifica, ovviamente non si parla dei primi posti ovvero quelli che garantiscono l’accesso alle competizioni europee, ma del piazzamento fra il decimo e il sesto posto, la squadra granata dovrà essere rinforzata. In sostanza il Torino mira a quei quattro posti che significano un campionato senza affanni con vittorie con squadre dello stesso livello e con soddisfazioni non solo per aver tenuto testa ad avversari più forti sul piano del gioco e della qualità dei singoli calciatori, ma anche perché a fine partita sono stati incamerati dei punti, quindi una stagione ben lontana dal rischio di lottare per la salvezza. Almeno questo è quello che è stato messo in evidenza dalle dichiarazioni più volte rilasciate da mister Ventura.
Un traguardo di questo tipo comporta inevitabilmente che l’organico sia superiore a quello attuale, quindi è facile dire che non solo dovranno essere trattenuti i giocatori di maggior talento o nel caso sostituiti da equivalenti, ma che siano presi altri calciatori che siano graditi all’allenatore e che possano fare la differenza con continuità. Ecco che entrano in ballo Cerci e Ogbonna, ma non solo loro.
Il discorso per il difensore centrale è abbastanza semplice perché Angelo ha un contratto che lo lega al Torino fino al 2016 e il club ha già in casa il sostituto Rodriguez che è sì in scadenza di contratto a giugno, ma essendoci la clausola del rinnovo per un’altra stagione non dovrebbe essere un problema trovare un accordo. Quindi se Ogbonna chiedesse alla società di essere ceduto a un club che ambisce a traguardi più prestigiosi, come da accordo verbale fra il giocatore e il presidente, il Torino farebbe a meno di lui. Stesso discorso se fosse invece la società a volerlo cedere per monetizzare e quindi avere un bel gruzzoletto per compiere altre operazioni di mercato. C’è da dire che il valore del cartellino di Ogbonna non è lo stesso d’inizio stagione a causa degli infortuni, ormai totalmente superati, accaduti nel corso di questo campionato al giocatore, però non si tratta comunque di una cifra bassa anche se non è più quella di 20 milioni di euro che Cairo richiedeva l’estate scorsa. Oltretutto se Angelo dovesse essere convocato da Prandelli per la Confederations Cup, che si svolgerà in Brasile dal 15 al 30 giugno, e se il difensore centrale giocasse con risultati positivi il valore del suo cartellino tornerebbe ad aggirarsi intorno a 20 milioni di euro. Gli avversari dell’Italia nel girone eliminatorio saranno Messico (16 giugno), Giappone ( 19 giugno) e Brasile (22 giugno) e nel caso si disputassero le semifinali e le due finali (quarto-terzo e secondo-primo posto) il confronto potrebbe avvenire con due (passano le prime due di ogni girone) fra Spagna, Uruguay, Nigeria e Tahiti, quindi la vetrina sarà di buon livello e i calciatori che si metteranno in mostra, oltre a convincere il Ct a portarli ai Mondiali in Brasile al termine della prossima stagione, diventeranno molto ambiti in sede di calciomercato.
Discorso differente e allo stesso tempo simile per Cerci. Differente perché il cartellino del giocatore è in comproprietà fra Fiorentina e Torino e il suo valore è quasi raddoppiato rispetto a quello pagato per lui da Cairo quando lo prese per accontentare mister Ventura (2,5 milioni di euro). Simile perché anche Cerci è nel giro della Nazionale e quindi se fosse convocato per la Confederations Cup e se giocasse e per di più bene il costo per aggiudicarselo, sia del cartellino sia dell’ingaggio, e gli estimatori aumenterebbero e per il Torino sarebbe più complesso trattenerlo, salvo che non si mettano sul piano della bilancia tanti soldi che però potrebbero andare a scapito di altri rinforzi. In tempi di crisi se si spende gran parte del budget a disposizione per un unico calciatore poi rimarrebbero ben pochi soldi per altri rinforzi e sorgerebbe il problema se vale la pena investire su un singolo, poiché un solo giocatore non può fare la differenza e sopperire alla mancanza di giocatori validi in altri ruoli. E’ più che evidente che se il Torino non riuscisse a trattenere Cerci il mercato diventerebbe tutto in salita e l’allenatore, che tanto ha voluto il giocatore e che ha un impianto di gioco che a lui si adatta molto bene, non sarebbe per nulla soddisfatto. Già quest’anno il Torino aveva la coperta corta alla voce esterni alti poiché a destra, a parte Cerci e Birsa, che però è stato quasi sempre dirottato sull’altra fascia, come unica alternativa c’era Stevanovic, che dopo un inizio di stagione non negativo via via è andato perdendosi, mentre a sinistra Santana non sempre ha potuto dare il suo contributo a causa di acciacchi infatti quando non era disponibile il Torino spesso ha cambiato il modulo passando dal consueto 4-2-4 al 4-3-3, con Vives posizionato fra il centrocampo e la fascia oppure è toccato a Birsa sostituirlo. Altre alternative sulle fasce sono state nella prima parte della stagione Verdi, poi mandato in prestito alla Juve Stabia in serie B, e nel girone di ritorno Menga, che finora ha giocato solo quattro minuti con il Cagliari, due giovani ai quali non si è voluto o potuto dare il peso e la responsabilità di un ruolo molto delicato nell’economia del gioco della squadra che aveva come obiettivo la salvezza.
In conclusione è palese che il mercato del Torino sarà fortemente condizionato dai destini di Cerci e Ogbonna che possono essere le colonne portanti della prossima stagione oppure, nel caso di Angelo possono rappresentare un tesoretto fondamentale per la costruzione della squadra futura. Se anche solo il Torino ricavasse dodici milioni di euro dalla cessione di Ogbonna con quella cifra si potrebbero risolvere le comproprietà di Cerci (4,5 milioni), Darmian (1,5), Glik (1,5), Basha (1) e Barreto (1,8) e rimarrebbero ancora circa 1,7 milioni di euro.
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