La carica di Cairo
Tra calendari sexi e una gita a Novarello, il presidente del Torino non si ferma mai. Sale la contestazione e lui si carica, al punto da promettere il centro sportivo e già si sta muovendo. Infatti, quando ha rivelato al Tuttosport di volerne costruire uno, aveva già esposto l'idea ai suoi più fidi collaboratori. Dunque non è stata una boutade per prendere tempo, ma è il suo impegno, il suo progetto che comincia a prendere forma. Ha captato che il fenomeno Novara è interessante da seguire e allora ha deciso di visitare Novarello e cominciare qualche strategia comune con l'altra squadra piemontese, forse più malleabile dell'altra cittadina, anche più simpatica. Ma Cairo non si fermerà a Novarello, infatti ha detto che ne visiterà altri, magari Trigoria o Formello, perchè sicuramente Milanello lo conosce già.
Quella cerchia di tifosi che contesta non smetterà di farlo, non prima di aver visto porre i primi mattoni del nuovo centro sportivo, una cittadella granata che potrebbe ridare un aspetto importante a questo Toro, sempre amato, ma lontano dai clamori del grande calcio da troppo tempo. Un qualcosa che manca in casa granata e ce ne siamo accorti in questa settimana, alla vigilia dell'impegno importante contro l'Atalanta, dove si è sentito nell'aria un profumo diverso, da serie A.
Spiace solo che in tutto questo contesto non rientri il Filadelfia. Un progetto forse troppo complicato da questioni pregresse. Uno spazio poco ampio per farci un centro vero e proprio. Cairo forse non ha ancora capito che se riuscisse a ricostruire il Fila, un monumento alla fine lo farebbero a lui. Ma la ragione prevale sempre sul sentimento, soprattutto quando si tratta di impegni economici. E non possiamo nemmeno dargli torto. Almeno dal suo punto di vista. Da quello dei tifosi è tutto un altro discorso ed è da qui che forse bisogna trovare un accordo per ricompattare la situazione.