Lerda: "Il Toro deve imparare a giocare la palla"

"Il mio motto è raggiungere il massimo risultato con i minimo sforzo"
12.07.2010 14:48 di  Giulia Borletto   vedi letture
Lerda: "Il Toro deve imparare a giocare la palla"
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Sguardo da brav'uomo, tranquillità e determinazione da piemontese doc. Franco Lerda oggi si aggiudica la palma d'oro dell'uomo con la U maiuscola e non solo per aver preso in mano il Torino dopo il suo momento più difficile. Oggi alla sua prima conferenza ufficiale in Sisport, non si fa sorprendere dal caldo e dalle domande a raffica dei giornalisti e questo perchè lui sa cosa vuol dire "appartenere" ad una squadra come quella granata. "Sento la pressione eccome, ma non solo perchè sono stato un giocatore del Torino. Sono stato il prescelto, colui che dovrà riportare alla vittoria la squadra e so come si potrà fare. Dobbiamo fare gruppo dentro e fuori dal campo. Dobbiamo creare un linguaggio comune che ci porti ad ottenere il risultato finale che per noi sarà solo la vittoria. Si vince se si gioca bene, proprio come nella finale mondiale di ieri sera: ha vinto chi non ha mai smesso di far girare palla e ha speso meno energie possibili. Il mio motto non è ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, ma il massimo con il massimo sforzo".

Si è parlato tanto di giocatori indesiderati, di giocatori invitati a non presentarsi al ritiro perchè visti come delle pecore nere dal mondo granata. Lerda non li vede così, per lui sono tutti giocatori del Torino fino al momento in cui non verranno ceduti altrove. "In questo momento il lavoro di tattica non si può fare, perchè il gruppo non è completo. Per qualche giorno si lavorerà più in generale che sullo specifico. Sapevamo che ci sarebbe stato un po' di ritardo, come sta accadendo anche per molte altre squadre. Chi si aggiungerà a noi dovrà avere importanti doti tecnico-tattiche, ma anche e forse soprattutto caratteriali, perchè questa è la piazza di Torino, in grado di darti tanto ma anche di toglierti: bisogna avere la personalità giusta per giocare nel Toro. Anche tra i calciatori che rientrano dai prestiti, ci sono giocatori che potranno far parte del gruppo ed altri meno. Voglio sforzarmi di capire come andrà e se soprattutto tutti saranno disponibili ad iniziare un nuovo ciclo. Le prossime settimane a Norcia saranno determinanti per capire chi starà dentro e chi no".

Ma come sarà il prossimo anno il nuovo Torino dell'uomo che ha fatto del 4-3-2-1 una filosofia di vita? "Voglio intanto ripartire dalla seconda parte del campionato dell'anno scorso. Poi voglio che gli esterni siano il perno della mia squadra. Non esiste solo Bianchi e non dovrà segnare solo lui. Il mio è un calcio offensivo, voglio che sappiano sentire l'odore della porta. Voglio supremazia nel palleggio e che in determinati momenti tutti siano partecipi. Proporre, fare e avere umiltà nell'aiutare i compagni". Quindi solo gli esterni saranno determinanti? "Non solo. I centrali difensivi sono fondamentali insieme al portiere: tutto parte da li. Devono saper far tutto e non solo ostacolare l'avversario. Non devono buttare la palla, ma giocarla. La partita perfetta è quella fatta in avanti e se non teniamo palla è perchè gli avversari sono bravi: il Toro deve imparare a giocare bene la palla".