Le grandi trattative del Torino - 1997, il ritorno di Lentini: ma la seconda volta non è come la prima
Ci sono amori che non finiscono, che fanno dei giri immensi e poi ritornano. Serve una delle frasi più celebri di Antonello Venditti per raccontare il rapporto tra Gianluigi Lentini e il Torino: una storia d’amore cominciata fin dalle giovanili, da quando l’esterno vinse campionato e Viareggio con Sergio Vatta allenatore, e poi proseguita a tappe per tutta la carriera. Tra l’86 e l’88 due stagioni in prima squadra, in seguito il prestito all’Ancona, nell’89 il nuovo ritorno: e sarà la svolta, con tanto di coppa Uefa sfiorata, di Nazionale conquistata, di trasferimento al Milan a cifre da record. Un divorzio doloroso, specialmente per il tifo granata, che scese in piazza e incendiò cassonetti per protesta nella notte del 30 giugno 1992.
Gli anni in rossonero, il tragico incidente del ’93 durante il quale rischiò di perdere la vita, il ricongiungimento con il suo mentore Emiliano Mondonico all’Atalanta. Ed ecco che si arriva al secondo ritorno di Lentini in granata: è il ’97, il Toro è in serie B e si affida anche al figliol prodigo per tentare di risalire. Ma Gigi non è più quello di prima, tra l’incidente e le delusioni della carriera non riesce ad essere devastante come aveva abituato durante le notti d’Europa di qualche anno prima. Reja fallisce la promozione nella finale play-off contro il Perugia a Reggio Emilia, ci riuscirà però Mondonico nel ’99: e, tra i quattro gol della matematica promozione raggiunta in trasferta con la Fidelis Andria, c’è anche la firma di Lentini.
Il campionato 1999/2000 rappresenta un’altra retrocessione per i granata, ma soprattutto l’ultima stagione in serie A dell’esterno classe 1969: con la serie B si conclude definitivamente la sua nuova avventura sotto la Mole, Lentini terminerà la carriera tra Cosenza e formazioni dilettantistiche piemontesi con l’addio al calcio nel 2012. Il Toro, però, resterà per sempre il suo grande amore.