Le parole di Mihajlovic: un monito e uno sprone per la gara con l’Inter
Il momento è delicato perché il Torino, pur non essendo ancora una squadra fatta e finta, ha ottenuto risultati nel complesso positivi e si è collocato nei primi posti della classifica in lotta con le altre squadre che vogliono conquistare un posto in Europa. La sfida di questa sera con l’Inter è insidiosa: perché la formazione nerazzurra è in un periodo di difficoltà e perché i granata sono al cinquanta per cento delle loro possibilità. Per questo ieri in conferenza stampa mister Mihajlovic, prima che i giornalisti gli facessero le domande, ha chiesto di poter spiegare il lavoro che ha fatto e che sta ancora facendo per far capire a tutti a che punto è la squadra in questo momento.
Ci sono due passi molto significativi del discorso di mister Mihajlovic, riportati anche sul sito del Torino, il primo è la spiegazione relativa al lavoro: “Voglio spiegare il lavoro che stiamo facendo e quello che ci aspetta. Il Torino di oggi è al 50% delle sue possibilità. Il tecnico Ventura ha fatto un ottimo lavoro in questi anni, ma quando si cambia a livello di tecnico e di modulo bisogna ripartire dalle fondamenta. Le mie formazioni hanno un atteggiamento intenso nella gara con pressing, carattere e principi di gioco. Noi stiamo ancora lavorando sui nostri fondamenti anche se le ultime prestazioni lasciano ben sperare. Poi bisognerà lavorare sugli altri particolari con attenzione alla gestione della partita. Ci sono errori che in questo momento ti servono per crescere e migliorare. Non bisogna pensare che quello di oggi sia il Torino fatto e finito, ma siamo ancora in fase di crescita. Lavorando e applicandosi tutti insieme possiamo crescere ancora del 30%, e poi ci dovrà essere l’ulteriore salto di qualità dell’ultimo 20%. Siamo sulla strada giusta, ma ci vuole ancora tempo. Sono convinto che ce la possiamo fare. Non dobbiamo accontentarci, ma migliorarci giorno per giorno con umiltà”.
Il secondo è allo stesso tempo un monito e uno sprone: “La partita di domani (oggi per chi legge, ndr) è difficile perché l’Inter la giocherà come una finale. Noi dobbiamo affrontarla con attenzione perché anche prima della Juve erano in crisi, poi hanno vinto. Sappiamo dove possiamo colpire, ma dobbiamo fare attenzione a non commettere gli errori fatti contro il Milan a San Siro. Dovremo essere aggressivi come sempre, ma essere anche bravi a gestire la sfida nell’arco dei novanta minuti. Nessuno si aspettava di vedere l’Inter in questa posizione di classifica. Noi prepareremo il match come sempre per vincerlo, sapendo che troveremo un avversario agguerrito. Dovremo andare là con coraggio pensando solo a noi stessi perché se giochiamo da Toro possiamo battere chiunque”.
Mihajlovic è un condottiero, ma non di quelli che sguainano la spada e menano fendenti a destra e a manca nella speranza di colpire il bersaglio o d’intimorire il nemico con la furia di un gesto che una volta terminato non produce ulteriori effetti. Mihajlovic usa la testa e, infatti, è uno stratega che sa benissimo che le battaglie si possono vincere e perdere, ma è doveroso vincerne un numero maggiore rispetto a quelle che si perdono per vincere la guerra, in questo caso raggiungere obiettivo che si chiama Europa League. La partita con l’Inter è una “battaglia” importante, ma non determinante per vincere la “guerra”, meglio però è se verrà archiviata fra le vittorie.