Le grandi trattative del Torino - 2001, Franco Ramallo costa quanto Kakà
Nell’estate del 2001, l’osservatore granata Sandro Mazzola torna dall’Uruguay con il consueto dossier sui giocatori visionati. “Prendiamo questo, è veramente forte ed è la spalla ideale per Ferrante” avrebbe detto a Tilli Romero e Francesco Cimminelli, presidente e patron del Torino. L’oggetto del desiderio è José Maria Franco Ramallo, più semplicemente Franco, un uruguayano di belle speranze che all’epoca ha 23 anni e in patria ne dicono un gran bene. L’operazione sarebbe onerosa, fin troppo per la dirigenza granata che non sembra convinta a pagare circa 14 miliardi di lire: l’attaccante approda comunque in Italia, ma i problemi burocratici per il suo trasferimento non permettono di tesserarlo. E Franco, così, resta sotto la Mole ad allenarsi ma senza poter giocare e senza ricevere lo stipendio, di fatto da separato in casa. Con il Penarol gli intoppi proseguiranno fino a gennaio, l’uruguayano nel frattempo è ospitato dal connazionale Montero, che gli offre vitto e alloggio.
La situazione, finalmente, si sblocca. Il Torino sborsa la cifra pattuita, intorno ai 14 miliardi: uno sproposito, ma l’investimento potrebbe essere azzeccato. Franco, invece, si sarebbe rivelato un flop totale. Resta quattro anni sotto la Mole, racimola una quarantina di presenze e nove gol complessivi. Verrà ricordato come “l’uomo di coppa”: incredibile, infatti, la sua avventura nella coppa Italia del 2004/2005, quando in quattro partite segnò cinque reti. In granata vive una retrocessione e, soprattutto, il fallimento del 2005, con l’attaccante che ritornerà in patria. Verrà ricordato come uno dei flop più incredibili della storia granata: anche perché, due anni dopo il suo approdo in Italia, il Milan avrebbe acquistato un certo Kakà per la stessa cifra, milione più o milione meno.