Mihajlovic: “Domani mi aspetto undici giocatori assatanati. Ho fiducia nella squadra”

28.10.2017 15:42 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic: “Domani mi aspetto undici giocatori assatanati. Ho fiducia nella squadra”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha presentato in conferenza stampa la partita di domani sera con il Cagliari. Ecco che cosa ha detto:

Subito dopo la sconfitta con la Fiorentina aveva detto: “Da domani faremo a modo mio”. Che cosa è cambiato?

“Quest’anno non volevo più arrabbiarmi perché dovevamo passare alla fase successiva, la seconda, lavorando sui particolari poiché la squadra era più matura e avevamo preso giocatori di carattere che dovevano e potevano aiutare i compagni, infatti, all’inizio è stato così, poi dalla partita con il Verona si è inceppato qualcosa e, allora, dobbiamo ritornare alla fase uno quando si parla di atteggiamento, del dna del club, dove si mettevano in primo piano i principi morali. La rassegnazione non è nel dna del Toro, ma lo è la rabbia. Non voglio fare processi pubblici perché non voglio cercare colpevoli per darli in pasto alla stampa e ai tifosi, quello che dovevo dire l’ho detto a modo mio e mi prendo le mie responsabilità poiché ho sbagliato alcune valutazioni, ma voglio che sia chiara una cosa: io vi posso raccontare minuto per minuto le notti insonni che passo quando il Toro non vince. Non è così solo adesso, mi capitava anche quando ero giocatore e quando allenavo altre squadre. Quando il Toro perde non dormo la notte e mi riguardo le partite due-tre volte e, poi, al mattino per scaricare la rabbia vado a correre per quindici chilometri. Pretendo dai giocatori non che chi non ha qualità se la inventi, ma che abbiano la mia stessa rabbia e che se si perde la settimana dopo sputino l’anima e ciò non sta succedendo. Domani mi aspetto una grande reazione da parte della squadra. Dal punto di vista tecnico-tattico non siamo mai stati dominati da nessuno. E’ un problema di atteggiamento: bisogna voler vincere a tutti i costi. Questo ci è mancato dopo la gara con il Verona. Domani mi aspetto undici giocatori assatanati e con la voglia di cercare di vincere al partita”.

Domani conterà solo il risultato a prescindere dalla prestazione?  

“Le prestazioni, la maggior parte delle volte, le abbiamo fatte, ma i risultati non sono arrivati.  E’ sempre importante giocare bene, ma non è questo il nostro problema. E’ mancato lo spirito che avevamo l’anno scorso e la giusta reazione. Sappiamo che tutti dobbiamo dare molto di più”.

Perché è mancato lo spirito Toro?

“Perché tecnicamente siamo più bravi e vedendo che in alcune le partite avevamo dominato si è creduto che i gol arrivassero da soli, ma se in campo non si mette la giusta rabbia e la concentrazione non si ottiene nulla. Su questo concetto abbiamo battuto tanto l’anno scorso e pensavo che i ragazzi lo avessero capito, invece, mi sbagliavo. Se si creano quattro o cinque occasioni a partita e non si segna e al primo tiro in porta degli avversari si subisce gol possiamo anche dire che è sfortuna, ma qualcosa si è inceppato”.

Come ha passato la settimana?

“Come ho detto, rivedendo le partite, facendomi seghe mentali, scaricando la rabbia e preparando gli allenamenti, ma rimanendo sereno perché ho fiducia nella squadra”.

Domani ci saranno cambiamenti di uomini e nello schieramento?

“Domani qualcosa cambierò, ma non saranno bocciature bensì scelte, però, qualcuno mi ha deluso e si dovrà entrare in campo con un altro spirito”.

Ha incassato la fiducia della società, questo è uno stimolo?

“Non ho bisogno di stimoli, ma quando si ha la fiducia della società ci si sente più forti. Ho la coscienza a posto e conosco i rischi del mio mestiere e so che contano solo i risultati. Il mio destino è legato alla società. Abbiamo tredici punti e siamo nella parte destra della classifica, ma se si fanno due-tre risultati positivi in un attimo sei lì dove dovresti essere. Vincendo domani andremo a sedici punti e magari saremo a pochi punti dall’Europa League. Il nostro obiettivo non è lo scudetto, ma lottare per un posto in Europa. L’importante domani è vincere e rimettere in carreggiata il Toro”.

Belotti come sta?

“Vedremo dopo l’allenamento e passata la notte. Domani mattina si deciderà, ma non vogliamo sicuramente rischiare nessuno”.

Ha detto che vuole vedere un altro atteggiamento in campo e in questi giorni vi sarete confrontati …

“Non c’è stato nessun confronto, io ho parlato e loro (i giocatori, ndr) sono rimasti zitti. Il confronto è finito”.

Va bene nessun confronto, ma ha visto durante gli allenamenti qualche cosa di diverso nell’atteggiamento di giocatori che le faccia pensare che domani in campo si comporteranno come lei vuole?  

“La squadra si è sempre allenata bene, però, più di qualche volta in partita non si è riuscito a fare quello che si doveva, ma ribadisco, la squadra si è sempre allenata bene, con grande intensità e voglia di mettere in pratica tutto ciò che si faceva, quindi, non ho nulla da rimproverare ai ragazzi. Gli allenamenti sono sempre stati fatti come si doveva, poi, magari in partita non accadeva ciò che avevamo preparato. Non che sia mancato l’impegno, ma qualche cosa in più, quella rabbia, quello spirito, una reazione che c’era l’anno scorso. Quest’anno dopo il pareggio con il Verona  non c’è stato, ma ci mancavano anche un sacco di giocatori. Questo non deve essere una scusa, ma sono sicuro che se fossimo stati al completo alcune partite pareggiate o perse le avremmo potute anche vincere”.

Che cosa ha sbagliato?

“Quest’anno non mi volevo arrabbiare, volevo passare al lavoro sui particolari, contando su una squadra più matura e più forte e con acquisti che dovevano dare personalità e carattere. All’inizio sembrava così, ma dopo la partita con il Verona qualcosa si è inceppato. Quindi bisogna tornare all’antico, a parlare del dna del club. Visto che la situazione non è quella che mi aspettavo, allora devo tornare io a essere quello di un anno fa”.

Ansaldi e Obi sono recuperati?

“Mah, vediamo l’allenamento di oggi e le garanzie che possono darmi. In passato ho dato fiducia ai giocatori ascoltando ciò e mi hanno detto su come si sentivano e mi hanno assicurato di stare bene, poi, però si sono fatti male. Non voglio rischiare nulla, anche se la partita è difficile e importante. Se i giocatori mi daranno delle garanzie sulla loro salute e mi convinceranno allora giocheranno, altrimenti no”.

Niang forse dovrebbe essere “ricostruito” anche mentalmente?

“Lui lo sa che non è in condizione, ma so che il migliore Niang tornerà e non sono soldi buttati via quelli spesi per prenderlo. Non gioca con continuità da due anni e ci vuole tempo e c’era da aspettarselo. Ha un carattere particolare e bisogna sapere come penderlo,  ma non ci sono problemi. Si è visto dai dati e dalle giocate che ha fatto nelle ultime partite che ha rischiato di più, poi, magari non gli sono riuscite le giocate”.

Lei si sente in bilico?

“Sono nel calcio da trent’anni e mi sono trovato tante volte in situazioni simili. L’unica cosa che mi interessa è vincere domani. Preparo la gara con serenità e fiducia. Il mio pensiero è rimettere il Toro in carreggiata, tutto il resto viene dopo. Mi esalto nelle difficoltà e nelle responsabilità, è questo che mi piace e non mi arrendo, non mollo e non torno indietro”.

In attacco c’è anche Edera, è una possibilità il suo utilizzo o visto il momento non è il caso di mandarlo nella mischia?

“Tutti quelli che sono disponibili e si allenano bene sono una possibilità. Se è disponibile, se viene in panchina e se è convocato c’è possibilità, questo vale per tutti. Non porto in panchina un giocatore che non mi serve, lo lascerei a casa e, come ho detto, per me sono tutti importanti e loro devono sapere che se anche non partono titolari possono essere decisivi anche giocando quindici-venti minuti. Quando si entra in campo, però, bisogna dare il massimo”.

A inizio stagione era convinto che la squadra fosse competitiva, lo è ancora?

“Ho detto che ho fiducia nella squadra e che i nostri obiettivi non cambiano. Il campionato è ancora lungo e se domani vinceremo saremo a sedici punti e magari alla pari con chi è settimo o sesto. La classifica non è quella che mi aspettavo, ma ci sono momenti di difficoltà in un campionato, il calcio è cosi, però, dobbiamo uscirne e sono convinto che ne usciremo”.

Centrocampo a tre o ancora a due domani?

“Il centrocampo può essere a tre, a due a cinque e a quattro, tutto è possibile”.

Aveva tolto Sadiq nella ripresa a Firenze, che cosa vuole dire?

“Ho detto che alcuni giocatori saranno cambiati e alcuni usciranno e altri entreranno, ma non sono bocciature bensì scelte. Tutti sono importanti, tutti hanno avuto possibilità di giocare e ce l’avranno, ma dipenderà da loro. Non c’è una bocciatura definitiva per nessuno”.