Maksimovic e il Toro, l'arte di non coltivare la pazienza

14.06.2020 16:00 di  Federico Danesi   vedi letture
Maksimovic e il Toro, l'arte di non coltivare la pazienza
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Nikola Maksimovic, ovvero l'arte della pazienza che il Toro non ha e non  ha mai avuto. Ospina a parte, anche ieri sera il serbo del Napoli è stato tra i migliori, come era già successo in diverse partite prima della pausa. Merito della fiducia concessa da Gattuso, che lui sente forte, e del fatto che con la partenza di Koulibaly e il prolungamento sino al 2025 diventerà potenzialmente un pilastro del nuovo Napoli.

Cosa c'entra questo con il Toro? Molto, perché Maksimovic è tra i simboli di una dote che la società non ha e mai avrà, la pazienza. Meglio prendere un giovane (quando è arrivato aveva 22 anni), sgrezzarlo e venderlo che costruirci sopra un progetto. Anzi, lui è durato anche tanto perché ha vissuto a Torino tre stagioni prima di andarsene. Il Toro deve autoalimentarsi, l'ha sempre detto Urbano Cairo ed è una filosofia corretta, ma non necessariamente giustificabile. Ogni tanto spuntano pure i rimpianti, ma evidentemente sta bene così.