Le grandi trattative del Torino - 2006, un blitz di Benedetti alla comunione per assicurarsi Parigini
Una vita al Torino e in granata, poi a gennaio l’addio definitivo. Eppure, per Vittorio Parigini vedere quei colori e quella squadra sarà sempre un’emozione particolare, ora che lo farà da avversario. Un talento che, forse, al club di via Arcivescovado non hanno compreso pienamente, tanto da averlo lasciato partire di fatto a parametro zero. Ma il classe ’96 ha vissuto anni intensi, emozioni grandi, fin dal primo giorno. E tutto cominciò nel 2006: non su un campo da calcio, ma nella chiesa di Pancalieri. E’ la comunione di Parigini, il talentino piace alla Juventus ma il Toro ha un asso nella manica da giocare. Si tratta di Silvano Benedetti, responsabile della scuola, che con un vero e proprio blitz si assicura il ragazzo.
E da quel momento, quando Parigini ha soltanto dieci anni, comincia la sua lunga trafila nelle giovanili granata. Parte come prima punta, poi il tecnico Fogli ha l’intuizione di spostarlo sull’esterno riuscendo così ad esaltare velocità ed esplosività, le sue caratteristiche principali. Già nel 2013 tenta il salto tra i professionisti alla Juve Stabia, poi saranno tanti altri prestiti: Perugia, Chievo Verona, Bari e Benevento, Parigini cresce di anno in anno. E così nel 2018 viene confermato alla base, con Walter Mazzarri pronto a scommettere su di lui. A fine stagione saranno 18 spezzoni tra campionato e coppa Italia, probabilmente meno di quanto si sarebbe aspettato anche se i fastidi fisici non sono stati pochi.
Il problema è che la scadenza di contratto si avvicina, fissata a giugno 2020, e da via Arcivescovado latitano le offerte interessanti: c’è troppa distanza tra le parti, le trattative vengono rimandate e la fumata bianca non arriva mai. Intanto, Parigini viene messo ai margini e il mercato di gennaio incombe, con l’accorda che non c’è. La soluzione migliore per tutti è quella di lasciarsi, seppur a malincuore. Quattro mesi fa il giocatore si accorda con il Genoa, il trasferimento è a titolo definitivo. Ora il classe ’96 sta provando a salvare la Cremonese, in appena sei presenze ha già segnato tre gol. E’ anche un messaggio al Toro, che non ha creduto in lui fino in fondo. Il granata, però, non si potrà dimenticare: un legame durato 14 anni, seppur con tanti prestiti in mezzo, è troppo lungo per poter essere cancellato.