Mazzarri: “Domani la partita più importante. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi”

24.07.2019 19:35 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
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Walter Mazzarri

L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha presentato la partita d’andata del secondo turno di qualificazione all’Europa League con il Debreceni. Ecco tutto quello che ha detto:

Partita preparata in pochi giorni, quali sono le difficoltà e quali insidie presenta il Debreceni che ha già giocato partite ufficiali?

“La squadra avversaria già da un mese e mezzo si alleni ed ha già superato un turno di qualificazione per giocare contro di noi. Sappiamo tutti che a certi livelli il giocare 90 minuti e la brillantezza si acquisisce dopo un periodo di allenamento e con amichevoli con un grado di difficoltà di volta in volta superiore. Loro hanno superato il turno e a livello europeo non c'è nessuna squadra impreparata sia fisicamente sia per i concetti che sono ormai diffusi e tutti conoscono. Questa è la mia vera preoccupazione. L'unico vantaggio che abbiamo nell'aver preparato in poco più di tre settimane questa partita e che siamo quasi tutti gli stessi dell'anno scorso. E non ci scordiamo che questi ragazzi nel girone di ritorno hanno fatto una cavalcata eccezionale questo mi fa ben sperare che capiscano l'insidia di non essere ancora al top. Quindi dovranno saper gestire la partita in un certo modo e su questo aspetto abbiamo lavorato sotto tutti i punti di vista. Speriamo che domani sappiano sfruttare quanto abbiamo fatto e detto gestendo le forze nell'arco dei 90 minuti”.

In una sfida che si decide nell'arco di 180 minuti e con la prima partita in casa è fondamentale non prendere gol domani?

“Questa è la prima cosa che devono capire i giocatori e gliel'ho già detto perché tutti sappiamo quali sono le regole nelle coppe e si può dire che i gol fuori casa valgono doppio non lo dico perché voglio spiegare il regolamento, ma non bisogna scordarselo. L'unica apprensione che posso avere e che i ragazzi per dimostrare di riuscire in Europa, dopo tanto tempo davanti al nostro pubblico, vogliano spaccare il mondo e magari per cercare di fare bene lasciamo a loro l'arma del contropiede, che è caratteristica del Debreceni. Loro stanno ripartire in velocità, stanno bene fisicamente e tecnicamente sono anche validi. Quindi noi dovremmo saper usare la testa, far girare la palla nei momenti in cui stiamo un po' più stanchi, non andare a testa basta. Insomma fare tante cose che l'anno scorso non eravamo tanto abituati a fare perché  avevamo una condizione atletica stratosferica e andavamo a prendere gli avversari sempre alti e giocavamo sempre su certi ritmi se non per 90 minuti almeno per 70-80, Mentre domani di sicuro non potremo farlo per cui dovremmo essere molto più bravi è molto più esperti nel gestire il pallone e cercare di aumentare i tempi morti perché, ripeto, loro di sicuro stanno meglio di noi atleticamente”.

A che punto sono i suoi giocatori? Sentono la partita?

“La sentono, ma non vorrei che inconsciamente tutti questi elogi ricevuti dall'anno scorso ad ora possano averli fatti troppo rilassare. Non devono sentirsi troppo sicuri proprio per i motivi che ho detto prima e gliel'ho già detto dal primo giorno di ritiro. Questa è anche una mia curiosità: vedere se la squadra, che mi ha dato tante soddisfazioni l'anno scorso, riesce a fare un ulteriore salto di qualità e affrontare al meglio questa partita che, secondo me, è la più insidiosa. Se dovessimo superarla bene sono convinto che poi per le altre, al di là della forza dell'avversario stando noi sempre meglio, le piccole o grandi variabili che non mi lasciano tranquillo non le avrei più. Quindi mi aspetto anch’io una prova di grande attenzione e maturità e dopo la partita tireremo le somme”.

La formazione è praticamente scontata poiché alcuni giocatori per gli impegni pregressi con le nazionali sono arrivati dopo. Si può ipotizzare che però ci sia un ballottaggio fra Djidji e Bremer?

“Devo dire una cosa, noi siamo ai preliminari e l'anno scorso avevo tutti i ragazzi della rosa dal primo giorno di ritiro mentre per quest'anno per vari motivi, impegni con le rispettive Nazionali, alcuni giocatori importantissimi sono arrivati all'ultimo momento e li ho dovuti ringraziare perché sono arrivati prima di quanto avrebbero dovuto, quindi sono stati tutti dal punto di vista professionale eccezionali. Però sono arrivati proprio a ridosso della partita e alcuni come Aina, che mi avrebbe fatto comodo, non c'è ancora. Ecco perché fino a quando non vedrò entrare la squadra in campo non sono così tranquillo perché tutte le variabili mi fanno stare un po' in apprensione, ma speriamo che questa apprensione, che cercherò di trasmettere ai giocatori in modo che vedono il pericolo, si trasformi in qualche cosa di positivo in campo. Ripeto, ci sono tanti punti interrogativi per questa partita.
Per quel che riguarda il ballottaggio, ad ora se non succede nulla tre cambi ci sono: uno in difesa, uno in attacco e un altro a centrocampo, anzi due perché Rincon è stato strabiliante in quanto, secondo me, in vacanza ha fatto la preparazione come se fosse stato con noi in ritiro ed è stato uno dei migliori anche nei test, quindi, lo avrò a disposizione almeno per la panchina. Per cui penso che avremo quattro cambi utili se non ci saranno brutte notizie dopo la rifinitura. Chi farò giocare lo vedrete domani, non diamo vantaggi a nessuno anche perché avrò dubbi fino alla fine”.

Che Toro vuole vedere?

“Dobbiamo fare il nostro classico gioco fino a quando abbiamo le energie, le scalate offensive in avanti e tutte quelle cose che avete visto in ritiro perché non bisogna snaturare l'organizzazione. Però il tutto va fatto con molta più attenzione di quando siamo al top della forma. Ad esempio, spero che attaccheremo con le nostre geometrie chiudendo l'avversario nella propria metà campo anche davanti all'area di rigore, ma bisogna essere molto attenti a non scoprirci troppo perché come ho detto prima non dobbiamo sbagliare le coperture preventive che saranno fondamentali poiché il Debreceni vedendolo giocare è micidiale proprio nelle ripartenze. La loro caratteristica è abbassarsi ed aspettare l'avversario per poi ripartire forte e noi dobbiamo essere equilibrati e quando perderemo la palla dovremmo essere veloci a recuperarla oppure scappare in modo tale che loro non ci possano fare male soprattutto in contropiede. Sono anche molto forti sulle palle inattive, atleticamente sono forti e strutturati e sono pericolosi anche sui calci piazzati diretti. I ragazzi hanno visto tutto e sono informati delle difficoltà però noi dovremo fare il nostro gioco con ancora più attenzione nella gestione della palla perché facendolo in un certo modo possiamo anche recuperare delle energie fisiche che potrebbero mancarci nei 90 minuti”.

Molti giocatori anche fra i titolari non hanno mai finora disputato una partita di Europa League. A quei giocatori che cosa ha detto in questi giorni?

“Io ho un principio di lavoro e l'ho trasmesso anche a Frustalupi, bisogna dare più input possibili ai giocatori prima delle partite. Bisogna stare attenti a ogni particolare e prepararli il più possibile su ogni situazione che si può verificare durante la partita creando ai giocatori una gara virtuale. Questa settimana ho parlato con tutti, ad uno ad uno, proprio per far capire loro che la partita di andata è in casa e quindi va interpretata in un certo modo e ho citato loro allenatori come Mourinho, che hanno più esperienza di me nelle coppe, e che dicono sempre di stare attenti nell'andata in casa a stare attenti a non subire gol. È una cosa giusta perché poi se si vanno a vedere le statistiche molte volte se non si subiscono gol e se anche non se ne fanno cinque si hanno grandissime possibilità di passare il turno affrontando la partita di ritorno fuori casa. Queste cose le ho fatte capire ai giocatori non tanto a livello statistico. Quando si perde la palla anche se si attacca la prima cosa ... non c'è bisogno che lo dico a voi, ma ai giocatori però posso dirvi che ho calcato la mano su questo aspetto e di essere molto attenti ad essere equilibrati”.

Ha visto una luce diversa negli occhi di Belotti in queste settimane visto che ha sempre detto che la squadra voleva arrivare a giocare in Europa?

“I giocatori sanno come la penso, l'allenatore parla prima di andare in campo e devo convincerli a essere giocatori nella testa. Secondo me la prima cosa che devono fare i giocatori é parlare poco e dimostrare tanto. Andrea incarna questo principio e l'ha dimostrato arrivando dieci giorni prima del previsto in ritiro e questo per me da capitano è anche una dimostrazione per tutto il gruppo. Andrea è un giocatore che non si risparmia mai, gioca per la squadra e lo sapete l'ha già fatto negli anni scorsi e lo si è visto anche nelle amichevoli. Purtroppo, a causa dei tempi ristretti non abbiamo avuto il tempo di organizzare amichevoli di più alto livello, ma lui in tutte le tre le amichevoli che abbiamo fatto ha sempre dato il massimo e questo è quello che deve fare. Gli altri poi vedendo che il capitano, il centravanti, si comporta così naturalmente lo seguono”.

A che percentuale è arrivato il livello di preparazione della squadra? Quanto pensa che l'avvio di stagione così accelerato possa condizionare il resto?

“Credo che il resto verrà condizionato da tante altre cose: se andremo avanti e quanto, quanto terremo Invita anche la Coppa Italia e se arriveremo alla finale. So benissimo, perché mi è già successo con il Napoli che fortunatamente almeno ai gironi ci siamo sempre arrivati e anche superati e che la Coppa Italia l'abbiamo vinta e in altre stagioni ci siamo andati vicini. Se non ricordo male un anno anche con la Sampdoria arrivammo in finale e la perdemmo ai rigori. Quindi portare avanti tre competizioni per gran parte del campionato può darsi che comporti perdere qualche punto per strada. Alle volte anche squadre più abituate a fare le coppe hanno dovuto concentrarsi su una competizione e lasciare un po' per strada l'altra. Dico la verità, in questo momento non penso a queste cose, spero di riuscire a portare avanti tutte e tre le competizioni per lungo tempo e poi alla fine vedremo che cosa sarà successo. Io sono concentrato a passare questo turno e per me è la cosa più importante dell'anno perché ci sono troppe insidie rispetto a quelle che ci saranno in seguito. Quando ho la squadra in mano e vedo che i singoli ragazzi sono in forma e in settimana posso scegliere ... mentre adesso non dico che si sia dovuto fare tutto in forma virtuale, ma quasi e non si sa quale sia la durata della squadra. Anche i miei preparatori, che sono bravissimi e usano la tecnologia, non possono dirmelo perché 90 minuti a certi ritmi probabilmente per tutta la gara se non si dosano bene le energie non ci sono, almeno per l'intensità del ritmo che chiedo io alla squadra. Vedremo insieme e poi commenteremo dopo”.

Dal punto di vista tattico che squadra si aspetta di affrontare?

“Le squadre ungheresi nella storia hanno lasciato anche dei segni tangibili creando negli anni giocatori importanti. In questo momento loro sono una delle migliori dell'Ungheria e anche come organizzazione hanno un bellissimo stadio. Hanno delle buone potenzialità per fare un calcio importante e non ci dimentichiamo che anche nel recente passato il Debreceni ha giocato in Champions ed è stata una squadra che in Europa ha dato fastidio a tante altre. Dell'Ungheria è una squadra fra quelle più pericolose ed evolute. L'ho già detto, sono giocatori strutturati e molto forti fisicamente, ma in diversi sono anche bravi tecnicamente. I quattro davanti sono tutti giocatori importanti, hanno un grande passo e possono saltare l'uomo, quindi, bisogna fare attenzione a tutte queste cose che sappiamo, però, non dobbiamo dimenticarci che sei giocheremo come sappiamo saranno loro a doverci rincorrere perché noi quando facciamo in modo organizzato il nostro gioco abbiamo costretto l'avversario a venirci dietro. È importante farli correre dietro di noi, ecco perché ho insistito molto sulla tecnica, sul far girare la palla, sul possesso palla, sul verticalizzare quando è il momento e sul mettere in conto quando si verticalizza che si può perdere la palla e di conseguenza bisogna recuperarla subito. Abbiamo lavorato un po' su tutto e spero che i ragazzi su cento cose che gli abbiamo detto almeno settanta riescano a farle e penso che potrebbero anche bastare”.

Si ha l'impressione che questa partita sia più importante della prossima se passerete il turno perché allora avrete una maggiore preparazione,  e così?

“Dobbiamo pensare che il calcio è cambiato e abbiamo visto anche a livello di Nazionali. L'Atalanta che quest'anno è arrivata in Champions e ha fatto una cavalcata pazzesca era stata eliminata nei turni preliminari da una squadra danese, quindi, questo vuol dire che la geografia del calcio europeo non è più quella di una volta, c'è un maggiore livellamento verso l'alto. Ormai sul tatticismo tutti sanno tutto e quindi non ci si può fidare di nessuna squadra nemmeno di quelle che si conoscono poco e che non  hanno fatto in passato parte della storia del calcio. Ci sono nuove realtà e non bisogna sottovalutare questo. Come ho detto prima la vera difficoltà è il periodo in cui discutiamo queste partite: più si va avanti meno preoccupazioni avrò perché avrò più fiducia in quanto ho la stessa squadra dell'anno scorso che se l'è giocata anche con le grandi squadre e che più avanti starà ancora meglio. Questo mi dà fiducia per il futuro, ma ora non so in che stato di forma siamo”.

Berenguer potrà essere importante visto che i loro esterni patiscono la velocità degli avversari?

“Berenguer se è in forma, e lo abbiamo visto l'anno scorso che è stato una delle rivelazioni della seconda parte della stagione insieme a Lukic, può essere molto utile. Gli altri erano già giocatori che avevano giocato tanto e hanno fatto benissimo, ma loro due, sinceramente, sono stati le belle conferme alle quali ho dato più chance e mi hanno ripagato. Purtroppo l'unica cosa di lui, ma anche di tutti gli altri, è che non so in quale grado di forma sia in questo momento. Questa è la vera difficoltà di un allenatore perché oltretutto non abbiamo potuto nemmeno verificare certe cose nelle amichevoli con squadre di sostanza diversa”.

Bremer potrà essere una delle sorprese di questa stagione?

“Bremer è uno dei giocatori che ha dato a me e al mio staff più soddisfazioni e anche se lo scorso anno ha giocato solo nel finale proprio questo è il bello di lui. È arrivato qui con delle buone basi difensive ed era già un giocatore affidabile in fase difensiva, ma per il calcio che vogliamo fare noi partendo da dietro e con i difensori che devono avere anche padronanza tecnica e lui ha fatto dei miglioramenti pazzeschi. Sembra quasi un altro giocatore perché quando è arrivato era timido e la palla la appoggiava come difensori di una volta, mentre adesso la palla fa tutto ciò che fanno gli altri difensori moderni, che sono i primi a iniziare la manovra da dietro con serenità e facilità. Questo l'aveva dimostrato già con la Lazio nell'ultima di campionato e prima con la Juventus, due partite eccezionali, mi aspetto che quest'anno riprenda da quello che ha fatto in queste due partite e dalle garanzie che aveva dato e anche di più”.

Che giudizio dà a Millico dopo averlo visto in ritiro?

“Millico è sulla strada buona per capire che se vuole competere per giocare in Serie A deve migliorare alcuni aspetti del suo modo di giocare, però, ha delle doti incredibili ed è un giocatore su cui noi contiamo e io dovrò essere bravo a farlo crescere  per gradi in base anche all'età e alle difficoltà della Serie A. Lui deve crescere piano piano imparando. Lui deve crescere piano piano imparando quando gli darò la possibilità di fare come ha fatto nell'ultima amichevole con la Pro Patria quando si è fatto trovare prontissimo ed è stato bravo e devastante facendo cose che in Primavera non faceva”.

Questa vigilia è diversa da quelle che ha vissuto in precedenza o ci sono delle analogie con altre del passato?

“Il preparatore mi ha detto che c'è un analogia, ma io guardo sempre avanti non vivo di ricordi. Dico ciò che provo ora, siccome in un anno e mezzo qui ho visto veramente crescere lo scambio reciproco di fiducia fra me e la tifoseria e l'ambiente. Siamo stati bravi tutti insieme a fare quel finale di campionato che alla fine ci ha portato qui meritatamente, secondo me, quindi sento molto la responsabilità. Quando la gente ti vuole bene e vedi che c'è un gran feeling mi carico ancora di più la responsabilità addosso. L'ho detto anche ai ragazzi, dobbiamo passare il turno ad ogni costo, dobbiamo andare di là della forma fisica, si deve andare oltre l'ostacolo sia domani sia nella partita successiva perché quello che abbiamo costruito insieme con i tifosi e con questo bellissimo ambiente non dobbiamo rovinarlo. Altrimenti sarebbe come se buttassimo via il girone di ritorno dell'anno scorso. Non vedo l'ora di vedere come si parte e, soprattutto, non vedo l'ora di avere dei dati a fine partita e spero che siano positivi. Vivo molto di più questa partita rispetto a quando ho giocato contro il Chelsea in Champions. Sento di più questa partita proprio per la responsabilità di quello che siamo riusciti a fare tutti insieme in pochissimo tempo e questo non va interrotto, sarebbe delittuoso”.

È d'accordo con chi dice che Belotti, nonostante sia il debutto in Europa, sia il classico giocatore europeo?

“È vero, se sta bene è il classico giocatore che può giocare in tutta Europa. Quando un giocatore ha la sua forza fisica, una generosità così importante può giocare in tutti i campionati del mondo, soprattutto quelli europei. Non so se ve lo ricordate, ma vi dissi che quando era ancora al Palermo e io andai in Inghilterra al Watford era uno di quei giocatori che avrei voluto. Secondo me era conoscendole sue caratteristiche era adatto al calcio inglese, che in questo momento sembra il più agonistico”.

Quanto le spiace e quanto può incidere giocare domani in uno stadio che conoscete molto poco? Il fattore campo sarà più importante nella gara di ritorno?

“L'ho detto prima, più stiamo insieme e più aumentano le settimane di lavoro e maggiore è la possibilità di fare bene. Infatti, per la gara di ritorno saremo più avanti nella preparazione. Staremo di sicuro meglio e avrò visto anche con oggettività ciò che faremo domani e di sicuro ci lavorerò sopra.
Ad Alessandria avevamo fatto un'amichevole l'anno scorso (con il Nizza, ndr) un campo diverso. Sarebbe stato bello giocare a Torino, non c'è ombra di dubbio. Oltretutto il campo ad Alessandria è un po' più stretto e dovendo fare la partita gli spazi sono importanti. Per chi attacca e per chi vuole prevalere ha più bisogno di ampiezza. Queste sono tutte variabili, ma non ci si può far niente e non dobbiamo creare alibi su queste cose. I giocatori comunque devono fare una certa partita e dobbiamo mettere un sassolino per la partita successiva e poi alla fine passare il turno”.

Ad Alessandria c'è di buono che gli spettatori sono vicinissimi al campo.

“I nostri tifosi sono il dodicesimo uomo in campo e abbiamo bisogno di loro soprattutto in questo momento per tutte le cose che ho detto”.