La pazienza è la virtù dei forti: tanta ne serve nel calciomercato!

La rosa è composta da diciotto giocatori e quasi nessuno ha esperienza di serie A. Ventura: "Non ha senso andare in serie A se non si è capito che nel calcio non si può vivere alla giornata". Si attendono annunci di nuovi arrivi.
27.06.2012 12:34 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
La pazienza è la virtù dei forti: tanta ne serve nel calciomercato!
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

I tifosi del Toro attendono che la squadra venga formata, di nomi di potenziali giocatori granata ne circolano molti, ma allo stato attuale la rosa per il prossimo anno annovera diciotto calciatori e quasi nessuno di loro ha esperienza di serie A. E’ chiaro che senza nulla togliere a Basha, Bianchi, Chiosa, D’Ambrosio, Darmian, De Feudis, Di Cesare, Glik, Gomis, Masiello, Meggiorini, Ogbonna, Rubin, Sgrigna, Stevanovic, Suciu, Verdi e Vives questa non solo non è una rosa competitiva per la serie A, ma anche per la B dovrebbe essere incrementata aggiungendovi qualità e quantità, se fosse pensata per una squadra che ha ambizioni di piazzamento. Ecco perché i tifosi iniziano ad essere preoccupati per il futuro e i fantasmi del passato, di ora in ora, si fanno sempre più strada nelle loro menti, solo annunci ufficiali di giocatori con esperienza di serie A ricaccerebbero negli anfratti più remoti le paure di non avere una squadra competitiva per la massima divisione.

Un proverbio recita che la pazienza è la virtù dei forti e questa condizione la conoscono benissimo i tifosi del Toro, però non bisogna dimenticare che la pazienza è una qualità ed un atteggiamento che permette di controllare le avversità rimandando le reazioni, grazie ad un facoltà interiore che accetta le difficoltà e i dolori, ma non assicura che non vi siano appunto reazioni alle situazioni che accadono e infatti un altro proverbio dice che si può far perdere la pazienza anche ai Santi. Quindi se fino ad ora i tifosi del Toro hanno atteso che, oltre alle parole di mercato, si facessero anche i fatti, adesso il momento di agire concretamente è arrivato perché prolungare l’attesa a causa dell’indecisione rischierebbe di portare i tifosi a terminare la pazienza.

Tutte le società attendevano che si risolvessero le comproprietà prima di iniziare le altre trattative e da sabato questa prima parte del mercato e conclusa. E’ vero che continuano ad aleggiare sul mercato i filoni delle inchieste sul calcioscommesse e che si aspettano i nuovi deferimenti della Procura federale, ma questo non basta a giustificare l’immobilismo. Mancano sedici giorni alla partenza per il ritiro di Sappada e gli obiettivi di mercato del Torino sono Gillet e Gazzi su tutti, questi obiettivi erano già fondamentali lo scorso anno, ma l’essere in serie B aveva impedito che venissero concretizzati, l’impedimento non esiste più quindi non affondare il colpo nelle trattative manderebbe un segnale purtroppo negativo: non si ha la capacità di ottenere quello che si vuole. Un simile segnale sarebbe deleterio e relegherebbe il Torino a ultima delle provinciali e contrasterebbe con l’atteggiamento di mister Ventura che ha sempre ripetuto che se si vuole si può. E’ vero che lui lo diceva ai suoi giocatori per spronarli a dare il massimo in campo e a non sentirsi inferiori a nessuno, ma è un messaggio che deve essere fatto proprio anche dalla società perché arrivare in serie A è una cosa, restarci stabilmente tutta un’altra: “Non ha senso andare in serie A se non si è capito che nel calcio non si può improvvisare, non si può vivere alla giornata”, parole di Giampiero Ventura.