Mazzarri: “Domani dobbiamo fare tutto benissimo in modo da portare dalla nostra parte la partita”

11.05.2019 18:18 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
Walter Mazzarri
© foto di Alex Bembi

L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha presentato la partita di domani con il Sassuolo. Ecco tutto ciò che ha detto:

Ci presenta la partita di domani?

“E’ una squadra e una società fra le più importanti d’Italia. Ha una rosa molto importante e giocherà tranquillamente perché non ha obiettivi dichiarati, ma ha giocatori di alto livello, infatti, c’è stato un momento che si diceva che potesse essere un’insidia per la corsa all’Europa. Ha una rosa composta di giocatori come Sensi e Berardi che giocano in Nazionale. Ha Matri e via dicendo e ragazzi come Boga che sono di grande prospettiva. E’ una squadra che può mettere in difficoltà chiunque, com’è stato. Noi dovremo fare come abbiamo fatto con tutte le altre facendo benissimo tutto in modo da portare dalla nostra parte la partita.”.

Come sta Falque? Quanti minuti ha nelle gambe

“E’ convocato ed è disponibile, probabilmente non ha i novanta minuti ai ritmi che ora richiede il campionato, ma è un giocatore importante e vedremo se partirà dall’inizio e poi magari se non ce la dovesse fare potrebbe essere sostituito oppure, come ha fatto tante altre volte come a Frosinone partendo dalla panchina e poi entrando è stato determinante”.

Si vedrà il Torino che si è sempre visto oppure ha pensato a qualche cosa di differente perché come in una finale si deve giocarsi il tutto per tutto?

“Abbiamo sempre giocato in un certo modo e soprattutto da quando abbiamo preso consapevolezza della nostra forza. Se facciamo le cose con il famoso se davanti e se facciamo le cose al meglio abbiamo dimostrato sotto tutti i punti di vista sia nella fase passiva, sia nell’attenzione, sia nella fase attiva di poter mettere in difficoltà anche le squadre titolate, a parte il doppio scontro con la Roma due partite veramente sfortunate che abbiamo perso, ma in particolare nel girone di ritorno abbiamo fatto sempre risultato con le grandi. Questo ci dà, quindi, consapevolezza della nostra forza e non dobbiamo pensare che con il Sassuolo sarà una partita più facile. Non dobbiamo cambiare atteggiamento e avere lo stesso di quando abbiamo giocato con le grandi e nel nostro cervello dobbiamo pensare che affronteremo una grande e che dobbiamo fare nostra la partita. Al di là dei discorsi il Sassuolo ha già ottenuto la salvezza ed è difficile se anche vincessero sempre di arrivare in Europa, quindi, hanno un po’ meno motivazioni di noi. Questa può essere un’arma a doppio taglio perché sono spensierati e non hanno nulla da perdere e giocheranno ancora più sereni e per questo dovremo stare ancora più attenti perché sono bravissimi tecnicamente. Oltretutto anche all’andata ci hanno messo in difficoltà nelle ripartenze e non  bisogna andare troppo a testa basse altrimenti  se ti rubano palla e ripartono negli spazi hanno giocatori veloci e bravi”.

E’ più facile o difficile giocare sapendo i risultati delle altre concorrenti? Non sarebbe meglio giocare in contemporanea?

“Da tanti anni sono in questo ambiente e so tante cose e per la regolarità totale del campionato sarebbe stato giusto che dalla quint’ultima giornata in poi, al di là delle esigenze televisive, le squadre che lottano per certi obiettivi giocassero in contemporanea, figuriamoci a tre giornate dalla fine. Chi è preposto dovrebbe pensare a questo, sarebbe meglio e più regolare per tutti”.

Quanto il gruppo è più forte rispetto alla settimana scorsa?quanto ha rinforzato il gruppo il diverbio fra Sirigu e Rincon?

“Peccato che chi ha fatto il video non abbia filmato anche tutti gli altri allenamenti da quando sono qui ed è per questo che gli allenamenti non si possono fare a porte aperte altrimenti succederebbero continuamente queste cose che nel calcio sono normali, anzi, dirò di più: a me piace perché per alzare il livello gli allenamenti devono essere fatti come se fossero partite e ci vuole anche che qualcuno preso dalla carica nervosa per il risultato della partitina o da qualche altra cosa vada oltre. Questo secondo me fa bene perché conosco uno a uno i miei giocatori e credo che un gruppo più forte e più unito a livello umano di questo è difficile che o possa ritrovare di conseguenza non ci sono problemi. Tutte quelle cose che potrebbero essere  trasformate in negative da persone che vorrebbero che questi episodi lo fossero a noi danno forza, ci uniscono ancora di più e ci danno la carica come squadra. Per me è positivo. In passato anche in altre squadre episodi di questo tipo sono avvenuti e sono stati anche molto più forti e chi sa di calcio e chi fa calcio sa che queste cose rientrano nella normalità, anzi, è bene che vengano fuori  e come ho detto prima è bene che ci siano per un allenatore che vuole caricare la squadra e che gli allenamenti siano intensi come le partite alla domenica”.

Parlando del Sassuolo ha usato l’aggettivo spensierati, quale utilizzerebbe per il Torino per la partita di domani ?

“Intanto voglio sottolineare che nelle ultime partite fatte in casa finalmente ho visto quella bella sinergia della quale parlavo quando arrivai perché per fare un risultato importante bisogna essere tutti uniti anche con il nostro pubblico e non solo la curva, ma tutto lo stadio che ti fa per questi colori, per questa maglia e per questo blasone. Domani vorrei vedere quest'atmosfera. Che non sarà una partita facile l'abbiamo detto, dire cose utili per i titoli non sono capace ma vorrei una squadra veramente cattiva in senso sportivo e concreta e che vada alla ricerca del gol e che sia concentratissima in fase difensiva per non dare vantaggio e coraggio all'avversario".

E' la quinta partita che il Torino gioca alle 12,30, non sono un po' troppe?

“Ne ho parlato con importanti dirigenti della società e speriamo che il prossimo anno ci sia più attenzione perché tutti sanno che soprattutto quando una squadra deve provare a vincere tutti vorrebbero evitare la partita a 12,30. Mi sembra che noi insieme alla Fiorentina ne abbiamo fatte più di tutti gli altri, queste cose non le capisco, ma siamo a fine campionato e, come dicevo, spero che il prossimo anno ci sarà più attenzione e che saremo considerati come le squadre che hanno un grande blasone perché facciamo un campionato di alto livello e vorremmo poter giocare le partite almeno alla pari con tutti gli altri”.

Si può pensare a due ballottaggi uno fra De Silvestri e Ola AIna e in avanti fra Berenguer e Zaza o Iago Falque?  Pensa di giocare con due a supporto di Belotti oppure mettersi a specchio con il Sassuolo quindi schierando la squadra con il 3-5-2?

“Siete tutti dei bravi allenatori, scherzo, ma non ve lo posso dire perché non voglio dare vantaggi agli avversari. È un po' il discorso delle porte aperte o chiuse degli allenamenti: il mio intento è quello di dare più vantaggi possibili alla mia squadra ed è chiaro che non voglia dare vantaggi agli avversari. So che questo si scontra con gli interessi dei giornalisti e a volte anche dei tifosi perché vorrebbero vedere gli allenamenti e stare più vicino alla squadra, però, purtroppo nell'era moderna con i telefonini è tutto più complicato infatti abbiamo visto che cosa è successo. Un grandissimo rispetto per la stampa io devo fare questo perché anche mezzo vantaggio lo voglio prendere per me stesso. I ballottaggi e le considerazioni fatte sono tutte giuste poiché i giocatori sono co-titolari che sono riflessioni che faccio anch'io ma vi dico che deciderò all'ultimo momento, anche se ho già un'idea, ma non la voglio dire. Potrei avere fino a domani un paio di dubbi, ma le osservazioni fatte sono giuste”.

In rapporto a quando allenò la Sampdoria e il Napoli quest'anno sta avendo maggiori soddisfazioni poiché come disse nel girone di ritorno Il Torino sta bruciando le tappe?

“Sì, soprattutto nel girone di ritorno ho visto una crescita quasi più veloce di quella che ebbe il mio primo Napoli perché abbiamo dato una continuità ai risultati importante. Se non ricordo male fuori casa siamo stati sconfitti una volta sola, anche se abbiamo fatto troppi pareggi, però, vediamo il bicchiere mezzo pieno perché se poi le perdi queste partite è un problema e fuori casa le squadre ne perdono tante di partite quando iniziano un percorso. Teniamo conto del nostro percorso e del fatto che ci sono tanti giocatori nuovi e giovani e che vengono anche dall'estero quindi, secondo me, abbiamo fatto tanto bene. Adesso nelle ultime tre partite dobbiamo continuare a fare e a pensare come abbiamo fatto fino a ieri. Nel girone d'andata con il Milan giocammo molto bene e conquistammo solo un punto, con la Juventus giocando un buon derby nemmeno uno, mentre al ritorno di punti con queste due squadre ne abbiamo fatti quattro e questo vuole dire che la squadra ha preso veramente consapevolezza. Secondo me se nell'ultimo derby fossimo stati un po' più tranquilli con la palla e sicuri di noi e tenuto conto che giocavamo nel loro stadio forse saremmo riusciti a segnare il secondo gol chiudendo la partita. A me interessa quest'analisi è il numero dei punti m'interessa fino a un certo punto. Come ho sempre detto fra tre giornate alla fine faremo la conferenza stampa e tireremo le somme su tutto in negativo e in positivo a seconda nel mio punto di vista e poi voi mi direte la vostra”.

Si può dire che il gol subito all'andata con il Sassuolo al 92esimo é l'episodio che brucia di più?

“Sì, perché è stato preso in un modo quasi impensabile, quindi, ha avuto il sapore della beffa. Rispetto a quando allenavo il Napoli dove si riusciva a fare delle rimonte anche negli ultimi minuti qui ancora non ci siamo riusciti. Nella partita con il Sassuolo facemmo subito gol con Iago Falque, ma fu annullato per fuorigioco ed effettivamente il gol subito nel all'ultimo ha lasciato l'amaro in bocca perché vincevamo uno a zero (rete di Belotti, ndr) e abbiamo preso un gol beffa. È vero che avevamo reagito come piace a me fino all'ultimo secondo come chiedo sempre alla squadra, ma quel uno a uno sa di beffa effettivamente”.

C'è stata qualche cosa che ha fatto crescere anche lei qui a Torino?

“Un mio vecchio maestro Ulivieri quando iniziai mi disse di stare attento perché il calcio sembra sempre uguale, ma bisogna aggiornarsi in continuazione perché altrimenti si viene travolti e senza accorgersene si diventa antichi. Io credo di avere la forza di studiare di aggiornarmi in continuazione, anche se ho alle spalle un percorso abbastanza lungo. Sia in Inghilterra sia qui al Torino ho cambiato diverse cose perché ho capito che dovevo farlo poiché nel frattempo il calcio della mia squadra aveva bisogno di nuovi accorgimenti e i miei giocatori lo sanno. I miei collaboratori, ad esempio, per la prima volta mi hanno sentito dire "Stiamo attenti alle traiettorie della palla". Era un'espressione che non usavo prima, è un concetto di calcio in fase difensiva che ti permette di rischiare meno la palla in verticale e altre cose. Su questo ho insistito tanto, ma anche su altro. Vi ho raccontato questo perché se un allenatore vuole rimanere ai vertici deve aggiornarsi in continuazione e io credo di essere uno di quelli che non si accontenta mai e sto attento alle giovanili e alla gestione dei giocatori. La società cambia e sono tutti ragazzini che comunque vivono nella società anche se sono giocatori di calcio e bisogna essere aggiornati anche nella gestione se no non ti ascoltano. Come ho fatto a questo livello l'ho fatto anche dal punto di vista tecnico-tattico”.

Il salto di qualità per il prossimo anno può essere per il Torino saper gestire i finali di partita in modo che la squadra possa avere quel qualcosa in più che finora non si è visto?

“Sì, può essere questo. Lo dico sempre ai ragazzi che fino al 96esimo, ma una partita può durare anche 100 minuti, comunque fino a quando l'arbitro non fischia la fine non si può pensare che si possa mollare, anzi, non bisogna mai cambiare atteggiamento e bisogna cercare di essere propositivi. Per dire, tra il primo e secondo tempo nel derby ho detto "Ragazzi pensiamo di essere sullo 0 a 0 e che bisogna fare un gol per vincere". A volte non cambiare atteggiamento si riesce, a volte la forza dell'avversario costringe a fare cose diverse, però, è vero che dobbiamo migliorare in questo e tenere fino al 95esimo la nostra identità e non pensare che si sta vincendo perdendo e alle volte non ci riusciamo e forse inconsciamente ci abbassiamo, non siamo forti sui portatori come nel primo tempo o come quando siamo in svantaggio. Sì, dobbiamo migliorare quest'aspetto”.