Mario Rui, sei il nome giusto? I pro e i contro di un suo approdo al Toro
Le tante indiscrezioni di mercato circolate nelle ultime settimane, in questo caso, sembrano poter incontrare il raziocinio e il pragmatismo delle ragioni tecnico-tattiche, in merito al possibile approdo di Mario Rui Duarte tra le file del Toro di Mazzarri. In Italia dall'estate 2011, quando, lasciato il Benfica a parametro zero (proprio quel Benfica a cui è stato brevemente accostato pochi giorni or sono, come possibile contropartita tecnica per Alex Grimaldo o Joao Felix), approdò tra le file del Parma, per poi essere prestato prima al Gubbio, poi allo Spezia, finendo poi per fare le fortune dell'Empoli di un certo Maurizio Sarri, il 28enne laterale sinistro lusitano, per candidarsi seriamente, tra le altre istanze, a un posto in rosa in vista dell'Europeo 2020, con quella nazionale portoghese nel cui giro è effettivamente presente, come rincalzo per Raphael Guerreiro del Borussia Dortmund, è in cerca di un contesto in cui poter giocare con continuità. Anche a scapito della partecipazione alle coppe europee, ma in una squadra che comunque sulla parte nobile della classifica del proprio campionato, credibilmente, vi si possa affacciare. Identikit perfetto per questa ricerca quello del Toro di Mazzarri, reso tale anche dall'assetto tattico proposto dal tecnico toscano: in questi anni, sì, Mario Rui, tra il succitato Sarri e Ancelotti, ha giocato soprattutto da terzino sinistro in una difesa a quattro, ma è proprio quel 3-5-2/3-4-2-1 base dell'attuale stile di gioco granata a poterne valorizzare la capacità di coast-to-coast, oltre che di equilibrio tra le fasi. Di 13 milioni di euro la richiesta per il cartellino, di appena un milione in meno la valutazione di Transfermarkt.de, non è però tutto oro ciò che luccica. E ci si chiede, a tal proposito, se Rui, ove approdasse in granata, rappresenterebbe un nome in grado di far compiere alla squadra un significativo salto di qualità (peraltro in alternanza a un Ansaldi che, infortuni a parte, ha dimostrato quest'anno di avere poco da invidiare anche a esponenti ben più blasonati nel ruolo di esterno di centrocampo). Non un super-corridore (solo 11esimo per quantità di terreno verde solcato nel Napoli di quest'anno), né un crossatore sopraffino (un solo assist fornito quest'anno), Mario Rui tende poi a collezionare anche un discreto numero di cartellini gialli: quattro in venti gare quest'anno, ben otto in 25 presenze la scorsa stagione. 1501 i minuti in campo nelle suddette 20 partite di campionato, non tantissimi considerando la prolungata assenza di Faouzi Ghoulam, titolare designato per la corsia mancina della retroguardia a quattro di Ancelotti (per quanto, a onor del vero, anche Elseid Hysaj, principalmente impiegato a destra, abbia occasionalmente coperto la fascia opposta del campo). Per le casse del Toro, l'investimento sarebbe assolutamente significativo (per quanto i margini di trattativa sul prezzo, considerato che, nel complesso, i partenopei, tra estate 2017 e 2018, di milioni per acquistarlo dalla Roma ne hanno spesi meno di 10), se di Mario Rui si trattasse, la chiave sarebbe legata alla personalità, e alla voglia di riscatto da parte del giocatore. A curarne gli interessi Mario Giuffredi, agente in buoni rapporti col club, che nell'estate 2016, proprio dal Napoli, portò in granata un altro fedelissimo dell'Empoli di Sarri, Mirko Valdifiori. E il procuratore, in più sedi, non ha esitato a rivelare, senza mezzi termini, che il giocatore, deluso dal ruolo di comprimario nei due anni a Napoli, sia fermamente intenzionato a cambiare aria. Per il lusitano si parla molto anche di Milan, a cui sarebbe stato proposto di recente; non è peraltro da escludere che il giocatore possa rappresentare un profilo interessante anche per la nuova Fiorentina di Commisso, di fronte a una partenza di Cristiano Biraghi. Senza dimenticare quella Lazio che, dopo le due ottime stagioni in A di Empoli, lo aveva avvicinato fin dalla primavera 2016, prima che Mario Rui scegliesse l'altra sponda di Roma, infortunandosi poi in piena estate, e finendo per collezionare, in maglia giallorossa, soltanto cinque presenze in campionato. Profilo godibile anche per tanti club fuori dai confini, sempre di caratura in bilico tra la partecipazione all'Europa League e l'esclusione per un soffio. Ingaggio di entità importante: un milione e 800 mila euro, cifra non indifferente rispetto ai parametri granata. Potenziale primo portoghese in maglia Toro dai tempi di Filipe Oliveira (fugace la sua apparizione in granata, nella prima metà del 2010/11), quello di Mario Rui è un (eventuale) acquisto che qualche insidia la nasconde, ma che potrebbe rappresentare il tassello giusto per completare l'organico sulle fasce laterali, tra le solide permanenze del succitato Ansaldi, di Aina, e di De Silvestri.