Le grandi trattative del Torino - 1969, Claudio Sala e un'operazione scoperta in autogrill

21.03.2020 14:50 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Le grandi trattative del Torino - 1969, Claudio Sala e un'operazione scoperta in autogrill
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Undici anni in granata, una coppa Italia e uno scudetto, con un altro tricolore sfuggito soltanto per un punto: la storia d’amore tra Claudio Sala e il Torino comincia nell’estate del 1969. L’esterno classe 1947 si era presentato alla serie A con la maglia del Napoli, poi la chiamata che gli cambia la vita. Il club di Orfeo Pianelli decide di mettere sul piatto la cifra monstre di 480 milioni di lire nel luglio del ’69, un’operazione che di fatto si concluse senza il benestare di Sala.

Il giocatore, infatti, non sapeva nulla del suo passaggio sotto la Mole: anzi, fino a pochi giorni stava trattando il rinnovo e l’aumento di ingaggio con il Napoli. Poi, a inizio luglio, cominciano le vacanze e Sala si sta dirigendo verso Rimini. Si ferma in autogrill, beve un caffè, prende in mano il giornale e in prima pagina legge: “Sala dal Napoli al Toro”. Lo avrebbe raccontato lui stesso, qualche anno dopo, durante un’intervista incentrata proprio sul suo trasferimento in granata. “Mi sentì un pacco postale, nessuno mi chiamò” la versione dell’esterno che fece grande il Toro. 

Perché se l’inizio dell’avventura non fu memorabile, gli undici anni in granata furono da brividi. Sarebbe diventato il quarto giocatore con più presenze nella storia ultracentenaria del Toro, ma soprattutto avrebbe fatto grande il club di Pianelli. Non tanto con i gol, 25 in undici anni, quanto con gli assist: ha perso il conto di tutti quelli fatti a Paolino Pulici e Ciccio Graziani, i “gemelli del gol” che nel ’76 riportarono lo scudetto sulle casacche granata per la prima volta dopo la tragedia di Superga. Il tecnico di quella squadra, Gigi Radice, lo reinventa da mezzala a esterno puro: un cambiamento che se all’inizio non era stato gradito da Sala, alla fine gli avrebbe permesso di guadagnarsi il soprannome di “Poeta del Gol”.