Mazzarri si arrangia con quello che ha ma la rosa del Torino va completata

Tra giocatori in esubero, pedine mancanti in tutti i reparti e nonostante i cinque nuovi arrivati la squadra granata deve essere ritoccata per essere competitiva.
24.07.2018 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
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Walter Mazzarri
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il ritiro di Bormio ha ampiamente dimostrato che la rosa del Torino è incompleta sia per il 3-5-2 sia per il 3-4-3 e non basta che domani, quando ci sarà la ripresa la Filadelfia, si aggiungeranno al gruppo Ljajic, Obi e Niang, che hanno terminato le vacanze post Mondiale. Gli infortuni di Lyanco e Bonfazi hanno evidenziato che serve un altro difensore centrale pur tenendo conto degli arrivi di Izzo e Bremer. Sulle fasce non sono sufficienti De Silvestri, Ansaldi e si può aggiungere Berenguer. A centrocampo vi sono giocatori in esubero, Acquah, Valdifiori e Obi, e mancano calciatori che abbiano le caratteristiche che servono al gioco di Mazzarri, anche se è arrivato Meïté. In attacco il discorso è simile a quello del centrocampo, infatti, la new entry Damascan non è sufficiente e rimangono i nodi da sciogliere relativi a Ljajic e Niang.

In ritiro Mazzarri ha nella prima settimana provato Falque in coppia con Belotti e non ci sono dubbi che grazie all’intelligenza e alla disponibilità dello spagnolo giocare con i due attaccanti disposti verticalmente, per intendersi con il 3-5-1-1 sia possibile, ma non in tutte le partite e non con qualsiasi avversario. Nella seconda settimana a Bormio, invece, ha provato il 3-4-3. Lo stesso mister lo ha detto nella conferenza stampa di venerdì scorso. “Quando arriveranno Ljajic, Obi e Niang dovranno subito integrarsi e avere la mentalità di fare sempre il massimo e quelli che sono stati in ritiro a faticare quindici giorni devono fare capire loro che la strada è questa e che devono incanalarsi in questo discorso. A livello tattico ho già altre cose in mente perché ci sono giocatori, per esempio, che possono permettere di fare anche il 3-4-1-2 invece del 3-4-3. C’è Niang che ha caratteristiche da punta e l’avete visto anche al Mondiale che ha giocato nel 4-4-2. Niang è un di quelli che può giocare insieme a Belotti facendo con lui le due punte classiche. E’ una possibile variabile e poi vedrò come staranno e come arriveranno. Da un punto di vista offensivo con i giocatori che ci sono qui a Bormio andava bene fare il 3-4-3 e il 3-5-1-1, mentre con loro si può fare il 3-5-2 puro oppure il 3-4-1-2. Ljajic può fare il trequartista e anche Falque, mentre Edera ha caratteristiche un po’ diverse. Ho diverse soluzioni in testa e lo stesso Baselli, pur avendo caratteristiche diverse, può fare il trequartista”. Pur non lamentandosi e, anzi, dicendo che si possono adottare moduli diversi Mazzarri indirettamente fa capire che gli attaccanti che ha a disposizione in parte devono adattarsi a certi tipi di gioco. E questo vale un po’ per tutti i reparti, Per la difesa il mister granata si augura che possa arrivare un altro elemento: “Numericamente giocando con la difesa a tre ci sono rimasti quattro giocatori (Lyanco è sempre alla prese con il recupero dall’operazione al piede, ndr). Purtroppo Bonifazi ha avuto un problema. In più ci sono ragazzi veramente molto interessanti che sto osservando in questo ritiro e che potranno darci una mano in futuro, ma è chiaro che i giovani vanno inseriti piano. Probabilmente da oggi alla fine del mercato, se ci sarà l’opportunità penso che in difesa un intervento vada ancora fatto”.

Finora il Torino ha preso Rosati, Izzo, Bremer, Meité e Damascan e a parte i primi sue gli altri sono tutti giovani che no hanno mai giocato in Italia e Bremer e Damascan mai neppure hanno affrontato campionati differenti da quelli dei propri paesi d’origine, rispettivamente Brasile e Moldavia. Bocciature sui nuovi arrivati non ce ne sono da parte di Mazzarri, ma l’allenatore sa benissimo che inserirli non è una cosa immediata: “Tutti i ragazzi che sono arrivati magari io non li ho visti dal vivo, ma in video però avevano qualità molto buone e stanno confermando l’impressione che avevamo avuto. Ci vuole un minimo d’ambientamento soprattutto per quei ragazzi che non conoscono ancora la lingua e anch’io quando parlo con loro ho un pochino più di difficoltà nel fare capire loro le nozioni tattiche e di reparto. Hanno risposto, però, tutti benissimo. Essendo arrivati da poco più di tanto non possiamo pretendere dal punto di vista dell’apprendimento totale dell’organizzazione che voglio”. La società sa benissimo quali sono le richieste di Mazzarri e sa altrettanto bene che l’attuale rosa ha delle lacune e dove le ha sta quindi a Cairo e Petrachi colmarle e non costringere Mazzarri ad affrontare la stagione sperando che i giocatori che ha a disposizione siano in grado e abbiano voglia di adattarsi a ricoprire ruoli che non sono del tutto nelle loro corde. Il mister può arrangiarsi con i calciatori che ha, ma se non ha quelli giusti rischia di trovarsi nella stessa situazione dei suoi predecessori: a fine inverno si ha già la certezza che il Torino non andrà oltre la metà classifica. Se si ambisce a questo va benissimo, ma se si vuole lottare per un posto in Europa League, pur non dicendolo come se fosse una sorta di mostro che fagocita chi osa anche solo nominarlo, la rosa va rinforzata e al più presto non con giocatori di prospettiva, ma con chi può fare la differenza perché ha qualità ed esperienza.