Le grandi trattative del Torino - 1992, Silenzi: un "Pennellone" per vincere l'ultimo trofeo
C’è la sua firma, indelebile, sull’ultimo trofeo alzato al cielo dal Torino. E’ quella di Andrea Silenzi, attaccante cresciuto nelle giovanili del Pescatori Ostia, che dopo un girovagare tra Lodigiani, Arezzo, Reggiana e Napoli, nel 1992 trova la sua dimensione sotto la Mole. I partenopei lo avevano pagato sette miliardi di lire, dopo appena sei gol in due anni decidono di scaricarlo. E ad attendere “Pennellone” c’è il Torino, dove vivrà le stagioni più belle della sua carriera. E’ l’estate del 1992, la prima stagione con la maglia granata addosso è subito da ricordare: non tanto per i gol in campionato, soltanto tre, ma per la finale di coppa Italia di ritorno. La formazione di Emiliano Mondonico si presentava nella Capitale con il netto 3-0 maturato nella sfida di andata, ma l’arbitraggio di Sguizzato all’Olimpico complica non poco i piani del Toro. Tre rigori concessi alla Roma, l’incredibile rimonta giallorossa sembra possibile. Ma la squadra di Vujadin Boskov non aveva fatto i conti con Silenzi, che proprio la notte del 19 giugno 1993 aveva deciso di entrare nella storia granata. Una doppietta, tra il primo e il secondo tempo, per permettere di alzare al cielo la coppa Italia per frutto dei gol segnati in trasferta: la partita finirà 5-2 per la Roma, ma non basta per scucire dal petto dei granata una coccarda già ipotecata al Delle Alpi. Sarà l’ultimo trofeo conquistato dal Toro.
L’anno dopo, almeno da un punto di vista personale, andrà ancora meglio a Silenzi. E’ la sua stagione più prolifica in tutta la carriera, anche se i granata arriveranno soltanto ottavi in classifica. Pennellone segna ben 17 gol in campionato, a cui vanno aggiunte le marcature in Coppa Italia e in Coppa delle Coppe per un totale di 22. Un risultato straordinario, tanto da meritarsi la convocazione in Nazionale e gli occhi della Premier League. Nessun italiano si era mai trasferito in Inghilterra, Silenzi sarebbe stato il primo: nell’estate del ’95, infatti, passa al Nottingham Forest. Oltremanica, però, verrà additato come un “bidone”, zero reti in tutto l’anno, e così Silenzi decide di fare marcia indietro. Ma anche al rientro in Italia, tra Venezia, Reggiana e Ravenna, non troverà più la continuità realizzativa di un tempo. Ci riprova anche con il Toro, nel 1999/2000, ma con appena due gol non riuscirà ad evitare la retrocessione. In totale in granata avrà collezionato 115 presenze e 35 reti: non una media incredibile, ma la firma sulla coppa Italia del ’93 è tutta di Pennellone Silenzi