LIVE Vanoli: "Recuperato Sosa e quasi Ilic. Basta mediocrità, voglio di più da tutti! Per arrivare al sogno si deve passare dai micro obiettivi. Vicinanza alla famiglia di Matilde"
Il Torino è tornato alla vittoria, in aggiunta senza subire reti, con il Como e adesso è alla ricerca di conferme contro i giallorossi dell’ex allenatore Ivan Juric.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Como che si disputerà domani alle 20,45 allo stadio Olimpico della Capitale.
Come sta la squadra?
"Oggi è doveroso partire facendo sentire la nostra vicinanza alla famiglia Lorenzi nel ricordo di Matilde. Da sportivo, da genitore sono cose che toccano profondamente: ci tenevamo io, lo staff, i giocatori e tutto il club. E’ stata una tragedia che un po’ tocca, soprattutto da genitore. Non bisogna essere solo sportivi, ma guardare oltre.
La squadra sta bene. Abbiamo recuperato bene e, come ho sempre detto, quando arrivano risultati positivi, si recupera meglio e più in fretta".
Dopo l’infortunio di Zapata aveva detto che i giocatori dovevano dare di più e infatti più di uno è andato in gol, Ci sono margini di miglioramento?
"Certamente. Guardo sempre il collettivo in tutte e due le fasi. Per migliorarci, tendiamo a guardare le cose negative e invece oggi, sarà una casualità, ma ho fatto vedere ai ragazzi quanto di buono stiamo facendo e quindi vuole dire che questa è la strada giusta. I processi sono lunghi, non si può cambiare tutto in 45 giorni, ma sono contento di quello che stiamo facendo sapendo che c’è tanto da lavorare".
Che atmosfera si aspetta all'Olimpico della Capitale dove ci sarà pressione?
"Giocherei sempre in questi grandi stadi dove c’è sempre gente che ti spinge o che ti insulta. Secondo me è la cosa più bella perché dimostra quanta personalità si ha. Domanì, come era successo a San Siro, bisogna entrare in campo per dimostrare la propria personalità con le proprie idee".
Che insidie ci sono?
"Le insidie di una grande squadra costruita per arrivare a obiettivi completamente diversi e importanti. Soprattutto dovremo stare attenti alle insidie visto che ci sono avversari che possono ritrovare motivazioni importanti giocando davanti al loro pubblico. Bisogna stare attenti a tutto perché è una squadra formata da campioni che possono risolvere le gare individualmente. Dovremo essere bravi a gestire la partita perché all’interno ci saranno molte partite sotto l'aspetto emotivo e dovremo essere bravi a capire i momenti".
Come stanno Sosa e Ilic visto che sono convocati in Nazionale?
"Sosa domani è con noi, sono contento: abbiamo fatto una valutazione sbagliata del suo infortunio. E quando parlo di mediocrità è anche su questo che bisogna migliorare tantissimo. Faccio i complimenti Borna perché il suo è lo spirito che io voglio: quando gli è capitato l’infortunio è stato lui stesso a voler approfondire quanto accaduto e fortunatamente domani lo avremo a disposizione.
Per Ilic siamo quasi in dirittura d'arrivo. Stiamo facendo gli ultimi test e speriamo che torni per la gara con Fiorentina”.
Quando parla di mediocrità intende la prima valutazione sull’infortunio?
“Sì, dobbiamo imparare a non sbagliare: quando si vuole arrivare ad alti livelli, tutte le aree devono raggiungere uno step successivo. Tutte le aree, io voglio di più da tutti! L’ho sempre detto, sbagliare è umano, ma voglio di più”.
Compreso lo staff e anche la società?
“Tutti, compreso il sottoscritto. Le partite non si vincono solo sul campo, si vincono stando attenti ai dettagli. Fare l'antinfluenzale prima perché ci sono i bambini che hai a casa. Tutti. I dettagli fanno la differenza dal campo all'agronomo, che deve dare di più. Tutti, tutti".
Come sta Vlasic sotto l’aspetto della tenuta fisica?
"Sta benissimo. Non mi stupisce il suo andamento perché quando un ragazzo sta fuori quattro mesi e rientra non si pretende che sia in forma e abbia soprattutto il ritmo partita. Bisogna farlo giocare per fargli ritrovare il ritmo partita. Sapevo benissimo, come tutti i recuperi la prima partita la fai con grande entusiasmo, la seconda inizi un po’ ad andare giù e poi piano piano riprendi il ritmo normale e diventi decisivo per le qualità che si ha”.
Quindi a che punto è?
“Per me sta sempre bene”.
Ha cambiato gli uomini in difesa parecchie volte, anche a causa di squalifiche e perché alcuni sono arrivati negli ultimi due giorni di mercato e poi sono andati in Nazionale. Ora ha trovato un assetto definitivo o gli uomini in difesa possono variare?
"Entrambe le cose sono funzionali, si può variare anche in finzione degli avversari o delle caratteristiche, come ho detto più di una volta, perché è una squadra che potrebbe giocare con quattro difensori. E può variare nei quinti perché ho giocatori con caratteristiche diverse. Un processo di costruzione non finirà mai dopo dieci partite. Le costruzioni delle squadre forti hanno bisogno di tempo, questa difesa piano piano sta trovando … non solo nella fase difensiva … non guardo solo i quinti, ma tutto perché i centrocampisti contro il Como hanno lavorato male e le punte devono lavorare meglio. Sono tutti meccanismi che dobbiamo ancora piano piano trovare”.
Nel Torino post Zapata gli attaccanti che hanno segnato sono stati Sanabria e Njie, ma manca Adams. Come sta vedendo Adams? Sta soffrendo un po’ la pressione e la responsabilità?
"Non ho mai visto uno scozzese che soffra la pressione, sono stato in Scozia. Sta facendo un grandissimo campionato, non scordiamoci mai che anche lui è un giocatore che arriva da un campionato completamente diverso: tutti pensiamo che qui in Italia, anche se c’è un po’ di crisi, sia facile, ma c'è molta tattica. E la richiesta degli allenatori è molto tattica rispetto alla Premier League o il campionato scozzese. Sono veramente contento di Adams, e sono convinto che sente e vede la porta e farà i suoi gol. Oggi è importante che si metta davanti ad aiutare la squadra".
Non vorrei essere frainteso, ma non mi riferivo al bilancio stagionale bensì alle ultime tre gare.
"Quando si è fatto male Duvan avevo detto che dovevamo cercare un'altra identità. Quando si ha un giocatore forte avevamo un giocatore forte come Duvan, che fa reparto da solo e sul quale si è costruita la squadra, e poi ci si trova con una squadra alla quale si è tolto il miglior attaccante non è facile. Stiamo ricercando piano piano degli assetti nuovi e ci può stare che un’attaccante possa permettersi di avere una o due giornate senza gol, ma le prestazioni ci sono".
Secondo lei la società sta crescendo?
"La sto cercando per quanto riguarda il mio contesto all’interno della società. Sono straconvinto che l'unione faccia la forza, i dettagli non passano solo attraverso il campo, ma attraverso il quotidiano. E dipende da tutti, da ogni persona io pretendo di più. E io mi metto in prima linea, perché sono il responsabile dei risultati. Da quest’estate piccoli passi li stiamo poi è normale che la costruzione di qualsiasi cosa d’importante non avviane da un momento all’altro ed è per questo che insisto sul migliorare”.
Pensando anche alle cessioni di Buongiorno e Bellanova, da parte della società ci sono stati ritardi?
"Ti stoppo, questo è un altro capitolo. Io ho parlato di altre cose".
Ma c'è ritardo?
“Scusa, ritardo di che cosa?”.
Magari sulle strutture, dal Robaldo alla scadenza della concessione per il Grande Torino?
"Devo gestire e parlo su ciò che posso controllare. Su quello che non posso controllare, posso dire su cosa si potrebbe migliorare. Io devo migliorare ciò che posso controllare. Voi uscite sempre dal discorso, io controllo ciò che posso migliorare. E sono gli ambienti dove lavoro e le persone con cui lavoro, compresi i giocatori. Tutto il resto sono cose che si possono migliorare però io oggi devo controllare e migliorare le cose oggettive sulle quali ho il controllo, ma non le cose che non ho in mano. E' giusto crearsi obiettivi più vicini. Non posso parlare di stadio o centro sportivo, sono sogni che ci diciamo tutti. E' come l'obiettivo: posso vincere lo scudetto? A parlare siamo bravi tutti, e dopo? Come si raggiunge? E il come si raggiunge sono gli obiettivi brevi. Quali sono gli obiettivi brevi? Partita dopo partita. I tre punti, arrivare prima alla salvezza, poi l'Europa League. E poi ognuno è costruito per arrivare a degli obiettivi”.
L’Europa League non è un obiettivo a breve, ma lontano.
“Per arrivare lì si deve imparare a costruirsi micro-obiettivi poiché l’Europa League è il macro-obiettivo. Il micro-obiettivo è arrivare velocemente ai 40 punti e fatto questo arrivare velocemente al nostro sogno. E così si può arrivare al nostro sogno. Se no chi deve entrare in Champions dicono tutte vinciamo lo scudetto. No. Nella vita mi impongo dei sogni e per raggiungerli mi impongo dei micro-obiettivi ed è quello che sto insegnando alla squadra. I micro-obiettivi sono quelli che puoi raggiungere e non i sogni altrimenti sono chiacchiere. E il come che passa attraverso il migliorarsi, il non commettere errori, al di là di quelli che umanamente si commettono, in campo e fuori dal campo. Il massaggiatore, il dottore e l’agronomo che devono dare di più. Tutti dobbiamo dare di più se vogliamo raggiungere gli obiettivi. Io li raggiungo così gli obiettivi".
Cosa c’è da migliorare nelle prossime tre partite e come vorrebbe arrivare al dopo derby?
"Vorrei rivedere la determinazione vista con il Como e le prestazioni. Nel primo tempo con il Como siamo mancati in questo e poi dopo l’intervallo siamo ritornati ad essere un po’ più fluidi. Dobbiamo essere concentrati a non prendere gol, è un aspetto molto importante, e anche a conquistare i tre punti, ma dobbiamo anche sapere ed essere convinti che per ottenere questo tutto passa attraverso la prestazione".
Come si gestisce Njie?
"Deve continuare a fare ciò che ha fatto fino adesso, poi tutto dipenderà dalle persone che gli girano intorno. Ha approfittato dell’opportunità come tutti i giovani che ho mandato in campo sono stati bravissimi. Ho visto che anche Dellavalle ha fatto gol e in questo si vede l’importanza di andare a giocare in un altro campionato e mettersi in gioco altrove, è un esempio. Ho mandato Balcot, Ciammaglichella e Gabellini in Primavera e hanno perso 3-2, invece con la Juve non c'erano e hanno vinto. Questo fa capire come va gestito un giovane. Bisogna lasciare tranquilli i giovani e farli maturare. Allenarsi con la prima squadra e poi andare a giocare con la Primavera diventa difficile. Njie deve sapere che per noi è un ragazzo importante, ma deve rimanere con i piedi per terra. E dipende anche da voi. E anche da me: io è dall'inizio che gli tiro schiaffi (ride, ndr), come ai miei figli".
In questo mese, ha avuto risposte dalla squadra che dimostrano che ha capito la sua filosofia di gioco?
"Le ho viste, perché è un aspetto di crescita. Si parla di mentalità e di obiettivi, ma va fatto uno step alla volta. La vittoria contro il Como, per come è arrivata, mi ha fatto vedere questo".
Ha parlato di personalità e di centrocampo, passa da Ricci e in cosa il giocatore deve fare ancora uno step in più?
"Dipende da tutta la squadra. Quando si gioca a calcio non passa da una sola persona. Lui ha questa dote innata però più di una volta gli ho fatto vedere in cosa deve migliorare. Il centrocampista forte è quello che vede subito la giocata davanti e a volte Ricci in questo rallenta un po' e non è così veloce a vedere la palla in diagonale o in profondità. Ma è bello parlare con Samuele perché se ne accorge e ne è cosciente".