Le grandi trattative del Torino - 2014, torna il figliol prodigo Quagliarella. Poi lo strappo totale

19.04.2020 16:00 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Le grandi trattative del Torino - 2014, torna il figliol prodigo Quagliarella. Poi lo strappo totale
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Per quasi metà della sua carriera, Fabio Quagliarella ha vestito il granata del Torino. Ha iniziato con tutta la trafila nelle giovanili, ha esordito in serie A, si è ritrovato svincolato dopo il fallimento del club. Sembrava che le strade si fossero divise definitivamente nel 2005, quando l’attaccante ha accettato la proposta dell’Ascoli e ha abbandonato un Toro ormai scomparso. Nel frattempo è diventato il Quagliarella che tutti hanno imparato ad ammirare: Sampdoria, Udinese, Napoli e Juventus, senza dimenticare la Nazionale, la sua è stata una carriera in crescendo. Poi, nel 2014, si riaprono le porte per il nuovo ritorno: tra i bianconeri non c’è più spazio per lui, così il presidente Cairo comincia a trattare con Andrea Agnelli. E la fumata bianca arriva il 18 luglio, con Quagliarella che durante il ritiro estivo abbraccia Ventura, i suoi nuovi compagni e un Toro ritrovato.

Ha da farsi “perdonare” quattro stagioni alla Juve, lui prova a farlo a suon di gol: alla fine del primo anno saranno 17 tra campionato ed Europa League. E alcuni sono fondamentali, come il rigore al San Mamès nella sfida di ritorno contro l’Athletic Bilbao e, soprattutto, la zampata con la quale firma il 2-1 nel derby contro la Juve. Eppure, il rapporto non è più quello di prima: è beffardo, infatti, tornare a vincere una stracittadina dopo vent’anni con l’uomo decisivo che sceglie di non esultare. Diversi tifosi cominciano a storcere il naso, fino allo strappo definitivo: durante la stagione seguente, il giorno dell’Epifania, Quagliarella segna contro il Napoli e non solo non esulta, ma chiede addirittura scusa con le mani giunte alla tifoseria partenopea. Un gesto che sa di condanna per l’attaccante, con la curva Maratona e buona parte dello stadio che, alla prima gara casalinga, lo fischia e lo insulta con tanto di striscioni “Delle tue scuse ce ne freghiamo, adesso è ora che ci salutiamo” e ancora “Non esulti dal 2001, per noi sei solo un 71”. Parole pesanti, che costringono Quagliarella a un altro ritorno: a fine mercato di gennaio del 2016, i blucerchiati riabbracciano il classe 1983, e all’ombra della Lanterna sarà un’altra rinascita.