Mazzarri: “Ci voleva che Falque si sbloccasse. Nelle prossime tre gare dobbiamo dimostrare di essere cresciuti”
L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha commentato la vittoria sull’Atalanta. Ecco che cosa ha detto:
Sesto posto in classifica, da cinque gare non subite gol, ma dove potete arrivare?
“Ora arriva il difficile perché abbiamo tre gare nelle quali bisogna fare vedere di essere cresciuti e di essere diventati una squadra importante e lo si era visto, anche se avevamo sofferto un po’ troppo, con il Napoli. L’Atalanta, mi sembra, che quest’anno sia l’unica che ha battuto la Juventus, quindi, è una squadra fortissima, consolidata e da tre anni se la gioca con grandissime squadre ed è una grandissima squadra. Bisogna ora far vedere che siamo maturati anche quando incontreremo squadre con una classifica un pochino inferiore alla nostra. Il vero salto di maturità che dobbiamo compiere è non sbagliare quelle partite lì e ora ne abbiamo subito tre che dovrebbero essere, diciamo, di questa natura. Bisogna rispettare queste squadre e stare attenti perché si giocano tutte la salvezza e, quindi, sappiamo che hanno motivazioni importanti e se le sottovalutassimo rischieremmo di gettare al vento anche queste prestazioni con le squadre che si è detto prima”.
Dal 1985 il Torino non subiva gol in cinque gare consecutive, dall’assenza di Djidji forse ci si poteva aspettare una difesa meno solida, ma Moretti è stato super. Un giudizio sulla prestazione e sull’importanza di Emiliano?
“E’ importante da tutti i punti di vista. Lo abbiamo voluto tenere perché, a parte il fatto che è un professionista e un atleta pazzesco perché si allena da Dio sempre e fa una vita perfetta, è un punto di riferimento per tutti i nuovi giocatori. E’ chiaro che Moretti sia un giocatore importante. Djidji è un giocatore più giovane e se vogliamo guardare al futuro Moretti deve essere la chioccia che fa crescere lui come per tutti gli altri difensori che arrivano. Djidji è stato fatto crescere bene e nel momento del bisogno e quando il gioco si è fatto duro Moretti è tornato a giocare lui e, come pensavo, ha dimostrato di essere affidabile e un grande giocatore”.
Con L’Atalanta non la gara perfetta, ma la partita giusta al momento giusto: la difesa ha confermato di essere solida ed è tornato al gol Falque che era stato l’ultimo attaccante a segnare su azione, ormai nel lontano 26 dicembre contro l’Empoli.
“A parte tutto ci voleva che Iago si sbloccasse. Un ragazzo sensibile com’è lui pativa questo fatto ed il bello è che gli capitavano tante occasioni e non riusciva a metterla dentro. Ci voleva che si sbloccasse e, infatti, dopo il gol ha fatto una partita ancora più sontuosa perché era su di morale. E’ un giocatore importante. E’ stata l’ennesima soddisfazione, bene. Abbiamo sofferto per dieci minuti a metà del primo tempo e non mi è piaciuto perché abbiamo commesso qualche ingenuità. Eravamo partiti bene poi per dieci-quindici minuti ci siamo abbassati troppo e nell’intervallo ci siamo parlati e si è aggiustato qualche cosa e, infatti, il secondo tempo non dico che sia stato perfetto, però, considerata la forza dell’avversario quasi. Potevamo fare il terzo gol e allora sì che saremmo stati perfetti. Abbiamo avuto due-tre possibilità di segnare il terzo gol e le abbiamo mancate”.
Alla fine poteva far entrare in campo Parigini, ma ha optato per Millico. Perché?
“Parigini anche lui è giovane, ma ha già giocato e sul due a zero a un minuto dalla fine ho pensato di utilizzare il terzo cambio per dare un premio a Millico che sta facendo bene, che si sta allenando con noi e si comporta bene. E’ un ragazzino e se si vuole che il Torino cresca in tutto far crescere i giovani, portarli in prima squadra e farli esordire è un qualche cosa che può essere utile per il futuro e per la crescita del ragazzo stesso. Ormai la partita era finita e se anche avessimo preso un gol non credo che in un minuto e mezzo ne avremmo presi due e allora ho voluto far esordire Millico, niente di particolare”.
Izzo goleador, ormai una sana abitudine?
“Sì. Abbiamo buoni saltatori e Izzo stesso lo è. Anche a Napoli avrebbe potuto segnare, ma lui e Baselli si sono ostacolati a vicenda e magari ci avrebbe dato due punti in più e sarebbe stato eccezionale. A parte questo, sono tutti bravi a fare gol, lo ha fatto anche De Silvestri. Siamo dei buoni saltatori e andiamo convinti. In questo momento viene premiato Izzo, ma è una nostra caratteristica ed è bene così”.
La squadra dopo il due a zero non si è seduta e, anzi, ha continuato a sfilare la partita dalle mani dell’Atalanta che a finito lei per sedersi dopo una decina di minuti. Una prova di maturità?
“E’ vero, vi ricordate come a Bologna si erano buttati via due punti. Ecco è anche questo che intendo quando si parla di maturità. Io mi innervosisco quando sul due a zero i ragazzi vanno troppo a festeggiare perché per me si festeggia al 95esimo, mentre prima si deve tornare subito a centrocampo e ripartire. A volte ci siamo seduti e una squadra come l’Atalanta se ti fa un gol per una tua leggerezza ti fa venire la tensione mentre lei si gasa, prende coraggio e magari finisce che noi si butta via altri due punti. Oggi è stata una prova di maturità perché abbiamo avuto il sangue agli occhi anche dopo il due a zero perché sapevamo che se avessimo subito un gol sottovalutando questo aspetto l’avremmo pagato caro, invece, ci siamo ricordati degli errori del passato e questa è una cosa importante per noi”.
L’aver fatto giocare male l’Atalanta nel secondo tempo è una prova di forza della sua squadra?
“Nel calcio ci sono due fasi: quando la palla ce l’hanno gli altri bisogna farli giocare male e non fargli creare occasioni da gol e se si riesce in questo vuol dire che c’è un’organizzazione difensiva buona e riconosciuta da tutta la squadra. L’altra fase è quella attiva, si ha la palla e si deve fare gol o la transizione o partire da dietro e fare manovre tali che possano fare frutti. Questo è il calcio e noi oggi abbiamo fatto bene questo considerando la forza dell’Atalanta, che è una squadra che non fa giocare nessuno e che viene a pressarti da tutte le parti uomo su uomo. I giocatori dell’Atalanta hanno tentato di farlo anche con noi e sono riusciti a farlo meno bene del solito perché noi siamo stati bravi anche in fase attiva. L’Atalanta è simile a noi e il loro gioca parte molto dalla fase difensiva: rubano palla e avanzano. Oggi non sono stati capaci di farlo come al solito ed è merito nostro”.