Le grandi trattative del Torino - 2014, torna il figliol prodigo Quagliarella. Poi lo strappo totale
Per quasi metà della sua carriera, Fabio Quagliarella ha vestito il granata del Torino. Ha iniziato con tutta la trafila nelle giovanili, ha esordito in serie A, si è ritrovato svincolato dopo il fallimento del club. Sembrava che le strade si fossero divise definitivamente nel 2005, quando l’attaccante ha accettato la proposta dell’Ascoli e ha abbandonato un Toro ormai scomparso. Nel frattempo è diventato il Quagliarella che tutti hanno imparato ad ammirare: Sampdoria, Udinese, Napoli e Juventus, senza dimenticare la Nazionale, la sua è stata una carriera in crescendo. Poi, nel 2014, si riaprono le porte per il nuovo ritorno: tra i bianconeri non c’è più spazio per lui, così il presidente Cairo comincia a trattare con Andrea Agnelli. E la fumata bianca arriva il 18 luglio, con Quagliarella che durante il ritiro estivo abbraccia Ventura, i suoi nuovi compagni e un Toro ritrovato.
Ha da farsi “perdonare” quattro stagioni alla Juve, lui prova a farlo a suon di gol: alla fine del primo anno saranno 17 tra campionato ed Europa League. E alcuni sono fondamentali, come il rigore al San Mamès nella sfida di ritorno contro l’Athletic Bilbao e, soprattutto, la zampata con la quale firma il 2-1 nel derby contro la Juve. Eppure, il rapporto non è più quello di prima: è beffardo, infatti, tornare a vincere una stracittadina dopo vent’anni con l’uomo decisivo che sceglie di non esultare. Diversi tifosi cominciano a storcere il naso, fino allo strappo definitivo: durante la stagione seguente, il giorno dell’Epifania, Quagliarella segna contro il Napoli e non solo non esulta, ma chiede addirittura scusa con le mani giunte alla tifoseria partenopea. Un gesto che sa di condanna per l’attaccante, con la curva Maratona e buona parte dello stadio che, alla prima gara casalinga, lo fischia e lo insulta con tanto di striscioni “Delle tue scuse ce ne freghiamo, adesso è ora che ci salutiamo” e ancora “Non esulti dal 2001, per noi sei solo un 71”. Parole pesanti, che costringono Quagliarella a un altro ritorno: a fine mercato di gennaio del 2016, i blucerchiati riabbracciano il classe 1983, e all’ombra della Lanterna sarà un’altra rinascita.