L’emergenza a centrocampo da sfruttarsi come test per il futuro

Stagione finita per Farnerud, Kurtic non sarà a disposizione per la gara con il Genoa per infortunio, mentre Darmian dovrà scontare un turno di squalifica. Spazio per Basha e Vesovic, oltre che per El Kaddouri.
11.04.2014 12:27 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
L’emergenza a centrocampo da sfruttarsi come test per il futuro
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Farnerud ha concluso la stagione poiché ieri in allenamento durante la partitella in un contrasto fortuito ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, che lo costringerà a sottoporsi ad un intervento chirurgico e in questi casi ci vogliono dai quattro ai cinque mesi per tornare ad allenarsi regolarmente, quindi lo svedese prima di metà agosto-settembre non potrà essere a disposizione di Ventura e per giunta salterà la normale preparazione estiva. Più che essergli vicini e augurargli di guarire perfettamente e al più presto in questo momento non si può fare.
Visto che di solito piove sul bagnato, è sempre di ieri la notizia che anche Kurtic dovrà saltare la sfida con il Genoa perché l’ematoma alla coscia destra, che lo aveva costretto ad uscire durante il primo tempo della partita con il Catania, non si è ancora del tutto riassorbito e solo martedì, dopo un nuovo controllo ecografico, si potrà sapere se il giocatore sloveno sarà a disposizione per la partita con la Lazio di sabato diciannove a Roma. Aggiungendo che Darmian deve scontare un turno di squalifica diventa banale, ma purtroppo terribilmente vero, dire che per domenica Ventura avrà ben poche opzioni per il centrocampo e le sue scelte su chi schierare se non sono obbligate poco ci manca.

 

Nonostante tutto bisogna cercare un lato un po’ meno negativo di questa vicenda ed allora le defezioni forzate divengono l’occasione per chi finora ha giocato meno di mettersi in mostra e la società potrà quindi valutare se per il futuro è vantaggioso contare su certi giocatori che, per motivi vari, non hanno ancora del tutto convinto. Il primo sotto esame è El Kaddouri che è capace di sfoderare giocate importanti e vincenti come i passaggi perfetti a pescare compagni che hanno poi segnato, ultimi esempi Farnerud e Immobile, però il belga-marocchino a fronte di ciò nell’arco della stessa partita in più occasioni sparisce dai radar o non è incisivo perdendo palla, com’è accaduto in occasione del gol del momentaneo vantaggio del Catania domenica scorsa. Le sue qualità sono indubbie, ma qualche perplessità l’ha suscitata e deve in queste ultime sei gare fugarla, poiché è in prestito dal Napoli e anche solo la metà del suo cartellino è valutata intorno ai 3,5 milioni di euro e il Torino, a fronte di un investimento di questa portata in un ruolo nevralgico del campo come quello del trequartista o anche mezz’ala, non può permettersi di puntare su chi non fornisce sufficienti garanzie di continuità seppur sia capace di giocate di livello e ogni tanto segni e faccia segnare.

 

Ma sotto la lente d’ingrandimento non c’è solo El Kaddouri, Vesovic arrivato a gennaio, dopo essersi svincolato dalla Stella Rossa e contrattualizzato fino a giugno 2017, contro il Genoa avrà al novantanove per cento la seconda opportunità di andare in campo da titolare, la prima fu con l’Inter, e di far vedere di che pasta è fatto. I suoi margini di crescita sono molto ampi poiché ha ventidue anni, ma anche nel suo caso, se il Torino il prossimo anno vuole porsi come obiettivo il raggiungere un posto utile per l’Europa League in mezzo al campo, non può permettersi di avere giocatori-scommessa o che devono ancora avere tempo per crescere, ma granitiche certezze. Tanto più se mai dovesse centrare già in questa stagione il raggiungimento del sesto posto, quello che gli permetterebbe di disputare i preliminari per la competizione europea. Discorso quasi identico a quello fatto per il montenegrino anche per Tachtsidis che rispetto al compagno ha accumulato un minutaggio un po’ superiore, 99 per Vesovic e 250 per il greco. Il primo è stato preso come vice Darmian e il secondo per fare da alter ego a Vives quindi il fatto che siano stati poco impiegati da Ventura è del tutto normale, ma soprattutto Tachtsidis che ha avuto qualche piccola chance in più e che già conosceva il campionato italiano - ci è arrivato nel 2010 ed ha giocato con Cesena, Grosseto, Verona, Roma e Catania, prima di approdare nel Torino a gennaio di quest’anno – con la maglia granata non ha espresso ancora tutte le sue potenzialità, dando l’impressione di essere un po’ lento soprattutto in fase difensiva e alle volte in quella offensiva non ha trovato il passaggio preciso per il compagno. E’ inevitabile quindi che essendo in prestito debba convincere del tutto il Torino a trattenerlo. Per quel che riguarda Basha e Gazzi i due non hanno bisogno di dimostrare nulla perché si conoscono perfettamente le loro caratteristiche e sono giocatori di proprietà, piuttosto per loro la valutazione attiene al modulo che sarà utilizzato dal Torino nel prossimo campionato il 3-4-1-2, salvo ripensamenti più dovuti all’allestimento della squadra che ad altro, quindi è da capire se saranno funzionali e quanto e se per loro ci sarà un ruolo da comprimari, più probabile stando al loro utilizzo quest’anno, o da protagonisti. E’ chiaro che poi starà ai due decidere se restare o meno in caso di ruolo secondario.

 

Domenica con il Genoa la formazione appare quasi scontata: Padelli, Bovo, Glik, Moretti, Maksimovic, Basha, Vives, El Kaddouri, Vesovic, Cerci e Immobile. Al più Ventura potrebbe scegliere di non utilizzare Basha o El Kaddouri e dare spazio a uno fra Tachtsidis e Gazzi, ma l’utilizzo del belga-marocchino pare scontato. Se il mister non dovesse ritenere pronto Vesovic allora potrebbe spostare nel ruolo di esterno sinistro Moretti e al suo posto mandare in campo Rodriguez, altre alternative non ne ha se non convocare il Primavera Barreca.