Lukic: “Per il 25 non dobbiamo pensare ai nostri avversari, ma solo a ciò che dobbiamo fare”
Nel ritiro del Torino a Bormio il centrocampista del Torino, Sasa Lukic, ha incontrato i giornalisti. Ecco tutto ciò che ha detto:
Si è tagliato le vacanze per farsi trovare pronto per il 25?
"Ho fatto tre settimane di vacanza, due di vera vacanza e poi nella terza ho fatto allenamenti privati con un preparatore personale perché volevo e dovevo prepararmi al meglio il prima possibile".
È stata una scelta sua o gliel'ha chiesto a Mazzarri?
"Il mister mi ha chiesto se potevo arrivare prima e ho detto sì perché tre settimane per un ragazzo giovane come me di 22 anni bastano; abbiamo un solo obiettivo si chiama Europa".
Come ha trovato i suoi compagni? Sono in forma?
"Sì li ho visti bene. Stiamo lavorando tutti bene. Questo è un periodo difficile perché dobbiamo preparare tutto ciò che ci servirà per la stagione e anche per la prima partita in Europa".
È carico anche per il girone di ritorno che ha disputato visto che il mister gli ha dato fiducia lei lo ha ripagato con le prestazioni?
"La stagione passata mi ha aiutato tanto, ma tutti abbiamo fatto una grande stagione. Mi sono serviti anche i due gol che ho fatto contro la Juve e la Lazio. Sono ricordi che mi danno fiducia per la prossima stagione".
Quanto le è servita la stagione al Levante per ritornare al Torino e fare bene?
"Molto. In Spagna ho giocato un calcio diverso da quello che si gioca in Italia, lì si gioca tanto con la palla mentre qui c'è più tattica e si sta più attenti alla forma fisica".
O lei è un portafortuna oppure dà molto equilibrio alla squadra perché quando gioca il Torino difficilmente perde come dimostrano le statistiche.
"Vanno bene le statistiche, ma noi siamo qua tutti insieme, siamo una squadra e non voglio pensare a quando gioco o non gioco per me è importante il Torino, è importante è che vinca il Torino a prescindere se io gioco o non gioco".
Sarà importante tenere palla e farla correre nella prima partita di qualificazione all'Europa League visto che la condizione del Torino non sarà al massimo e gli avversari correranno molto?
"Loro hanno iniziato la preparazione prima di noi poiché non sapevamo se avremmo giocato in Europa, ma comunque stiamo facendo tutte le cose che ci servono e abbiamo anche visto la partita dei nostri avversari in televisione. Secondo me dobbiamo pensare solo a noi stessi. Se faremo così sarà tutto più facile".
Lei gioca in più posizioni a centrocampo, ma dove si trova meglio?
"Ho giocato nei tre ruoli, davanti alla difesa con Mihajlovic e poi con Mazzarri con i due mediani e da trequartista e ho dimostrato di poter giocare in tutte queste tre posizioni. Per quel che mi riguarda e il mister a decidere dove devo giocare".
Si sente un centrocampista universale?
"Sì".
Lei ha la capacità di dare ordine a centrocampo e di poter giocare ruoli diversi, ma c'è un ruolo nel quale si sente più forte?
"Sì, quando ha giocato da trequartista mi sono trovato molto bene, ma dipende dall'avversario".
Come si trova a Torino?
"Mi piace stare con la mia famiglia e vengono a trovarmi gli amici. A Torino Mi trovo bene. Non vado mai in discoteca, esco solo per andare a pranzo o a cena e poi torno a casa".
Dove può arrivare il Torino quest'anno?
"Abbiamo già dimostrato nella stagione passata che possiamo fare molto bene. Adesso dobbiamo pensare solo alla partita del 25 e poi partita dopo partita vedremo dove arriveremo".
Quindi adesso siete concentrati solo a qualificarvi all'Europa League?
"Sì, questo è il nostro obiettivo".
Lei gioca anche nella Nazionale maggiore oltre che nell'Under 21?
"Sì".
Dopo il gol nel derby ha sentito l'affetto dei tifosi del Toro?
"Sì, è un bel ricordo. Ci sono dubbi che dopo il gol Nel derby è tutto cambiato un po', sono diventato più famoso e tutti mi riconoscono ed è bello per me".
Che cosa le mancava quando è andato in Spagna che cosa si è portato dalla Spagna?
"Quando sono arrivato a Torino avevo 19 anni e arrivavo da un calcio diverso quello della Serbia. Con Mihajlovic ho giocato 15 partite, poi sono arrivati i giocatori che avevano più esperienza e allora abbiamo pensato che cosa fosse meglio per me e a vent'anni era importante giocare e non stare in panchina, quindi, così sono andato al Levante. Anche lì nei primi tre mesi non ho giocato perché ero arrivato troppo tardi, ma piano piano mi sono inserito negli ultimi 7 mesi ho giocato facendo così tanta esperienza e giocando contro grandi squadre come Real Madrid, il Barcellona e il Siviglia. Tutto questo mi ha dato sicurezza e fiducia e mi è servito per quando sono ritornato al Torino".
Ha un sogno o un desiderio particolare per questa stagione?
"Il mio sogno è arrivare più in alto possibile con il Torino e poi anche con la Nazionale. Devo crescere di più e posso farlo perché voglio diventare un giocatore importante".
C'è un giocatore al quale si ispira?
"Sì, Modric. Mi piace tanto come gioca".
Sotto quali aspetti deve migliorare?
"Posso migliorare tanto sia in fase difensiva sia in quella offensiva e devo aumentare la forza. Devo sicuramente migliorare in tutto".
Complimenti per come parla l'italiano.
"Scusate per il mio italiano, non lo parlo molto bene".
No, no lo parla bene. Complimenti davvero.
"Grazie, ma sono stato due mesi in Serbia e non ho parlato italiano e adesso devo riabituarmi".
All'europeo Under 21 tutti si aspettavano una grande Serbia invece non è stato così come mai?
"Non è andata come si sarebbe evoluto e come avrei voluto. Siamo una grande squadra e abbiamo giocatori forti, ma abbiamo sbagliato tutto e mi dispiace che sia successo così. Adesso dobbiamo guardare avanti".
Anche l'Italia è andata male all'Europeo, ma che percezione avevate dell'Under 21 italiana? Pensa che il calcio a livello giovanile in Italia stia migliorando?
"Sì, credo di sì. Ma noi Serbi guardiamo solo a noi stessi e non ci occupiamo delle altre squadre. Dobbiamo cogliere le cose buone degli altri, ma per il resto dobbiamo guardare noi stessi".
Mazzarri l'ha aiutata in qualcosa di particolare?
"Mi ha aiutato tanto a migliorare in fase difensiva è in fase offensiva, ma, soprattutto, quando non ho la palla e devo essere più aggressivo sui portatori di palla avversari”.