Ljajic a un bivio: essere un calciatore vero o restare un incompiuto

Il serbo per decisione tecnica è stato mandato per punizione in tribuna in occasione della gara con la Lazio. Dipenderà dai suoi atteggiamenti se tornerà ad essere titolare.
14.12.2017 13:30 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ljajic a un bivio: essere un calciatore vero o restare un incompiuto
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Come tutti, o quasi, i talenti anche Ljajic oscilla fra il genio e la sregolatezza. Non si tratta di un campione perché i campioni non commettono l’errore di sprecare ciò che Madre Natura ha generosamente regalato loro, nonostante questo, però, Adem è indubbiamente un calciatore che ha numeri sopra la media. Peccato che il suo caratteraccio sommato alla superficialità, che in alcuni casi caratterizza la gioventù e per questo può essere perdonata ma non più se permane quando l’età avanza, ne condizionano il comportamento che finisce per incidere negativamente sul lavoro, tanto più se la remunerazione è decisamente elevata. Atteggiamenti non consoni in allenamento hanno portato Ljajic a venire escluso dalla partita con la Lazio e a finire in tribuna, da dove tra l’altro dopo aver battibeccato con alcuni spettatori è stato portato via. Aridaje!

Mihajlovic, altro che ha un bel caratterino, con Ljajic ha avuto una pazienza quasi infinita, ma non si può pretendere che gli conceda sempre tutto, anche perché se facesse così perderebbe credibilità agli occhi degli altri giocatori, della società e dei tifosi. Nonostante tutto, però, il mister non ha chiuso la porta in faccia a Ljajic, infatti, nel post partita lunedì sera ai microfoni di Sky ha chiaramente detto che se Adem avrà imparato la lezione la questione è chiusa e il giocatore, troppo importante per il Torino, tornerà ad avere lo spazio che il suo talento merita in campo. Sta a Ljajic adesso essere artefice del suo destino.

 A ventisei anni Ljajic non ha più tempo per tergiversare. Il talento non gli manca, ma ha alle spalle una sequenza di esperienze che gli hanno appioppato la nomea di incompiuto, infatti, alla Fiorentina, alla Roma e all’Inter non è mai veramente sbocciato e il Torino lo ha comunque accolto anche per volontà di Mihajlovic, che già gli aveva spalancato le porte della Nazionale serba, salvo poi litigare con lui e allontanarlo perché non cantava l’inno. Però il mister ne ha sempre apprezzato il talento anche se espresso ad intermittenza arrivando sul finire dello scorso campionato a cambiare il modulo per valorizzarlo ed effettivamente mettendolo nel fulcro del gioco dietro la punta Adem ha fornito le prestazioni migliori, ma la squadra ha dimostrato di far fatica a reggere il 4-2-3-1 e così Mihajlovic ha dovuto tornare sui suoi passi riproponendo il 4-3-3 e risposando Ljajic nel ruolo d’esterno sinistro. In questa posizione Adem è tornato a giocare a sprazzi e a non fare più la differenza, ma deve capire che il calcio è un gioco di squadra e non si può valorizzare un singolo se questo va a discapito del gruppo, quindi, tocca al singolo talentuoso sacrificarsi e continuare a dare il massimo accettando la situazione.

Per il bene di tutti a iniziare da Ljajic e mettendo in primo piano il Toro Adem va recuperato a patto che lui si decida una buona volta a crescere prima che come calciatore come uomo. Se sabato all’ora dell’aperitivo quando verrà letta la formazioni che si opporrà al Napoli in campo ci sarà anche Ljajic allora vorrà dire che il giocatore non si è lasciato sfuggire l’occasione per essere un calciatore vero, ma  in caso contrario rimarrà un incompiuto. Che cosa vuoi fare Adem?