Mazzarri: “Sono convinto che abbiamo corretto gli errori di Firenze e spero che ne faremo meno con la Sampdoria”

02.04.2019 20:22 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
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Walter Mazzarri
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha presentato la partita di domani sera  con la Sampdoria. Ecco nel dettaglio che cosa ha detto:

Che Sampdoria si aspetta visto che la Sampdoria ha battuto il Milan e Giampaolo ha parlato di obiettivo Champions?

“E’ una squadra forte. In estate e a gennaio hanno preso giocatori importanti come Gabbiadini e Sau e Giampaolo è sulla panchina della Sampdoria da tre anni per cui hanno obiettivi importanti. Hanno avuto un momento di appannamento e si sono ripresi e hanno fatto bene con Sassuolo e Milan. Anche noi siamo tosti e domani cercheremo di impedirgli di giocare come vogliono e cercheremo anche di metterli in difficoltà quando attaccheremo”.

Falque non è fra i convocati, quanto pesa la sua assenza?

“Purtroppo è una perdita grossissima. Spero di recuperarlo prima della fine della stagione perché è un giocatore che, soprattutto in primavera, per le caratteristiche che ha può fare la differenza. E’ una brutta perdita, sinceramente. (Stiramento di primo grado del legamento collaterale mediale, come comunicato dalla società). Iago è un giocatore rapido, che ha meno forza fisica quando i campi nel periodo invernale sono pesanti fa un po’ più fatica, ma adesso che i campi sono belli e la palla va veloce le sue caratteristiche sono ideali. Peccato non averlo in generale, ancor di più in questo periodo dell’anno perché poteva essere ancora più determinante”.

Quanto influisce giocare partite ravvicinate e che la Sampdoria abbia giocato sabato sera e voi domenica pomeriggio?

“Non lo dico per lamentarmi, ma per rispondere, ma conta tanto e ci vorrebbe più attenzione perché anche solo avere 15-16 ore in più per recuperare possono cambiare il rendimento. A Firenze faceva un calco pazzesco, ma andiamo oltre e pensiamo a fare una grande gara domani”.

Quanto l’infortunio di Falque responsabilizza Zaza in questo finale di stagione? Che cosa deve fare per essere a pieno titolo nel gruppo?

“Zaza deve responsabilizzarsi come Parigini e Berenguer. Falque con me ha quasi sempre giocato, ad eccezione di due-tre volte perché non era in forma o perché rientrava da un infortunio, ma è chiaro che giocatori come Berenguer e Parigini che hanno caratteristiche simili devono essere pronti e far vedere di esserlo, se vengono chiamati così come Zaza e tutti gli altri. Quando ho fatto turnover nelle ultime partite e tutti hanno giocato come dovevano il Torino ha vinto. Quindi è importante che facciano le cose bene e che giochino in funzione della squadra, che corrano, che diano una mano se serve e quando si perde la palla la si rincorra. Se si fanno le cose da squadra vera, com’è nelle corde del Toro, non si commettono errori. Vorrei che questo fosse sempre fatto e non in qualche partita un po’ meno, non mi piace”.

Quanto conterà l’esperienza della partita d’andata? La migliore disputata dal Torino.

“Mi piacerebbe ripetere la stessa gara, ma anche loro erano in un momento diverso dall’attuale. In campionati così avvincenti come questo dove c’è alternanza di risultati in certe fasce di squadre ha poca rilevanza ciò che è successo all’andata. La Sampdoria è in un periodo di forma eccellente ha battuto il Sassuolo in trasferta e il Milan e questo la dice lunga. Pensiamo a noi stessi e non facciamo raffronti”.

Giampaolo ha parlato di scontro per la Champions, anche per lei è così visto che in passato ha sempre centrato gli obiettivi?

“Se ha detto così va bene, è giusto perché anche la matematica lo dice. Non mi piace fare paragoni e mi piacerebbe che ognuno guardasse in casa sua, ma se vengo tirato in ballo dico le cose come stanno. Giampaolo è alla Sampdoria da tre anni e la rosa è formata da giocatori importanti quindi l’imperativo di andare in Champions è maggiore per la Sampdoria. Per tutta una serie di parametri non è inferiore a noi in questo momento. Parlando di noi, siamo orgogliosissimi di ciò che facciamo. Quando si perde qualche partita si dice che siamo fuori da tutto, ma ora siamo in corsa    Il nostro ciclo è iniziato in ritiro quest’estate e abbiamo cambiato tanto. Stiamo facendo cose eccezionali, ottime, anche per certi versi sopra le aspettative. Ora, però, devo tirare fuori tutto dai miei giocatori. E non è una frase fatta quando dico che per me queste sono davvero nove finali da interpretare al meglio e vedere dove arriveremo. Non dobbiamo accontentarci mai, dobbiamo fare la corsa su noi stessi, migliorarci. Bisogna avere obiettivi precisi che diventano più grandi di partita in partita. E quando non si gioca bene come a Firenze o Bologna bisogna fare meglio. Lo dico sempre ai ragazzi e poi i risultati sono figli anche di episodi.  Pensando così nella mia carriera poche volte le mie squadre hanno reso meno del potenziale effettivo, anzi, spesso di più”.

Domani ci sarà anche la sfida a distanza tra Belotti e Quagliarella, ma che caratteristiche hanno?

“Ognuno ha le sua caratteristiche. Io sono affezionato anche a Quagliarella, lo avuto in un momento particolare e quando mi ha parlato delle sue vicende mi sono commosso. E’ un grande attaccante e sono contento per lui. Belotti è molto più giovane e davanti ha una carriera che non si sa dive può arrivare. Non sono confrontabili, ma sono due grandi attaccanti. Auguro a Quagliarella una carriera ancora lunga, ma prima poi tutti le carriere finiscono, mentre Andrea la sua l’ha iniziata adesso e ha il futuro davanti a se”.

Il derby fissato per il 4 maggio, Che cosa ne pensa?

“Ha detto tutto il presidente e sono d’accordo con lui che si debba fare di tutto per spostare la data e celebrare la nostra storia nel migliore dei modi”.

Concorda che a Firenze ci volesse una mentalità più determinata per provare a vincere?

“Dal mio punto di vista bisogna sempre provare a vincere e si poteva fare meglio. Rivedendo la partita e giudicandola freddo non è stata una gara così disastrosa. Dopo un avvio faticoso, dove è pesata l’assenza di N’Koulou che di solito guida la difesa e siamo andati in bambola, ci siamo ripresi e l’occasione capitata a Belotti è stata clamorosa tanto quanto quella di Simeone. Belotti è strattonato e meritava il rigore. Nel primo tempo abbiamo fatto il 57% di possesso palla dopo essere andati in svantaggio e loro sono andati forte e quando ci rubavano palla partivano in contropiede. Mi sono lamentato con Falque e Baselli perché arrivavamo nei pressi della loro area schiacciandoli e poi non tiravamo in porta e se avessimo tirato da quaranta metri magari avremmo fatto più tiri di loro. Si vuole entrare in area con la manovra, ma alle volte serve tirare da fuori come ha fatto Baselli quando ha segnato. A Firenze hanno faticato in molti, non perdiamo di vista la realtà”.

Domani un partita importante e decisiva per le successive, come sta la squadra dal punto di vista fisico, ma soprattutto mentale?

“Non lo so, non abbiamo fatto in tempo a fare niente tra il ritorno da Firenze e siamo già di nuovo in campo. Scherzo, però, ma quando si gioca ogni due giorni e mezzo non è facile capire come stanno i ragazzi. Per domani ci sono un po’ d’incognite. Non ci siamo allenati si è solo recuperato. Ho detto loro alcune nozioni che sanno a memoria. Ho parlato con tutti i ragazzi e stanno tutti recuperando, domani mattina verificheremo chi ha recuperati di più e deciderò la formazione definitiva. Quindi non posso dire nulla. Domani sera andiamo in campo e vediamo che cosa faremo. Credo che a livello d’intenti non sbaglieremo perché i ragazzi sono tutti responsabili, sono in gamba e sono convinto che siano stati corretti gli errori che abbiamo fatto a Firenze e spero che ne faremo meno”.

Intende non andare in campo come nei primi dieci minuti a Firenze?

“Così avevano giocato i primi dieci minuti qui con la Fiorentina, se non mi sbaglio, regalando subito il gol a loro. Era tanto che non disputavamo una partita così brutta. Avevamo il sole in faccia, poi dicono che trovo le scusanti, ma lo faccio per i miei giocatori. Non è facile spiegare certe partite. Per me la guida del reparto è importante e n una partita difficile cambiarla (assenza di N’Koulou per squalifica, ndr) ci ha fatto un po’ spaventare e si è fatto un po’ di confusione, ma meno male che ci siamo ripresi dopo aver subito gol e una volta pareggiato avremmo potuto anche fare meglio”.

Domani si aspetta una maggior spinta caratteriale da parte della sua squadra che  le dimostri che “c’è fame”?

“Mi aspetto anche una spinta del pubblico come a Firenze. In casa bisogna far valere anche il fattore campo, come spesso fa la Sampdoria con noi. Qui quando la gente è tutta unita, a parte la Curva che è sempre eccezionale, e ci spinge ci aiuta a crederci fino alla fine. Sulla personalità ci stiamo lavorando. E’ iniziato un percorso dalla partita di ritorno con la Roma. Quando c’è un percorso di crescita e si pensa di avercela fatta dopo un filotto di partite simili c’è un inciampo. Allora si rivedono le immagini con i ragazzi e dovranno passare questi inciampi. A livello di mercato si è agito bene, ma non scordiamoci che ci sono alcuni ragazzi che giocavano poco in altri club, come Aina che non era un titolare fisso nella serie B inglese e alle volte fa partite stratosferiche e alle volte fa due sbagli. Ho nominato Aina come esempio, ma è capitato un po’ a tutti. Giocando a corrente alternata si sono buttai via punti rispetto a cosa meritavamo in base alle prestazioni. E’ normale quando c’è un progetto da portare avanti. Ci sono anche altri errori, che non nominiamo, e che ci hanno tolto punti, però, in linea di massima siamo soddisfatti per dove siamo arrivati”.

Le sue scelte per domani potrebbero influire sull’autostima di alcuni giocatori ad esempio Zaza, Berenguer e Parigini. Come si pone nei confronti di questa situazione?

“Quando un allenatore parla chiaro dall’inizio e poi dimostra di essere coerente tenendo fuori chi sbaglia la partita precedente non si pone la questione. Nei limiti di quando si gioca ogni due giorni va in campo chi sta meglio. In passato ho lasciato fuori Baselli, Meïté, anche Rincon e si è vinto con l’Atalanta eppure complessivamente ha avuto un rendimento superiore a tutti . Chi sta fuori non deve scoraggiarsi, le partite di giocano in quattordici e bisogna a accettare le scelte. Quando si gioca si deve dimostrare di andare a mille, quando si perde palla la si rincorre, come fa Belotti che è il capitano e dà l’esempio. Tutti sbagliano e giocano male e l’allenatore fa le scelte: questo è il senso di squadra per me e se lo si porta avanti con coerenza e attenzione alla fine arriveranno anche risultati migliori”.