La chiave anti Palermo è trovare la spalla per Bianchi
Cancellare la sconfitta con il Cagliari è uno dei due obiettivi del Torino domenica a Palermo, l’altro ovviamente è fare punti. Sicuramente i rosanero sono avversari ostici e i granata non possono ritenersi fortunati a doverli incontrare proprio adesso. Il Palermo con il 3-4-3 esalta le doti di Miccoli, Ilicic e compagni, sarà anche vero che i due attaccanti non sono sempre continui nel loro rendimento, ma qualità ne hanno eccome e soprattutto Miccoli è uno di quei giocatori che in ogni momento può cambiare il corso della partita. Indubbiamente l’arrivo di mister Gasperini ha dato la scossa giusta alla squadra che aveva smarrito la sua identità e forse non aveva approcciato nel modo giusto con Sannino o non ha avuto il tempo necessario per apprendere la sua concezione del calcio o la rosa non era composta da giocatori del tutto funzionali agli schemi dell’ex allenatore del Siena. Fatto sta che da quando c’è Gasperini il Palermo ha dato chiari segnali di ripresa e davanti al suo pubblico non vorrà certamente sfigurare, anche perché dopo la stagione non positiva dell’anno scorso il presidente Zamparini vuole che quest’anno la squadra torni a lottare per un posto in Europa e non per non retrocedere, infatti ha assunto come amministratore delegato Pietro Lo Monaco, uno dei più esperti dirigenti del calcio italiano. Il Torino quindi dovrà presentarsi sul campo del Barbera non solo concentrato e voglioso di conquistare punti, ma con un assetto tattico che gli permetta di produrre un gioco utile a fare punti.
I granata a Palermo dovranno non solo essere attenti a non subire gol, ma inevitabilmente dovranno anche segnare, che poi è l’unico modo per tornare a casa con punti. Per segnare è indispensabile che si trovi la spalla giusta da affiancare a Bianchi, sistemata la coppia d’attacco si potrà individuare se è meglio affrontare i rosanero con il solito 4-2-4 oppure se è meglio passare al 4-3-3. Per caratteristiche tecniche Meggiorini può posizionarsi sia come punta centrale al fianco di Bianchi sia come raccordo fra la mediana e l’attacco. Sgrigna invece è più adatto a un gioco che preveda Bianchi come ariete e lui a svariare attorno al capitano. Sansone anche perché ha un fisico più minuto rispetto a Meggiorini e Sgrigna è ideale come trequartista alle spalle della coppia di attaccanti centrali. Stabilito se è meglio giocare con Bianchi e Meggiorini o Bianchi e Sgrigna si può scegliere se comporre un terzetto d’attacco con Cerci o con Sansone oppure se mantenere il fronte offensivo a quattro, privilegiando la teoria che la miglior difesa è l’attacco, con esterni Cerci e magari un po’ più largo Sgrigna con alle spalle o Meggiorini o Sansone, nella ripresa poi si potrebbe inserire Diop, caricandolo è vero della responsabilità di dover debuttare in serie A in trasferta, ma sfruttandone le capacità balistiche e la voglia di emergere.
Sistemato il fronte offensivo si deve passare alla mediana e visto che alla voce esterni Santana e Verdi sono infortunati, Birsa ha appena superato la lesione muscolare e Stevanovic finora è risultato troppo discontinuo, quindi meglio se mai farlo partire dalla panchina, ovviamente se si utilizza il 4-2-4 Gazzi e Brighi sono i due candidati a stare in mezzo al campo. Se si optasse, invece, per il 4-3-3 il terzo potrebbe essere o Cerci se davanti ci fossero Bianchi e Sgrigna con alle spalle Meggiorini o Sansone oppure Basha per irrobustire il centrocampo, visto che Darmian non c’è per squalifica e giocherà come terzino destro D’Ambrosio che nelle sue corde ha incursioni in avanti e anche una certa propensione al gol, quindi l’attacco potrebbe essere formato da Cerci, Bianchi e Sgrigna o Meggiorini. Altra possibilità in caso di mediana a tre è utilizzare Vives con Gazzi e Brighi e allora l’attacco dovrebbe essere formato da Cerci, Bianchi e Sgrigna o Meggiorini.
Le soluzioni a disposizione di Ventura sono molteplici a lui sta trovare la quadra e ai giocatori riuscire a imporsi sul Palermo. Per fare punti bisogna essere concreti ed efficaci non basta mantenere gli equilibri all’interno dello spogliatoio, gestire trentadue giocatori non è facile, ma rischiare di trovarsi nei piani bassi della classifica coinvolti nella lotta per non retrocedere renderebbe ancora più complicato il lavoro quotidiano e farebbe emergere malumori, mantenersi il più distante possibile da questo contesto renderebbe tutti più sereni e il cammino verso l’obiettivo finale di conseguenza sarebbe meno in salita.