Le scuse di Cairo e le accuse indirette a Mazzarri su mercato e rosa
Il mercato invernale, per il Torino, ha sempre prodotto molto poco, non è infatti la prima volta che nella casella acquisti della società granata possiamo trovare il nulla più assoluto o innesti che servono esclusivamente a fare numero. Questa volta la rosa è stata ridotta all'osso, ulteriormente alleggerita, una situazione che permette di abbassare notevolmente le spese per gli ingaggi. Il problema è che le rose tanto ristrette, oltre a Cairo, fanno comodo solamente, come abbiamo anticipato, a Walter Mazzarri, a cui, indirettamente, il presidente del Torino ha rifilato la colpa della situazione: per volere suo il gruppo è stato ridotto ai minimi storici, per volere suo non sono arrivati rinforzi evitando dunque di intervenire, afferma l'imprenditore alessandrino.
Ora però, la possibilità di ritoccare la rosa per il nuovo tecnico non risulta più possibile, con il toscano cacciato alla prima occasione utile dopo la chiusura delle contrattazioni. Solo un caso sfortunato? Davvero dopo la prestazione contro l'Atalanta, che ha fatto emergere la resa incondizionata e dunque il capolinea del Toro di Mazzarri, in società si credeva in una reale ripresa? Davvero l'arrivo di Longo è giunto a febbraio perché dopo il fatidico 7-0 c'era la Coppa Italia da giocare? E perché dopo tale gara, poi persa per 4-2 ma spacciata per un'ottima reazione, non si è proceduto a cambiare, aspettando di perdere forse l'ultimo treno per rimanere agganciati all'Europa andando incontro ad un dramma annunciato? I dubbi su questi quesiti rimangono. Ed intanto Longo è stato mandato, intendiamoci consapevolmente e consenzientemente, quasi al macello, nella speranza che possa risollevare da un oceano profondo in cui si sta conficcando sempre di più la stagione attuale.