Manca il faro che illumini il gioco del Torino: Vlasic è troppo discontinuo per esserlo e Ricci e Ilic non hanno ancora sufficiente esperienza

24.02.2024 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Nikola Vlasic
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Nikola Vlasic
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Il Torino soffre di limiti d’impostazione. Troppo spesso nessun calciatore granata è in grado di inventarsi la giocata per mettere in difficoltà gli avversari o che serva a smarcare se stesso o i compagni in modo da creare la superiorità numerica e poi fare il passaggio perfetto per gli attaccanti che ricevono troppi pochi palloni utili per arrivare a concludere con un tiro che entri in porta. La costruzione dal basso senza Buongiorno e Schuurs diventa molto difficile farla. E quella più avanzata latita.

Spetterebbe a Ricci, Ilic e Vlasic rendere la manovra fluida, dettare i tempi di gioco, sviluppare le azioni con idee che mettano in difficoltà gli avversari, ma lo fanno poche volte. Vlasic è troppo discontinuo e infatti si accende solo a tratti e non sempre in tutte le partite, mentre Ricci e Ilic vista anche la loro giovane età, l’italiano ha 22 anni e il serbo ne farà 23 il prossimo 17 marzo, non hanno ancora sufficiente esperienza e non riescono sempre a mantenere costante il livello delle loro prestazioni e si affidano a passaggi corti al compagno più vicino e osano poco magari facendo lanci oppure optando per tagli. Tutti e tre poi hanno molta poca dimestichezza con il gol.

Il gioco attuale del Torino, rispetto a quello che si era visto all’arrivo di Juric in panchina, ha minore intensità. La squadra poi si affida più volte ai lanci lunghi di Milinkovic-Savic a cercare direttamente di recapitare la palla a ridosso dell’area avversaria. Non sempre si vedono i movimenti degli uomini senza palla per smarcarsi.  I giocatori troppo spesso fanno gli stessi movimenti e se non riescono a farli in modo perfetto diventano prevedibili e facilmente marcabili per gli avversari. Vengono sfruttate troppo poco, per non dire quasi mai, le palle inattive e infatti calci d’angolo e punizioni che risultino propedeutici al gol rasentano lo zero. In rosa manca il faro che sia di fronte ad avversari che si chiudono s’inventi il passaggio che apra lo spazio sia quando invece c’è chi lascia giocare maggiormente renda la manovra imprevedibile. E così le punte ricevono pochi palloni giocabili e in più quando li hanno non sempre inquadrano lo specchio della porta.

Per andare in Europa servirebbe superare i limiti d’impostazione finora visti, ma questa rosa potrà riuscirci? No di certo se giocherà come ha fatto con la Salernitana oppure con la Lazio perché se anche approccerà decisamente bene come ha fatto con i biancocelesti per 50 minuti però non riuscirà a segnare il rischio di uscire sconfitti o al massimo di pareggiare, se l'avversario è alla portata, rimarrà decisamente elevato.