Millico da record, simbolo di una Next Generation che usa la testa

Il giovane attaccante granata ha molti esempi da non seguire: Kean, Cutrone e Pellegri sono stati esiliati dal calcio italiano, prenda nota
02.08.2019 11:09 di  Federico Danesi   vedi letture
Millico da record, simbolo di una Next Generation che usa la testa
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ci sono i numeri e quelli non mentono mai. Vincenzo Millico, per la statistica, è diventato infatti il primo calciatore italiano del 2000 a segnare in una competizione europea per club, roba che nemmeno Moise Kean, con il quale gli incroci sono e forse saranno molti. Ma era anche dal 2007, quando Malonga segnò la rete del momentaneo vantaggio nella partita di campionato contro il Catania (era l'11 novembre) che non segnava un ragazzo così giovane con la maglia del Toro.

Ora lo stanno scoprendo tutti, chi l'ha seguito nelle Giovanili conosce bene il suo potenziale e non c'è nulla da aggiungere. C'è però un fatto, nemmeno trascurabile. Malonga dopo il Toro si è sostanzialmente perso e oggi a 30 anni gioca nella Canadian Premier League, che non è come dire la Serie A o ,la Liga. Kean è stato scaricato, perché non ci sono altri verbi più adatti, dalla Juventus che forse un giorno lo riprenderà ma non è nemmeno detto. Lo stesso destino di Patrick Cutrone con il Milan, e anche lui sembrava un crack. La stessa fine che rischia di fare Pietro Pellegri, che pure è un anno più giovane rispetto a Millico ma intanto è reduce da una stagione disastrosa complici problemi all'inguine al Monaco.

Molte analogie, ma anche una differenza. Accanto a Vincenzo c'è Gaetano Paolillo a rappresentarlo. Un manager di altri tempi, che conosce bene il calcio e le sue sfumature. Con lui ha firmato un rinnovo fino al 2023, quindi un'ottima garanzia di continuità. E insieme, con la società al fianco, hanno deciso di restare per imparare qui quello che il ragazzo poteva sperimentare altrove. Con Belotti intoccabile per molti motivi e Zaza rinato, trovare spazi non sarà semplice. Ma l'arte della pazienza e la stima che Walter Mazzarri nutre per lui possono produrre ottimi frutti.