LIVE Zapata: "Juric mi ha chiesto di stare più al centro e di spostarmi meno ai lati. Sento la responsabilità e spero di non deludere le aspettative"
Il nuovo centravanti del Torino, Duvan Zapata, sta per essere presentato dal direttore tecnico Vagnati e poi in conferenza stampa risponderà alle domande dei giornalisti.
Quanto le è servita questa sosta per gli impegni della Nazionale per ambientarsi?
"Salve a tutti. Per fortuna che c'è stata la sosta e ho potuto lavorare un po’ con il mister e i compagni nuovi. Ho giocato contro il Genoa, ma ero arrivato da due giorni e la sosta mi ha aiutato per conoscere di più l’ambiente, i miei compagni e tutto. Quando giochiamo i concetti magari sono nuovi, alcuni sono un po’ simili a quelli ai quali ero abituato prima e questa cosa la posso sfruttare".
Qual è stato il primo impatto con la città di Torino?
"E' una città importante e me ne sono accorto fin dall’inizio. Da tanti anni sono in Italia e conosco la cultura, anche se cambio città. Spero soprattutto di trovarmi bene in campo, è la cosa fondamentale".
Cosa le ha chiesto Juric di fare in particolare?
"I concetti sono un po’ simili, ma non sono uguali a quelli di Gasperini. Una delle cose che mi ha chiesto Juric è di fare il riferimento in area stando più centrale e senza spostarmi troppo sui lati e penso che sa una cosa che posso fare".
Come mai ha scelto il Torino e cosa le può dare in questo momento della sua carriera?
“Ho scelto il Torino che fin dall’inizio mi ha fatto sentire importante, cosa che dove stavo forse non lo ero più. Quindi subito ho accettato la proposta che mi hanno fatto. So di essere arrivato in una buona squadra che ha idee chiare di gioco e possiamo essere un po’ più consapevoli di quello che siamo: questi sono stati i motivi, anche perché è stata l’unica squadra ad avermi fortemente voluto”.
Ha già parlato con Juric per giocare in coppia con Sanabria?
"No, in verità no. Il mister ha il suo modulo di gioco, ma magari a partita in corso dovrò giocare con un'altra punta. Con Sanabria penso che non avrò nessun problema. Nelle squadre in Italia l'ho già giocato con un’altra punta e non ci saranno problemi".
Fisicamente come sta?
"Per fortuna i problemi muscolari fanno parte del passato, adesso sto bene e mi sto allenando. La sosta per le Nazionali è servita tantissimo. Non vediamo l'ora che arrivi lunedì, chi non è andato in Nazionale a visto la gara con la Salernitana magari un po' lontana, ci stiamo allenando duramente e prepariamo molto bene la partita. E' una gara importante e vogliamo affrontala al meglio".
Cosa non funzionava più a Bergamo?
"Semplicemente c’è stato il forte interessamento del Torino. All’Atalanta ero sempre stato importante fino a quando è arrivato il forte interesse del Torino. L'Atalanta è il mio passato, ora voglio concentrarmi sul presente e scrivere qui la mia storia. Sono il primo colombiano al Toro, so le aspettative e io ho voglia di far vedere le mie capacità".
Come e quando è nato l'interesse del Torino?
"Non sono andato alla Roma per scelta della società (l'Atalanta, ndr). Poi negli ultimi giorni è arrivato il Torino e mi ha fatto piacere e per questo motivo sono qua".
Già in passato era stato vicino al Toro?
"Sì. Quando sono tornato al Napoli dal prestito all'Udinese, il Torino aveva offerte per me, ma il presidente non voleva cedermi. Poi nell’ultimo giorno di mercato sono andato alla Sampdoria, ma l'interessamento dei granata c'era già stato qualche anno fa".
L'Atalanta è diventata una grande: può farlo anche il Torino?
"Sì, sicuramente. I club possono crescere, soprattutto il Torino. Ma non è il caso però di fare paragoni, non è mai facile raggiungere certi obiettivi, ma con la mentalità giusta e la voglia di continuare a crescere si può fare sempre meglio".
Da avversario, che percezione aveva del Torino? Le aspettative sono state confermate?
"Avevo la mia idea, e se anche non giocavo qua sapevo che sarei venuto in un club storico per il calcio italiano e che ha vinto tanti scudetti".
E' quasi sempre andato in doppia cifra, pensa di arrivarci quest'anno?
"Penso di sì perché il Torino è comunque una buona squadra, ci sono buoni, ottimi giocatori in tutti i ruoli e abbiamo un'idea di gioco marcata. Penso che la posso raggiungere, ma non è mai stato facile soprattutto nell'ultimo anno e mezzo perché ho avuto qualche problema fisico. Ma posso raggiungere questo obiettivo che è un po’ personale, ma saranno importanti gli obiettivi di squadra".
E' stato accolto con grande calore dai tifosi, sente la responsabilità di essere visto come il giocatore che può fare la differenza?
"Sì, sono stato accolto benissimo. La responsabilità l’ho senta fin dall'inizio. Ho tanta esperienza nel calcio italiano e questa sarà la mia undicesima stagione, e mi piace anche questa responsabilità. In questo momento della mia carriera mi piace affrontarla, sono uno che parla sul campo ed è sempre stato così: spero di essere all'altezza delle aspettative".
L'obiettivo è trascinare il Toro in Europa?
"Sì, sono venuto qua anche per questo. E' una delle cose che mi ha chiesto il mister: trascinare i ragazzi. Spero di essere all’altezza e di poterlo fare. Ho entusiasmo e tanta voglia di fare bene anche qui. Speriamo che vada tutto bene".
Nella sua città natale c’è un certo modo di interpretare la vita, a casa sua c’è questa atmosfera colombiana?
“Sì, è una cosa che io, mia moglie e i bambini abbiamo. Torniamo in Colombia ogni anno per le vacanze e non dimentichiamo le nostre origini. Gli altri bambini chiedono ai miei perché parlano con in spagnolo con l’accento italiano. In Colombia abbiamo i nostri familiari ed è giusto non dimenticare le origini”.